PMI e Partite IVA con calo di fatturato beneficiarie della sovvenzione statale
Di Mario Vacca Parma, 17 maggio 2020 – I soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, comprese le imprese esercenti attività agricola o commerciale anche se svolte sotto forma di cooperativa e con fatturato inferiore a 5 milioni di euro (almeno nell’ultimo periodo d’imposta) saranno i beneficiari della sovvenzione statale inserita nel Decreto Rilancio pronto che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Una delle voci più cospicue ed attese del decreto Rilancio è quindi il contributo a fondo perduto a favore di PMI, lavoratori autonomi e titolari di reddito agrario che fatturano meno di 5 milioni all’anno e che nel mese di aprile 2020 abbiano un fatturato inferiore ai due terzi rispetto a quello dell’analogo mese del 2019 che evidenzi pertanto una riduzione superiore a un terzo di fatturato. Un contributo che non concorre alla formazione della base imponibile e pertanto escluso dalle tasse.
La domanda andrà presentata all’Agenzia delle Entrate con modalità che saranno indicate da apposito provvedimento della stessa Agenzia, e molto probabilmente ci saranno 60 giorni di tempo per presentare la richiesta dal momento in cui verrà avviata la procedura telematica che potrà essere presentata anche attraverso intermediari. Non sono chiare le modalità di esclusione dalla sovvenzione, a parere del sottoscritto è difficile immaginare che a chi sia in arretrato con il versamento dei tributi “ante Covid” venga liquidata la sovvenzione (confido ampiamente di sbagliarmi); è noto che l’agenzia verserà la somma direttamente sul conto corrente del beneficiario, basandosi sui dati presenti nella domanda, salvo rilevare successivamente le irregolarità al fine del recupero delle somme non dovute con l’applicazione di sanzioni
La somma precisa dipenderà dal fatturato, con un contributo minimo di mille euro per le persone fisiche e due mila euro per le imprese mentre è prevista la corresponsione anche per coloro (nuove partite iva o startup) che hanno iniziato l’attività a partire dal primo gennaio 2019, ai quali spetta senza i vincoli della riduzione del fatturato.
In ordine a quanto evidenziato poc’anzi ci sono limiti minimi, per appunto il contributo non può essere inferiore ai mille euro per le persone fisiche ed ai 2mila euro per le imprese, mentre per il calcolo preciso occorre fare riferimento alla data di effettuazione dell’operazione.
Per avere contezza della somma a cui si ha diritto innanzitutto calcolare la differenza di fatturato tra aprile 2020/aprile 2019 e verificare che la stessa sia superiore ad un terzo. Alla cifra ottenuta si applica un coefficiente che potrà variare secondo lo schema seguente:
- 20% per chi nel 2019 ha ricavi o compensi fino a 400mila euro;
- 15% per imprese e partite IVA con incassi 2019 fra 400mila e 1 milione di euro;
- 10% per chi ha fatturato l’anno scorso fra 1 e 5 milioni di euro.
L’auspicio, per un aiuto concreto alle aziende ed alle partite iva, è che tra l’approvazione in Gazzetta Ufficiale e l’emanazione delle direttive dell’AdE non passi altro tempo utile alle imprese per evitare mancate aperture.
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