È quello che prevede un emendamento approvato al Dl Governance con cui vincoliamo gli incentivi statali, previsti sin dal 2011, a impianti agrivoltaici che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, e comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione”. Lo dichiara il deputato Luciano Cadeddu, esponente M5S in commissione Agricoltura e promotore della modifica normativa al Dl Semplificazioni e Governance al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
“L’agricoltura, dunque, farà la sua parte per la decarbonizzazione dell’Italia – aggiunge – ma senza abdicare al suo compito principale: fornire alimenti e cibo per animali e persone. Attraverso l’innovazione tecnologica, siamo certi che potremo raggiungere questo duplice obiettivo. Perciò, con un ordine del giorno a mia prima firma, abbiamo impegnato il Governo a redigere opportune linee guida per garantire la corretta installazione degli impianti agrovoltaici“.
“L’accesso agli incentivi per queste tipologie di impianti innovativi, infatti, – spiega Cadeddu – è subordinato alla contestuale realizzazione dei sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività agricole interessate. Qualora dalla verifica e dal controllo risulti la violazione delle condizioni, cessano i benefici fruiti”.
“A disposizione nel PNRR per lo sviluppo dell’agrovoltaico ci sono 1,1 milioni di euro, con cui si mira a raggiungere 2 GW di potenza. Risorse che si aggiungono ai 1.500 milioni di euro per il progetto del Parco Agrisolare con cui ammodernare le coperture delle strutture produttive aziendali e produrre 0,43 GW di energia rinnovabile” conclude.