“Agricoltura reggiana devastata da uno tsunami di violenta grandine e vento fortissimo che ha travolto il nostro territorio: centinaia di imprenditori colpiti, danni per svariati milioni”. Antenore Cervi (presidente Cia Reggio) traccia un primo, tragico bilancio del maltempo che ieri pomeriggio ha colpito un’ampia area della nostra regione e che “non si ricorda a memoria d’uomo per intensità e vastità”.
“Terminati gli interventi di emergenza, iniziamo in queste ore a fare la stima dei danni che già ora possiamo dire pesantissimi – entra nel dettaglio Cervi -. I nostri uffici stanno raccogliendo tutte le segnalazioni e i tecnici sono sul territorio per i sopralluoghi. Il quadro che ne esce, specialmente nell’area rivierasca, è desolante. Basti pensare che le orticole sono state distrutte fino al 75%, mais e soia arrivano all’80%, vitigni al 70%, stessa percentuale per meloni e angurie, zucche e pomodori al 60%, grossi problemi anche nei pioppeti. A questo, dobbiamo aggiungere i danni alle strutture: in primis, le serre che sono state divelte dal vento o le cui reti sono state sfondate dagli enormi chicchi di grandine. Ma ci segnalano anche le vetrate in frantumi di stalle e magazzini, cornicioni letteralmente strappati dai muri, trattori danneggiati”.
Cervi rivela che tante coltivazioni – specialmente cereali – non sono assicurate perché “ormai il premio è diventato anti-economico farlo. Le assicurazioni sono strumenti fondamentali per gli imprenditori agricoli ma non riescono a coprire le esigenze. Molte compagnie assicurative scelgono addirittura di cercare di non assumersi il rischio della copertura per questi eventi estremi, visto che si ripetono con sempre più frequenza”.
“Dopo le gelate primaverili – rimarca – questo è un nuovo durissimo colpo all’agricoltura reggiana che subisce le terribili conseguenze dei cambiamenti climatici: gli imprenditori sono in ginocchio. Chiediamo lo stato di calamità e ci batteremo con forza a ogni livello istituzionale per ottenerlo. È fondamentale attivare la legge 102, anche se siamo consapevoli che deve urgentemente essere riformata: togliere burocrazia e renderla più efficace economicamente. In questo momento i fondi a disposizione sono infatti insufficienti ad affrontare le calamità. Ci auspichiamo poi che il nostro Paese attivi la possibilità, già concessa dalla Ue, di una assicurazione universale per tutte le produzioni agricole, cofinanziata con il 3% del primo pilastro della Pac. Sollecitiamo l’urgenza di un nuovo approccio al problema delle calamità naturali, da affrontare anche in Europa e in chiave Green Deal”.
“Serve un piano d’emergenza con risorse ancora più straordinarie e nuove strategie contro i cambiamenti climatici. L’agricoltura reggiana non può e non deve essere lasciata sola davanti alle devastanti calamità: a livello produttivo sono persino peggiori delle conseguenze della pandemia”, la conclusione di Cervi.