CER 11 Febbraio 2022 – La notizia è di quelle importanti per il territorio e per tutte le imprese agricole che usufruiscono della risorsa idrica prelevata e trasportata dal Canale Emiliano Romagnolo per 135 km in tutta la Romagna e parte dell’Emilia Orientale. Nonostante il contesto generale infatti faccia già conti piuttosto salati con aridità dei terreni, temperature sopra la media e portate decisamente in calo dei corsi d’acqua naturali gli imprenditori del comparto hanno necessità di sapere se potranno contare sulla preziosa risorsa per iniziare le loro attività stagionali. Lo scenario, come detto, è poco rassicurante ed è quello che si prefigura anche per le prossime settimane, se non inizierà a piovere, ma il CER si sta comunque attrezzando per tempo grazie ai lavori di completamento dell’impianto principale sul fiume Po e del rivestimento del primo tratto del canale. Il fiume Po, da cui il CER preleva acqua per l’irrigazione, è in stato di “magra invernale” con una diminuzione del 25% sulle portate mensili di Gennaio, come evidenziato dal Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Mite , da qui la necessità di rinnovare l’impianto per renderlo funzionale, compatibilmente anche con gli altri usi e naturalmente secondo le ultimissime prescrizioni normative.Anche i dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche non confortano. Secondo il report settimanale, durante il mese di Gennaio la situazione di siccità fuori stagione sta interessando tutte le regioni del bacino padano e ciò che maggiormente preoccupa è la pesante mancanza di riserve di neve sulle Alpi e dell’acqua ad oggi invasata nei Grandi Laghi del Nord a partire dal Lago Maggiore.
Soffrono anche tutti gli altri corsi d’acqua e torrenti dell’Emilia Romagna, in particolare il Savio ed il Nure che da settimane sono ben al di sotto la soglia critica. Il totale della riserva idrica invasata nei bacini naturali o artificiali e sotto forma di manto nevoso è infatti ancora diminuito rispetto alla settimana scorsa (-5.2%) ed oggi risulta inferiore alla media del periodo 2006-2020 (-51%). Un’anomalia ancora più marcata è quella del fattore denominato SWE (Snow Water Equivalent) che, su tutto l’arco alpino, è prossimo ai minimi storici (-55% rispetto alle medie con punte che in alcune zone toccano -80%). Ma naturalmente quella che più preoccupa è la situazione del Po, che si presenta come a Ferragosto. “Al CER stiamo lavorando al rifacimento del rivestimento in calcestruzzo nel tratto iniziale dell’adduttore, operazione essenziale per mantenere le portate progettuali in transito, oltre al completamento e ammodernamento dell’impianto principale sul PO, Palantone, con l’installazione di 4 nuove idrovore per una portata aggiuntiva pari al 30 % dell’esistente, in modo da fare fronte alle future esigenze” segnala il direttore dell’Area tecnica Ing. Marco Menetti.
Il Presidente del CER Nicola Dalmonte aggiunge che “Si tratta di lavori fondamentali e necessari programmati per la stagione invernale. Questi lavori, importantissimi, consentiranno al sistema CER di funzionare a pieno regime nei prossimi mesi. Purtroppo la siccità sta diventando un fatto strutturale, a causa dei cambiamenti climatici in corso e quindi dobbiamo attrezzarci di conseguenza”. Nonostante la scarsità di piogge l’acqua dal CER arriverà puntuale comunque da Marzo, ad inizio della stagione irrigua, come tutti gli anni, ma dovrà essere usata in modo quanto mai consapevole – con tutti quegli accorgimenti che già gli imprenditori agricoli usano ormai tenere viste le ripercussioni improvvise dei mutamenti del clima e che disegnano, proprio in Romagna, un’area endemicamente colpita dalla siccità. Stefano Anconelli, direttore Ricerca e Sviluppo agronomico sottolinea che “è grazie alla programmazione, ai sistemi esperti e alla irrigazione di precisione da anni studiati al CER, che in una situazione di scarsità della risorsa l’acqua disponibile potrà essere infatti utilizzata al meglio”.