Fabio Pedocchi è il nuovo direttore di Cia Reggio. Ha raccolto il testimone da Annamaria Mora che ha raggiunto l’età di uscita dal lavoro. Lo abbiamo intervistato per approfondire a 360 gradi i temi che riguardano l’associazione, il territorio e l’agricoltura reggiana.
Fabio, iniziamo con le presentazioni…
“Ho 49 anni, sono nato e vivo a Scandiano con la mia famiglia. La mia esperienza professionale fin qui ha preso forma in aziende di vario tipo (alimentare, manifatturiero, servizi) e dimensione: dalla piccola impresa alla multinazionale. Anche se non mi piace la definizione, sono un manager: ho ricoperto ruoli in organi amministrativi di varie società, ho avuto incarichi come responsabile degli affari legali e societari, alla direzione amministrativa e operativa”.
E ora questa nuova esperienza lavorativa…
“È una sfida. Nel mio percorso lavorativo ho avuto l’opportunità di misurarmi con molteplici realtà di diversi settori e ricoprire differenti ruoli. I risultati sono stati lusinghieri. Voglio mettere a disposizione la mia esperienza per far crescere ulteriormente Cia Reggio”.
Che realtà hai trovato in Cia Reggio?
“Molto positiva. Questo grazie anche al fondamentale lavoro svolto da Annamaria che ha diretto egregiamente in anni complicati per il settore agricolo. L’associazione ha radici ben salde nei propri valori ed è radicata sul territorio: fornisce servizi di qualità a imprese e persone. E nella struttura vi sono figure con professionalità elevate che vanno dal settore tecnico a quello fiscale, dalla contrattualistica alla previdenza. Ho poi rilevato fin da subito un particolare attaccamento degli associati che riconoscono le nostre qualità e si identificano con le nostre posizioni. Naturalmente si può e si deve sempre migliorare per continuare a essere competitivi in un mondo in forte evoluzione”.
Quali sono i tuoi obiettivi?
“Essere sempre più vicino agli associati, fornendo servizi efficienti e soluzioni concrete alle esigenze e necessità di chi si rivolge ai nostri uffici. In questa crescente selva di norme e burocrazia, il nostro intento è – in estrema sintesi – semplificare la vita a cittadini e imprese agricole. E questo non può che passare da preparazione e professionalità, unite ad ascolto e presenza sul territorio. Oltre a seguire i soci ‘storici’ che rappresentano la nostra base forte e solida, un’attenzione particolare la meritano i giovani che scommettono sull’agricoltura e affidano a noi il loro futuro: siamo pronti ad accompagnarli, passo dopo passo, nel loro percorso di crescita”.
Quale è lo stato di salute dell’agricoltura reggiana?
“Buono, grazie alle eccellenze riconosciute a livello mondiale. Ma queste eccellenze devono essere costantemente tutelate e valorizzate. Rimanere fermi equivale a perdere valore. E allora dobbiamo essere pronti aiutare i nostri imprenditori agricoli danneggiati dalle pesanti conseguenze dei cambiamenti climatici e dall’emergenza della fauna selvatica, essere in prima linea per difendere i nostri prodotti dalla concorrenza sleale, lavorare su più fronti per commercializzare i nostri prodotti (dal km0 ai mercati locali fino all’export). Ricordo che gli agricoltori non si sono mai fermati anche durante i momenti peggiori del lockdown: sono sempre stati in prima linea per garantire quotidianamente la produzione di cibo e assicurare la presenza di alimenti sani e freschi nelle case dei cittadini. Il settore ha retto ma lo tsunami Covid ha causato problemi e fatto nascere esigenze. Cia ha dato e continuerà a fornire risposte certe a tutte le domande e richieste”.