Di Lamberto Colla Parma, 27 ottobre 2024 – “Mettete dei fiori ne vostri Cannoni” cantavano negli anni ’70 ed era la Guerra nel Vietnam l’oggetto delle contestazioni giovanili che si trasformavano in manifestazioni molto partecipate, piuttosto che nei raduni musicali dei cosiddetti “Figli dei Fiori”. Amore libero e studio spesso autogestito erano le forme di ribellione diffuse al tempo.
Bulli alla “Fonzie” declinati adattandosi alle mode dei vari decenni a seguire, da strafottenti a nerds, via via i “giovani” assumevano forme di adattamento o ribellione alla società, quasi mai correttamente interpretati dagli anzianotti dell’epoca che commentavano: “Gioventù Bruciata”
La cosa più normale è la difficoltà di lettura dei “nuovi” giovani e viceversa la comprensione di questi ultimi delle esigenze degli anziani.
La violenza più dura era circoscritta, si fa per dire, al terrorismo, dalle BR ai NAR , passando per gli “Anarchici Antagonisti” per arrivare agli islamisti e, come comune denominatore, le “mafie” che invece non hanno mai perso potere, trasformando la potenza di fuoco in potenza economica, sempre comunque armata.
### Se Napoli Piange, Milano non ride.
Oggi invece stiamo assistendo a fenomeni di violenza diffusi su tutto tutta la penisola, da nord a sud da est a ovest. Coltelli e pistole escono d’improvviso, non come deterrenti ma per uccidere , spesso, senza movente.
Addirittura nei giorni scorsi un 17enne ammazzò la escort a Viadana spinto dalla curiosità di conoscere cosa si prova a uccidere.
E cosa avrà provato quell’altro ventenne di Rozzano che ha accoltellato a morte il coetaneo per le sue cuffiette?
Altrettanto dicasi per quell’altro che, a Cesano Maderno, con una mazza da baseball ha massacrato nel vano garage il sessantenne imprenditore che rientrava a casa.
Era il 24 settembre quando Candido Montini, 76 anni, ex vicesindaco di Garzeno (Como) e titolare di un piccolo negozio di alimentari nella frazione di Catasco, sui monti dell’Alto lago di Como, è stato ucciso in casa a coltellate. Sospettato un minorenne del luogo.
E che dire del sedicenne che per accreditarsi alla camorra ha ucciso il suo amico 21enne?
Ancora, è dello scorso giovedi mattina alle 2,00 che due gruppi di adolescenti si sono affrontati con armi da fuoco in una vera e propria sparatoria in Corso Umberto a Napoli, dimostrando di essere già “guappi” nonostante i loro 14 anni. Uno scontro a fuoco che ha lasciato sul campo un quindicenne. Sino a pochi anni fa i coetanei di costoro erano a letto da almeno 4 ore perché al mattino avrebbero dovuto andare a scuola.
Invece molti di questi a scuola arriveranno molto in ritardo… o mai!
Questi sono solo alcuni dei delitti, privi di motivazioni reali, che si sono succeduti negli ultimi 30 giorni che hanno coinvolto minorenni. A questi dovremmo aggiungere quelli commessi dagli adulti che per futili motivi uccidono la sorella del compagno di classe con cui si era bisticciato il figlio dell’assassino; piuttosto, come è il caso della Brianza, dove la cognata è stata uccisa e la nipote ferita, rea quest’ultima di aver mal parcheggiato l’auto, ma anche convinto, come dichiarato dal figlio dell’assassino, che i parenti indirizzassero l’aria fredda del condizionatore verso il muro di confine per farlo stare a disagio.
Insomma, i futili motivi sono le motivazioni più diffuse negli omicidi più recenti.
### La “Gioventù” e il Fenomeno delle Baby Gang sono diventate una Realtà Preoccupante
Negli ultimi anni, la gioventù italiana si è trovata al centro di un fenomeno inquietante: l’aumento delle baby gang e la violenza giovanile. La cronaca è costellata di episodi in cui ragazzi, spesso giovanissimi, si affrontano con coltelli e armi, lasciando dietro di loro una scia di sangue e dolore. Ma cosa spinge questi giovani a comportamenti così estremi e violenti?
#### Radici della Violenza
Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. In primo luogo, presumibilmente, la mancanza di opportunità e di prospettive future può spingere i ragazzi a cercare appartenenza e identità in gruppi che promuovono la violenza. Le baby gang, infatti, offrono un senso di comunità, ma a un costo altissimo: l’adozione di comportamenti criminali e violenti.
Il contesto sociale e familiare gioca però un ruolo cruciale. Famiglie disfunzionali, assenza di figure di riferimento e problemi economici possono contribuire a creare un terreno fertile per l’insorgere di queste bande. La mancanza di dialogo e di educazione ai valori della non violenza rende difficile per i giovani trovare modalità alternative di risoluzione dei conflitti.
Non si creda che il confine sia determinato dalla condizione sociale e dal livello culturale.
L’esempio più recente è il caso di “Chiara”, la ragazza di Traversetolo (PR) che nel giro di 1 anno e mezzo ha partorito e, si presume, ucciso ben due neonati, continuando, senza soluzioni di continuità e di umore (almeno apparente) la sua vita privata e sociale riuscendo a celare non solo le gravidanze ma anche uno status, anche fisico, molto alterato.
Tutto ciò deve far riflettere sulla profondità e ampiezza della ferita che solca la gioventù di questo primo quarto di questo terzo millennio.
#### L’Influenza dei Social Media
Un altro fattore da considerare è l’influenza dei social media. Piattaforme come Instagram e TikTok possono amplificare comportamenti devianti, portando a una sorta di competizione tra bande per guadagnare visibilità e rispetto. La violenza viene normalizzata e, in alcuni casi, addirittura romanticizzata, creando un ciclo vizioso difficile da interrompere.
#### Conseguenze e Soluzioni
Le conseguenze di questa violenza sono devastanti. Non solo si perde la vita di giovani, ma si distruggono famiglie e si crea un clima di paura nelle comunità. È fondamentale che la società prenda coscienza di questo problema e agisca di conseguenza. È necessario un intervento congiunto di istituzioni, scuole e famiglie per fornire ai giovani alternative valide e positive.
Programmi educativi che promuovono il dialogo, la mediazione dei conflitti e attività sportive possono rappresentare un valido strumento per allontanare i ragazzi dalla strada. Inoltre, è importante coinvolgere i giovani stessi nella creazione di progetti che possano migliorare il loro ambiente e offrire spazi di aggregazione sani e costruttivi.
Purtroppo però ormai è anche giunta l’ora di mettere mano al codice penale dove indica l’imputabilità per gli adolescenti. Nello specifico, l’art. 97 del codice penale indica che il minore infraquattordicenne non è mai imputabile. L’art. 98 invece indica che “è imputabile chi, nel momento in cui ha commesso il fatto, aveva compiuto 14 anni ma non ancora i 18, se aveva capacità di intendere e di volere.”
#### Conclusione
La gioventù attuale si trova a fronteggiare sfide immense. La violenza e il fenomeno delle baby gang sono solo la punta dell’iceberg di un malessere più profondo che affligge la nostra società. È responsabilità di tutti noi agire, ascoltare e intervenire per costruire un futuro dove la violenza non sia l’unica risposta e dove i giovani possano trovare la loro strada senza dover ricorrere a coltelli e armi. Solo così potremo sperare in un cambiamento reale e duraturo. Ma quanto le TV trasmettono quotidianamente dai fronti di guerra lasciano ben poche speranze.
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