“Il diavolo fa le pentole … e anche i coperchi” – Ma che buon vino di-scount!

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Di Lambert “Daemon” Glue  Ducatus Parmae 17 Agosto 2032  – Questa settimana lasciamo rilassare la mente nel tentativo di riprendere un po’ di emotività positiva.

Ero tentato di parlare di crisi nell’eurozona, avrei voluto inveire contro la sempre di piega impeccabile Christine Lagard,e la sua smania di rispondere diligentemente agli ordini della Federal Reserve insistendo con la scalata dei tassi d’interesse nonostante l’inflazione sia stata incentivata, non già dall’aumento dei consumi, bensì dai prezzi energetici.

Un modo per fare harakiri impoverendo i cittadini e ostacolare gli investimenti delle imprese, già ingessate dai costi di produzione.

Avrei voluto ma non lo farò.

Scelgo quindi un argomento ben più leggero seppure assolutamente serio, tanto quanto la foto di Boris Eldagsen vincitrice del concorso fotografico (Sony World Photography Awards) realizzata con l’Intelligenza Artificiale (A.I.).

Invece, in quello che vi racconterò, resteremo più terra a terra e i tantissimi intenditori di profumi di sottobosco o di corteccia di baobab tipici di quello o quell’altro vino di pregio si sentiranno tirati causa.

E’ dei giorni scorsi che la stimabile rivista “Gambero Rosso” ha messo in prima pagina la notizia che un vino dozzinale, travasato in una bottiglia di pregevole gusto, ha vinto il concorso  Gilbert & Gaillard International Wine Competition di Hong Kong.

Colore rosso granato brillante. Naso timido che combina frutta a nocciolo, ribes, rovere discreto. Palato soave, nervoso e ricco, con profumi giovani e puliti che promettono una bella complessità. Evoluzione su spezie fini e un tocco di fuliggine. Molto interessante”, questo il commento della scrupolosa commissione.

Il “vino” invece era un pessimo prodotto acquistato al discount belga “Delhaize” dal prezzo di 2,50€, quindi travasato in una bottiglia nobile e infine ottenute le “opportune” certificazioni di laboratorio, la preziosa bevanda è stata spedita al concorso, e “Le Château Colombier”, questo l’altisonante etichetta del vino, è stato premiato.

Comunque nulla in confronto al capolavoro dei “ragazzacci” di Livorno che hanno pescato le teste di Modigliani da loro scolpite in pochi minuti e poi di nascosto gettati a fiume. “La famosa “beffa” del 1984” ebbe ripercussioni colossali nel mondo dell’arte, perché i più grandi critici d’arte italiani si coprirono di vergogna definendole autentiche anche dopo la confessione degli autori, i quali erano convinti che le loro opere ricavate con qualche ora di lavoro, sarebbero state subito riconosciute come false, e mai avrebbero pensato di innescare un caso internazionale. Come se non bastasse durante la “pesca miracolosa”, Jeanne Modigliani, figlia dell’artista, venne trovata esamine nella sua abitazione parigina in circostanze anomale, proprio quando stava per venire a Livorno per dichiarare false le DUE sculture (quelle realizzate da Froglia) emerse dai fossi della cui esistenza era stata avvertita da una lettera anonima.” Per rinfrescare la memoria consigliamo la lettura della stria del “1984” per arsi una grassa risata di quanto quei tre giovani livornesi,  Michele Ghelarducci, Pietro Luridiana e Pierfrancesco Ferrucci,  riuscirono a scatenare, addirittura a livello internazionale. La giustificazione? :“Visto che non trovavano niente, abbiamo deciso noi di fargli trovare qualcosa!” (Riferito alle ricerche vane che il Comune aveva finanziato per ritrovare le teste che si raccontava Modigliani avesse gettato nell’Arno.

Abbiamo ancora speranze: L’Intelligenza Naturale ha vinto sull’Intelligenza Artificiale.

 Link:

https://www.gazzettadellemilia.it/politica

https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/41182-il-diavolo-fa-le-pentole-%E2%80%A6-e-anche-i-coperchi-video

https://www.gamberorosso.it/notizie/notizie-vino/un-vino-da-due-euro-viene-travasato-in-unaltra-bottiglia-e-vince-la-medaglia-doro-al-concorso-gilbert-gaillard/

http://www.modigliani1909.com/la_beffa_del_1984.html

https://www.raicultura.it/arte/articoli/2019/10/La-beffa-di-Livorno-0c560850-29ee-4653-862d-d780c47354ad.html

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