Di Lambert “Daemon” Glue – Ducatus Parmae 1 Ottobre 2032 – Al funerale del Presidente emerito Giorgio Napolitano c’era la folla che non t’aspetti. Poco più degli anziani che amano controllare le riparazioni delle buche e delle fognature.
Fortunatamente, per rispetto di Sergio Mattarella probabilmente, due importanti statisti europei hanno presenziato. Emmanuel Macron, che ha colto l’occasione di un colloquio chiarificatore con Giorgia Meloni, e il Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier il quale invece ha preferito lasciare la questione dei finanziamenti alle ONG ad altri che si sarebbero incontrati nei giorni seguenti a Berlino.
Una cerimonia laica, talmente laica e rispettosa delle volontà di Re Giorgio che persino il Papa ha tralasciato il segno della croce davanti alla salma, in contrasto con quanto insegnato al catechismo, a meno che non ci siamo accorti del cambiamento. Di fronte a un laico, un credente, dovrebbe comunque favorire l’ascesa al cielo del terrestre, a meno che non abbia certezza che i delitti commessi in terra non possano essere alienati dal “Signore”.
Una cerimonia così laica che anche il discorso di S. Eminenza Rev. Cardinale Gianfranco Ravasi, noto biblista ed ebraista nonché già Presidente della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, lascia perplessi. Il porporato, riprendendo il libro del profeta Daniele (capitolo 12, versetto 3) che, sul punto, sarebbe imbevuto di pitagorismo, ha paragonato il due volte Capo dello Stato ad un saggio che ha indotto molti alla giustizia e che, per questo motivo, risplenderà come stella per sempre.
Dall’ “omelia laica” alla “beatificazione laica” il passo è stato breve. … E comunque interrogativi sono ancora sospesi sulla posizione presa, a suo tempo, nel caso di Eluana Englaro che aveva diviso l’Italia e anche il Governo Berlusconi dal Capo dello Stato. Insomma, va bene il rispetto per l’uomo defunto e per la carica ricoperta, ma certi segnali, non solo simbolici, e certe “omelie” un po’ troppo spinte, lasciano veramente l’amaro in bocca.
Ma d’altra parte, in questi ultimi sette giorni, il refrain comune su tutte le frequenze era di beatificazione del Re Giorgio,
Un apprezzamento forzatamente ridondante che però è stato distonico dalle immagini provenienti dalla piazza: Quasi il deserto dei Tartari.
Nulla in confronto a donne e uomini dello spettacolo che son venuti meno, men che meno confrontabile con le masse che hanno onorato la dipartita di Silvio Berlusconi.
Una ulteriore conferma di quanto certa “politica” sia ben distante dal “popolo”.
Non entreremo nel dettaglio delle incongruenze e delle forzature che Giorgio Napolitano ha avuto verso la Costituzione specie nel 2011, ma quel che è più evidente è la incoerenza del politico, sempre a galleggiare col salvagente dei più forti del momento.
Prima fascista, poi comunista del PCI e legato a doppio mandato con l’URSS, quindi europeista (anche come eurodeputato ma con una macchia sui rimborsi– vedi tvtedesca) e infine atlantista convinto.
Il timore che sarebbe stata minima la partecipazione alle esequie e per offrire invece una dignità aristocratica coerente al rango del defunto sono stati invitati Macron e il presidente tedesco; altrimenti al funerale laico non ci sarebbero state nemmeno le Oche del Campidoglio.
RIP l’uomo, ma sul politico le riserve ci sono, eccome!
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