Di L’Equilibrista 30 aprile 2025 – L’ Azienda agricola Strada del Casalino, collocata fra le colline di Canossa, in provincia di Reggio Emilia, ad una altitudine di 400 metri circa, beneficia di un territorio vocato per la produzione del lambrusco maestri.
Il loro prodotto, l’Allegra Brigata in degustazione, ha fatto emergere tipici sentori di gelso, frutta croccante ed esuberante dalla chiara matrice tannica, quest’ultima capace di creare un giusto connubio per un attento consumo a tavola di questi grandi lambruschi. Il confronto fra il prodotto fresco e la vendemmia di 5 anni prima, ne hanno fatto emergere sentori di evoluzione marcata ma mai prevaricante o poco desiderabili, anzi indispensabili per caratterizzare quanto la capacità di freschezza esaltante espressa nel primo calice, quello più giovane, siano di buon auspicio per le vendemmie successive.
Anche il cabernet sauvignon, il Pigas, ovviamente vinificato fermo, ha espresso un’anima floreale di ciclamino e rose rosse, davvero elegante e sofisticata, connotando un palato del tutto in linea con le aspettative di sorso fine e delicato dal finale teso con richiamo di pepe nero e china. Un calice lontano da quella omologata e pericolosa tendenza che favorisce sentori ripetibili e poco territoriali. Qui l’effetto del benefico influsso delle zone calanchive e delle chiare matrici argillose, sono evidenti e precise.
Parlo ora della Refurtiva, una spergola di montagna con una breve macerazione.
Prodotto conosciuto ed apprezzato ai tanti reggiani, che qui si presenta con una produttiva vena materica, dalla presenza placida nel calice ma dalla suadente verve al palato, capace di mostrare un’invidiabile tattilità sulla lingua, regalando una spergola di collina veramente fuori dagli schemi, perché di grande classe, dal giallo dorato, spumosa e dalla bolla persistente e fine. Un finale fruttato di pera e pesca matura, carica di gusto, corroborante e finalmente persistente, ponendo fine alla diceria che si vuole sempre e solo questi prodotti proposti in aperitivo.
La scena finale riservata al sauvignon blanc An’ B IANC, è stata senza dubbio più che meritata. Un vino che nonostante essere stato proposto dopo lambruschi e rossi di struttura, ha manifestato un’invidiabile profondità, un vino rosso vestito da bianco viene da dire, con tanta parte fruttata invitante a coglierne un filo conduttore, con sentori di frizzante albicocca croccante e calibrata cannella dolce, curcuma e miele di acacia.
Tanto spessore gustativo, nonostante stessimo parlando di un prodotto a residuo zuccherino zero, dimostrando la sua totale autenticità rispetto ai classici dettami del sauvignon francese.







