Per queste ragioni, sentire le loro voci calde e coinvolgenti, respirare l’entusiasmo contagioso fra le persone, ha fatto davvero bene a questo VINITALY 2022 che è risultato molto vivibile, intenso e soprattutto non una semplice parata ma denso di contenuti.
Michele Bernetti, titolare Umani Ronchi (Marche) ha detto che è stato un Vinitaly entusiasmante, la prima vera occasione dopo tanto tempo di rincontrare fisicamente persone che non vedevamo da tre anni. “Abbiamo avuto contatti con molti buyer internazionali: la nostra azienda è rivolta infatti principalmente all’estero con circa il 65% delle nostre produzioni destinate all’export. Abbiamo incontrato tutti i nostri clienti europei, una discreta rappresentanza di America e Nord America mentre l’Asia è mancata per ovvie ragioni”.
Diego Bosoni, direttore generale Cantine Lunae (Liguria). “È andata bene, siamo contenti. Abbiamo riscontrato in questi giorni una serie di visite da parte di professionisti del settore e allo stesso tempo un grande entusiasmo nel voler ripartire e una grande attenzione verso nuovi progetti e territori da scoprire come il nostro. Noi abbiamo avuto diverse visite di acquirenti stranieri, quindi ho trovato soddisfacente anche questo aspetto.
Alessandro Cellai, enologo e direttore generale Vallepicciola (Toscana). “Questo Vinitaly è andato oltre le più rosee aspettative: non che ne avessimo dubbi, perché quando Veronafiere organizza questa manifestazione ha sempre rispettato le attese. Abbiamo trovato un clima di grande entusiasmo, persone che avevano voglia di rincontrarsi sotto il comune denominatore di questa materia prima straordinaria che è il vino, che trasmette una grandissima comunione di intenti”.
Andrea Farinetti, Fontanafredda (Piemonte). “Vinitaly è andato molto bene. La pandemia ci ha insegnato tante cose: una su tutte la gestione del tempo che in questa edizione è stato uno dei parametri più efficienti. Bene gli ingressi limitati e le presenze di qualità. Siamo riusciti ad ottimizzare bene gli appuntamenti con buyer e fornitori. È finalmente tornata una fiera business con nuove opportunità e nuove conoscenze. Emozionante anche rivedere partner internazionali: dagli Stati Uniti, dall’Europa, dal Giappone.
Massimo Gianolli, presidente La Collina dei Ciliegi (Veneto): “Sono felice dei passi che ha fatto Veronafiere e che ha fatto l’Ice perché è stata un’edizione molto positiva. Gli ingredienti che hanno determinato un grande successo per quest’edizione sono voglia di riprendere da parte di tutti, voglia di ritornare ad essere insieme – è un ingrediente fondamentale – qualità dei visitatori e qualità dei buyer. Abbiamo avuto tantissimi clienti italiani, un horeca di assoluta qualità, così come privati e investitori di assoluta qualità provenienti anche dal mondo della finanza e molta affluenza dall’estero”.
Andrea Orsini Scataglini, direttore comunicazione Marchesi Frescobaldi (Toscana). “Noi l’abbiamo vissuta molto bene, il padiglione della Toscana ha fatto il suo, abbiamo avuto ospiti e abbiamo cercato di mantenere le regole. Abbiamo avuto le persone che volevamo e soprattutto abbiamo avuto la voglia di sentire la passione, l’energia e l’entusiasmo di un Paese che rinasce, che vuole rinascere e che vuole andare sempre più avanti. Gli importatori sono venuti, li abbiamo avuti sia dagli Stati Uniti che dall’Europa, abbiamo visto un po’ meno la parte asiatica ma le aspettative sono state molto rispettate. Anche perché questa volta Vinitaly è stata la prima fiera internazionale, altri anni succedeva che venisse anticipata da altre fiere, quest’anno ha fatto da padrona”.
Giuseppe Pagano, azienda agricola San Salvatore (Campania). “Quest’anno abbiamo molto apprezzato i due giorni riservati solo a operatori specializzati e non pubblico generico. Sul lato ripresa e internazionalità post pandemia, abbiamo registrato un ottimo riscontro. In particolare, è stata molto presente la Germania, ma anche UK e USA. Abbiamo sentito tuttavia la mancanza dell’Oriente, almeno per quanto ci riguarda. Siamo comunque fiduciosi, contenti e convinti che questa sia la strada. Verona e Vinitaly sono e restano le porta bandiera del vino italiano nel mondo”.
Antonio Rallo, Ad Donnafugata (Sicilia). “Abbiamo atteso davvero tanto questo 54° Vinitaly e siamo stati assolutamente ripagati. Un grande Vinitaly sin dal primo giorno, tantissimi stranieri e tantissimi operatori italiani, ristoratori ed enotecari. Inoltre, abbiamo avuto una grande presenza dall’estero. Quindi tutto ci fa presagire che – malgrado le tempeste – questo possa essere un buon anno”.
Luca Rigotti, presidente Gruppo Mezzacorona (Trentino). “Per quanto ci riguarda è andata oltre ogni aspettativa. È innegabile che i problemi di pandemia ci siano ancora, così come qualche problema nel trasferirsi da uno stato all’altro. Ciò nonostante, è stato davvero un Vinitaly interessante, il Vinitaly del ritorno dopo le prove generali fatte in ottobre. Per quanto riguarda i visitatori, i contatti e gli appuntamenti di lavoro non possiamo che esprimere soddisfazione. Molto buoni i contatti a livello nazionale e anche internazionale. Abbiamo avuto contatti con buyer provenienti da vari stati esteri, per cui bilancio positivo anche da questo punto di vista”.
Massimo Tuzzi, Ad Holding Terra Moretti (Lombardia e Sardegna). “È andata straordinariamente bene, siamo molto molto contenti. Abbiamo preparato molto bene la fiera prima di arrivarci, quindi gli appuntamenti sono stati cadenzati e ben gestiti. C’è stata buona presenza di stranieri, e devo dire che dopo questi due anni – che ci hanno imposto di ragionare in modo diverso e di apprezzare in modo diverso la possibilità di stare assieme anche durante il lavoro e quindi anche durante la fiera – abbiamo vissuto Vinitaly in modo più intenso e senza dare per scontato ciò che davamo per scontato fino al 2019. Questo per me è stato molto interessante e ci ha permesso di vivere la fiera più intensamente”.