Auto elettriche o auto a pedali?

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Di Lamberto Colla Parma, 19 gennaio 2025 – Nonostante sia palese la crisi in cui sta versando l’automotive europea a seguito di una politica Green demenziale, non sembra che vi siano ravvedimenti da parte della politica in generale e della Commissione Europea in particolare. Anzi si insiste sulla sovvenzione alla produzione di auto elettriche seppure sia evidente che il consumatore, piuttosto che acquistare una onerosa e inefficiente auto elettrica si tiene la sua vecchia automobile accettando passivamente le limitazioni imposte alla calpestabilità dei suoli urbani.

Forse uno spiraglio sta facendo il suo ingresso grazie a Roberto Cingolani, ora AD di Leonardo. Infatti il manager e politico, dopo aver cambiato casacca ha deciso di commentare le politiche che lui stesso in precedenza sosteneva. Infatti, a seguito della sua nomina a ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel governo Draghi, entrando ufficialmente in carica il 13 febbraio 2021, il primo marzo successivo diventa il primo Ministro della transizione ecologica, fino al 22 ottobre 2022 era un esponente apicale di quella politica alla transizione ecologica basata su idee strampalate. Un vero e proprio esponente esecutore della politica green che oggi invece contesta e rinnega. “L’Europa, diciamo, ha fatto un po’ una figura barbina – sosteneva Cingolani lo scorso 24 ottobre – perché noi pensavamo di essere furbi. Delocalizzavamo in Cina perché lì si pagava meno la manodopera, poi lì producevano i chip, poi abbiamo avuto una serie di ideologi che ci hanno detto che le auto a batteria avrebbero risolto tutti i problemi del mondo, ma bastava fare due conti per capire che era una sciocchezza, altri ideologi che in piena crisi climatica sostenevano che si fa tutto con l’eolico e il fotovoltaico. Ecco, era tutto fisicamente sbagliato. Non era una questione di idee, era una questione di latta, di fisica, che non funzionava. Chi raccontava queste cose, oggi dovrebbe pagare il pegno delle cose che sono state fatte. Eppure siamo stati ubriachi abbiamo avuto una Commissione Europea ,che ha spinto in maniera ideologica e ora ci rendiamo conto che abbiamo distrutto filiere intere industriali. Non è solo automotive, l’Italia in particolare, oltre a questo ha anche il costo dell’energia più altro perché ha rinunciato in maniera ideologica al nucleare e adesso ci rendiamo conto che è un po’ più difficile competere”.  

Meglio tardi che mai, ma nel novero delle  “ideologie” demoniache possiamo annoverare anche quella che ha portato alla vaccinazione su larga scala, sulla base di paure indotte, con farmaci sperimentali, che utilizzavano e utilizzeranno prodotti a mRNA che hanno prodotto una ampia serie di potenziali danni agli organismi, alimentando oltremodo il numero delle reazioni avverse, sia nell’immediatezza, sia a tempi ritardati, bombe biologiche a orologeria, in forza della ignoranza scientifica sugli effetti avversi causa mancanza di dati sperimentali.

Ma tornando all’ideologia “gretina” vediamo un po’ quali sono i problemi che sostengono la crisi europea in capo automotive.

Tre sono le crisi che possiamo annoverare, in contemporanea, nel settore europeo dell’industria automobilistica:

  • prima di tutto il confronto con il mercato cinese; 
  • Quindi al cambio di preferenze dei consumatori, soprattutto giovani;
  • Infine le penalizzazioni economiche sui costruttori che non venderanno almeno il 22% di auto elettriche. 

Alfredo Altavilla – già braccio destro di Sergio Marchionne in FCA e ora advisor per l’Europa di BYD – ha dichiarato a RAI news.it, quali secondo l’esperto sono i problemi dell’industria europea. “Altavilla dice che BYD non si presenta come un costruttore di automobili, ma come una tech company: per esempio, oltre a essere tra i maggiori produttori al mondo di pannelli fotovoltaici e di energy storage, BYD fornisce molti componenti elettronici alla Apple. Questo è il vero tasto dolente dell’industria europea: quella orientale, e anche americana, è un’industria nettamente più avanti nella trasformazione digitale, nel software. Ford, Toyota, Kia, Nissan, Hyunday, BYD producono auto più innovative e, quindi, più competitive di quelle che vengono prodotte in Europa. E tutto questo sui grandi mercati fa la differenza.

Giusto per dare un’ultima mazzata alla sprovveduta politica continentale, Altavilla ha concluso il suo intervento sostenendo che “La tecnologia dell’elettrico sarà una delle tecnologie che innoveranno la mobilità. L’errore dell’Europa, e dei costruttori europei, è stato quello di pensare che fosse l’unica. E di puntare tutto su questa tecnologia. Nel frattempo, gli altri sono andati avanti e hanno innovato l’auto e cercato nuove forme di alimentazione, vedi per esempio Toyota e il motore ad acqua che estrae idrogeno.”

Fosse efficiente l’auto elettrica, avrebbe incontrato un miglior mercato.

Personalmente, in considerazione dei tempi di ricarica, i nostri frequenti viaggi verso Bruxelles, che generalmente durano tra le 10 e 12 ore in relazione al traffico per coprire i 1.100 km di distanza da Parma, a livello teorico con almeno 4-5 soste si sarebbe sensibilmente dilatato il tempo d’arrivo (tra le 15 e le 18 ore). Un viaggio che, con il nostro mezzo euro 6 diesel 2.000 CC 194 CV, assecondando i limiti di velocità, particolarmente ridotti in Svizzera (tra 80 e i 110 km/h), ha realizzato un consumo medio di 20 km/litro e un costo inferiore ai 100€ a viaggio.

A questa esperienza personale, che per quanto ripetuta non è stata scientificamente registrata, voglio invece esporre un esempio di viaggio con auto Full Electric testimoniato da Lorenzo Caroselli che ha viaggiato per 768 km. Partenza da Mediaset a Coloro Monzese e arrivo a San Marcellino.

Il costo della ricarica era di 1€/KWatt e dopo 3,5 ore il cronista era ancora in prossimità di Modena dove è stata fatta la ricarica, ordinatamente in attesa in coda (circa 15 minuti) prima di poter agganciare le spine.

Alle 17,30 la terza sosta per la ricarica. Le colonnine in questa circostanza si sono spente, forse a causa delle troppe vetture in agganciate. 

Dopo 6 ricariche tra 30 e 60 minuti il conducente ha deciso di fare tappa a Roma perché San Marcellino è ancora lontano. Ecco pronto al mattino per una nuova ricarica. 

E così dopo 15 ore di viaggio8 ricariche giungere finalmente a destinazione con una spesa di ben 133,69 € di sole ricariche.

Con la medesima auto alimentata a diesel il tempo impiegato sarebbe stato la metà e con un risparmio di spesa di carburante prossimo a  –50€

Quando le accise verranno trasferite sul chilowatt, il differenziale di costo di viaggio sarà ancor più ampio, senza pensare al rischio di incendio che, in caso di auto elettrica, non è possibile di spegnere attendendo solo l’esaurimento della batteria. Motivo per cui  molte compagnie di navigazione vietano di trasportare auto elettriche.

Va bene la coerenza ma così facendo non si può escludere che la prossima tappa possa essere l’incentivazione dell’automobilina di latta a pedali. 

Sicura, silenziosa, a impatto zero e attiva contro i costumi sedentari della vita moderna. La salute prima di tutto!

(Vignette di Romolo Buldrini l’Aquila)

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