di Mario Boggini e Virgilio – Milano, 5 gennaio 2023 –
Come si può facilmente osservare, anno nuovo problemi vecchi… i valori, nonostante i recenti ribassi di ieri sera, restano alti specie per il comparto proteici: in Brasile le cose vanno abbastanza bene, mentre in Argentina non piove a sufficienza e questo mette in angoscia il mercato internazionale e anche specialmente quello Europeo perché la gran parte della farina di soya arriva da quel paese.
Nel mercato interno la situazione rasenta l’incredibile siamo al 05/01 e alcuni operatori devono ancora disporre le quote seconda quindicina dicembre e terza decade di dicembre, ma potrebbe anche essere che le quote arretrate siano ancor superiori!
Logicamente la tensione che coinvolge la farina di soya si riverbera su tutto il comparto proteici e semi oleosi. Il 12 gennaio sarà una giornata chiave: USDA con le stime delle produzioni in Sud America e gli stock in USA. Per i cereali segnalo un solo dato: al Bosforo ci sono più navi vuote in entrata che navi piene in uscita, questo per la lunghezza e farraginosità dei controlli. (questa è una notizia che va meditata e che dimostra l’importanza dell’area del Mar Nero). Purtroppo, nel bombardamento di notizie che subiamo quotidianamente la morale è che: bastano poche righe per infiammare i mercati così come bastano poche righe per deprimerli. Siamo sempre nella certezza dell’incertezza anche se la paura della recessione e la calma della Cina nel presentarsi sul mercato stanno dando qualche segnale di rallentamento, ma a noi restano quotazioni troppo alte per una serie di combinazioni mai previste e prevedibili.
Il mercato in pillole: cereali pesanti specie il mais e il grano, ma vedremo la prossima settimana con la riapertura di diversi mercati se siamo ad una soglia di resistenza. Per ora tale soglia è dovuta più alla logistica che non tanto al prezzo di rimpiazzo. Per i Cruscami di Grano il ridimensionamento dovrebbe essere prossimo specie se un grande impianto in Piemonte riprenderà l’attività interrotta, con la conseguenza che il calo potrebbe essere sensibile. Inoltre, da Sud dovrebbero riprendere i carichi, così come dall’estero. Proteici molto cari specie la far soya che ieri quotava 630€ partenza Venezia e 625€ a Ravenna per la proteica e -8/10€ per la normale. Fibrosi sempre stabili e cari. Sottoprodotti dell’industria del riso fermi, ma in tensione per scarsità di produzione. Melassi dovrebbero ribassare un pochino. Sottoprodotti vari ben tenuti e di difficile reperimento per due motivi: uno inerente alla logistica, l’altro il calo dei volumi e degli sprechi dell’agroindustria.
Insomma, cambia l’anno ma la musica per ora è sempre quella, siamo un paese assoggettato per alcune categorie di prodotti ad un regime di oligopolio mercantile di difficile gestione specie sul medio termine. Siamo all’inizio dell’anno e più avanti, se e quando gli importatori usciranno con quotazioni sul 2024, consiglierò di prenderli in esame al fine di comperare/prenotare posizioni scevre da: clima, guerre, embarghi e quanto altro.
Per il settore bioenergie si consiglia di non lasciar perdere nessuna opportunità sulle matrici presenti perché i quantitativi sono risicati e rari e la domanda invece è vivace.
Indici Internazionali al 5 gennaio 2023
L’indice dei noli B.D.Y. è sceso a 1.176 punti, il petrolio wti è sceso a circa 74 $ al barile, il cambio €/$ gira a 1,06166 ore 09,03.