Cereali e dintorni. La guerra procede e fare scorte è tardi. 

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di Mario Boggini e Virgilio – Milano, 4 marzo 2022 –  

La guerra procede e l’Europa si scopre deficitaria di molti prodotti agroalimentari, e già si vocifera di interventi governativi da parte di nazioni notoriamente esportatrici di cereali a “tutela” delle nostre scorte interne (questo a riprova che diverse vendite erano triangolazioni con origine Ucraine e Russia per i cereali, mentre per i semi oleosi la situazione è ancora più complessa). 

Il rischio reale di non arrivare alla congiunzione dei nuovi futuri raccolti è concreto.

Questo rischio non è solo del nostro paese, ma per noi lo è in modo importante, perché importiamo il 50% dei cereali e il 75% dei proteici che trasformiamo. 

Fare scorte è ormai tardivo ed è difficile fare contratti sui futuri in quanto, i grandi traders non danno prezzi e comunque si prendono impegni solo sul breve termine. L’alternativa è una veloce rivisitazione delle proprie razioni e delle proprie formule dato che al momento in molti producono derrate zootecniche in perdita: forse conviene produrre meno. 

Le speranze sono: 

  1. che la guerra finisca in fretta. 
  2. Che le scorte Ucraine siano messe su treni e camion e arrivino anche da noi. 
  3. Che si sblocchi il Mar Nero di modo che dal porto di Costanza (Romania) possano partire le navi. 
  4. Possano partire le navi dopo le riparazioni delle infrastrutture dal porto di Odessa. Tutte cose che comunque richiedono tempi non certo brevissimi e comunque legati al primo punto.
  5. Che aumentino in tempi stretti i valori dei prodotti trasformati dalla nostra filiera, almeno per farla sopravvivere, altrimenti la via obbligata è la riduzione del patrimonio zootecnico. 

Intanto i venditori con contratti “svantaggiati” cercano qualsiasi appiglio per non eseguire, (e qui occorre fare molta, molta attenzione alle normative contrattuali e ai pagamenti) circolano sempre di più lettere di “causa di forza maggiore” con la sospensione provvisoria dei contratti. Ma tale diritto è valido solo per i contratti inerenti merci aventi chiaramente “origine Mar Nero o Ucraina”, mentre per origini diverse la clausola può essere respinta. 

Il momento indubbiamente è difficilissimo e certamente durerà mesi, per noi sicuramente, sino all’arrivo dei nostri raccolti, sperando che su questi dal cielo scenda almeno un poco di pioggia. 

A livello internazionale stanno riflettendo se mantenere stabili o meno le produzioni di Biodiesel ed Etanolo derivante da prodotti agricoli. Basterebbero dei decreti-legge per vedere un violento e rapido ribasso dei mercati!!! 

Due righe per il mercato dei prodotti per Biodigestori che stanno cercando matrici fermentescibili, solo che ora con le materie prime così care i sottoprodotti vengono ripresi in considerazione dall’industria dei mangimisti-commercianti ed anche da alimentaristi che sino a due tre settimane fa non ricordavano più l’esistenza di alcune materie: 

“Miracolo dell’economia della scarsità” 

Economia alla quale per mesi dovremo abituarci. E questo solo dopo una sola settimana di guerra!

INDICI INTERNAZIONALI 2 marzo 2022

L’indice dei noli B.D.Y è sceso a 2.040 punti, il petrolio wti è salito a 103$ al barile, e il cambio gira a 1,10915 ore 8,18 

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