Di Mario Boggini e Virgilio Milano, 15 luglio 2025 –
I DAZI DI TRUMP disturbano i mercati, motivo per cui non si riesce a immaginare i valori, in più per gli Europei vi è anche la certificazione contro la deforestazione che pare che ammonti a 25€ tonnellata dal 01/01/2026 a meno che COCEREAL EUROPA non vinca la sua battaglia. Ecco alcuni commenti tratti da pellati informa:
“I dazi del 25% imposti dagli Stati Uniti su Giappone e Corea del Sud potrebbero colpire la domanda di mais americana, poiché entrambi i Paesi sono importanti acquirenti di prodotti agricoli statunitensi. Secondo i dati USDA, il Giappone ha già impegnato acquisti per oltre 12 milioni di tonnellate di mais USA in questa campagna di commercializzazione, mentre la Corea del Sud per 5,9 milioni di tonnellate, in aumento rispetto all’anno scorso. L’introduzione dei dazi potrebbe mettere a rischio queste esportazioni, finora sostenute da spedizioni elevate dai porti americani” “Il presidente Trump ha inviato lettere a 14 nazioni dicendo loro che dovranno affrontare tariffe più elevate a partire dal 1° agosto a causa del mancato raggiungimento di accordi con gli Stati Uniti durante la pausa di 90 giorni. I 14 paesi che hanno ricevuto le lettere appaiono vicini strategici della Cina, o sono paesi con cui la Cina ha relazioni commerciali significative. Uno degli obiettivi primari della guerra dei dazi sarebbe quello di ottenere accordi commerciali che aiutino il presidente Trump a contenere la Cina, e sembra che sia così. Sembra che il presidente Trump stia chiedendo a questi paesi del Sud Est Asiatico di schierarsi: o si allineano con la Cina o con gli Stati Uniti. Infatti, Trump ha dedicato alcune delle sue tariffe più alte in quell’area del Mondo che è anche uno degli sbocchi cruciali della Cina, o il ponte attraverso il quali i prodotti cinesi poi arrivano negli Stati Uniti.”
Capite che tutto ciò rende difficile operare nel medio lungo termine!
Venendo al mercato interno il mais sì sta surriscaldando, sia sul vecchio raccolto che sul nuovo. Con gran probabilità agosto sarà un mese difficile. Gli altri cereali non cedono di certo. I cruscami resistono perché l’industria molitoria lavoro poco. Fibrosi fermi. Proteici a buon mercato specie la farina di soya, più difeso il girasole del quale rischiamo di andare corti.
Il mais, come si diceva, si sta surriscaldando e la situazione è molto tesa. E’ ormai difficile recuperare del mais nazionale sia 5 ppb che 103 cioè sino a 20 ppb. Il mercato è fatto solo dal mais estero che però fatica ad arrivare via camion. I silos interni sono letteralmente assaltati, in quanto molti trasportatori non intendono andare al carico a Ravenna e/o Venezia per via delle code interminabili. Il problema si protrarrà forse anche su agosto con presunte/probabili scoperture sul porto di Venezia quindi il solo porto di Ravenna sarà ancora più intasato ed eseguirà principalmente merce GMO. Stante poi il basso prezzo della farina di soya non è da escludere che il mais si avvicini allo stesso valore.
Consigliabile il controllo delle giacenze e i consumi, prendendo tale comunicazione come una “allerta” .

Grafico mais estero extracomunitario da settembre 24 ad oggi sulla piazza di Milano
Gli altri cereali non cedono di certo. Proteici a buon mercato specie la farina di soya che ieri quotava 290/295€ porto Ravenna, più difeso il girasole del quale rischiamo di andare corti.
Per le bioenergie caccia alle matrici economiche, abbiamo ancora disponibilità di sottovagliature dei semi oleosi a 115/120€ arrivo.
Indici Internazionali al 11 luglio 2025
L’indice dei noli b.d.y. è sceso a 1.465 punti, il petrolio wti è sceso a circa 66$ al barile, il cambio €/$ gira a 1,16892 ore 09,59.


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Mario Boggini – esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali – (per contatti +39 338 6067872) – Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull’operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
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(*) Noli – L’indicatore dei “noli” BDY è un indice dell’andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
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