Emilia Romagna: 400 milioni per il rafforzamento della competitività

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Prima Regione in Italia ad avere l’ok della Ue. Aiuti ai giovani e poi innovazione e transizione ecologica gli obiettivi fondamentali per rilanciare la crescita del settore. Per il finanziamento europeo l’87% delle risorse provengono dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e la restante quota del 13% sono finanziamenti del Next Generation Eu. Per il cofinanziamento nazionale il 70% delle risorse provengono dallo Stato e il 30% dalla Regione

Bologna – Semaforo verde dalla Commissione europea al Programma di sviluppo rurale (Psr) della Regione Emilia-Romagna per il biennio di transizione 2021-2022, in attesa della messa a punto del nuovo Psr 2023-2027 dopo l’accordo dello scorso mese di giugno sulla riforma della Politica agricola comunitaria (Pac). 

Il via libera porta la firma del commissario Ue all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, che ha sottoscritto, a nome dell’esecutivo comunitario e in tempi molto rapidi, l’atto di approvazione “senza osservazioni” alla richiesta di modifica del documento di programmazione degli interventi regionali in agricoltura presentata dalla nostra regione il 12 agosto scorso. 

Il Psr di transizione dell’Emilia-Romagna, prima Regione italiana ad aver ottenuto l’ok di Bruxelles sul nuovo piano, potrà contare su una dotazione finanziaria di 408,9 milioni di euro per gli anni 2021 e 2022 (+35% rispetto alla precedente programmazione). Risorse che provengono in gran parte dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale(l’87%), più una quota minoritaria di quelle attivate con il Next Generation Eu (13%). 

Aiuti ai giovaniinnovazione e transizione ecologica sono gli obiettivi fondamentali ai quali guarda il nuovo Psr biennale dell’Emilia-Romagna per rilanciare la crescita di un settore che proprio durante il periodo dell’emergenza Covid ha dimostrato quanto sia fondamentale l’agroalimentare per il presente e il futuro del nostro Paese e del mondo. 

Quanto alla ripartizione dei fondi europei, oltre l’83% delle risorse saranno messe a disposizione delle strategie di investimento delle imprese, circa l’11% andrà a finanziare il premio di primo insediamento dei giovani agricoltori e il restante 5% a supporto dei progetti di innovazione e ricerca. /G.Ma

A seguire il dettaglio dei principali capitoli di spesa

La ripartizione dei fondi 

Tra i principali capitoli di spesa vanno segnalati i finanziamenti per l’ammodernamento delle aziende agricole e agroalimentari (117,5 milioni di euro), il sostegno alle coltivazioni bio (72,6), le risorse per l’insediamento dei giovani e la strutturazione delle loro imprese (52,6) e gli aiuti agli imprenditori agricoli che operano in zone montane e del basso ferrarese (50,4).  

Poi grande attenzione all’ambiente con gli incentivi ai nuovi progetti di forestazione (8,2) e azioni di contrasto al cambiamento climatico, in particolare per la prevenzione dei danni causati dalle gelate tardive che nell’ultimo triennio hanno messo in ginocchio la produzione ortofrutticola regionale (circa 7 milioni di euro).  

Ancora: spazio alle azioni di prevenzione dei danni da fauna selvatica e per la riduzione delle emissioni di ammoniaca (10 milioni) e per la gestione sostenibile delle risorse idriche (6,9 milioni di euro).  

Infine, un capitolo a parte meritano gli interventi per la montagna, con misure specifiche per la tutela degli ecosistemi forestali, il contrasto all’abbandono del territorio attraverso pagamenti compensativi, i servizi alla popolazione e la promozione territoriale. In particolare, a quest’ultima misura sono destinati 19,6 milioni di euro per il finanziamento dei progetti dei Gruppi di azione locale (Gal) nell’ambito del programma europeo Leader.      

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