Gli agricoltori francesi annunciano la ripresa della “rivolta dei trattori”

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Il Coordinamento rurale agricolo, il secondo sindacato agricolo francese, ha annunciato una nuova mobilitazione su larga scala, che potrebbe paralizzare il trasporto di generi alimentari già dalla prossima settimana.

L’azione, battezzata “rivolta agricola”, vedrà il ritorno dei trattori sulle strade francesi, simbolo ormai consolidato della protesta del mondo rurale. Alla mobilitazione parteciperanno anche gli altri due grandi sindacati agricoli: la FNSEA, la Federazione nazionale dei sindacati degli agricoltori, e la Confederazione dei contadini. L’obiettivo è comune: dire no alle politiche agricole dell’Unione Europea e a quella che definiscono una “minaccia sistematica” agli interessi degli agricoltori.

Le nuove tensioni sono state innescate dall’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Bolivia), sul quale il G20 della prossima settimana potrebbe dare il via libera definitivo.

Gli agricoltori francesi denunciano che l’accordo apre le porte a un’ondata di importazioni a basso costo, compromettendo la competitività dei prodotti europei.

A peggiorare il malcontento, l’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, che sta mettendo in ginocchio il settore. «Non possiamo continuare a lavorare in perdita», dichiarano i sindacati, puntando il dito contro Bruxelles. La Confederazione dei contadini ha inoltre sottolineato il rischio crescente di accaparramento di terre da parte di grandi compagnie energetiche, che sottraggono spazio all’agricoltura per progetti legati alle energie rinnovabili.

L’ombra delle multinazionali energetiche

Negli ultimi anni, la transizione ecologica ha portato un aumento esponenziale di investimenti in impianti fotovoltaici, parchi eolici e altre infrastrutture legate alle energie rinnovabili. Tuttavia, secondo la Confederazione dei contadini, questo sviluppo non tiene sufficientemente conto delle esigenze del mondo agricolo.

“Stiamo assistendo a un paradosso”, afferma un portavoce del sindacato. “Si promuovono le energie rinnovabili per combattere il cambiamento climatico, ma lo si fa sacrificando le terre agricole, che sono fondamentali per garantire la sicurezza alimentare e assorbire CO₂ attraverso le coltivazioni”.

La strategia della protesta prevede un vero e proprio blocco del trasporto di generi alimentari su scala nazionale. Gli agricoltori intendono occupare le arterie principali, gli accessi ai mercati e ai centri di distribuzione. “Se non ci ascoltano, renderemo visibile la nostra sofferenza. La Francia deve capire che senza agricoltura non c’è futuro”, affermano i portavoce del Coordinamento rurale.

Le strade francesi si preparano dunque a un assedio agricolo, con il rischio di gravi ripercussioni sul sistema di approvvigionamento alimentare.

L’accordo con il Mercosur è stato definito “insostenibile” dai sindacati agricoli francesi. Tra le preoccupazioni principali c’è l’ingresso nel mercato europeo di prodotti come carne e zucchero a prezzi inferiori rispetto agli standard di produzione locali, spesso accompagnati da normative ambientali meno rigorose. “Questo accordo non è solo un problema economico, ma anche una questione di sovranità alimentare”, ha dichiarato Christiane Lambert, presidente della FNSEA.

La Francia, tradizionalmente considerata il cuore agricolo dell’Europa, si ritrova quindi a fronteggiare una crisi che non riguarda solo i suoi campi, ma l’intero sistema alimentare e politico del continente.

I cittadini, intanto, temono le conseguenze sulle forniture alimentari, soprattutto in vista delle festività natalizie.

Anche in Italia il governo dovrà capire che: “senza agricoltura non c’è futuro”?

il messaggio degli agricoltori è chiaro: l’agricoltura non può essere il prezzo da pagare per il progresso. Senza terreni fertili e coltivabili, non solo gli agricoltori, ma anche i consumatori, potrebbero trovarsi di fronte a un futuro incerto, fatto di dipendenza alimentare e prezzi sempre più alti, per non parlare del “problema acqua”.

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