Questi comportamenti si riflettono anche sulla sicurezza degli alimenti che ingeriamo.
I metalli pesanti in particolare destano molta preoccupazione, soprattutto quelli presenti nei cibi che ogni giorno portiamo in tavola, che possono essere molto pericolosi per il nostro organismo.
Cosa sono i metalli pesanti?
Con questo termine, non prettamente scientifico – in quanto non universalmente accettato dagli esperti – ma molto utilizzato nel parlare comune, vengono indicati quegli elementi chimici aventi un peso atomico superiore a 20 uma (unità di massa atomica). Nel gruppo troviamo soprattutto metalli, come rame, piombo, cadmio, mercurio, manganese, cromo, ma anche metalloidi (elementi non metallici con caratteristiche fisico-chimiche simili ai metalli) come arsenico e selenio.
Questi atomi sono naturalmente presenti nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera in piccole quantità e fanno parte anche dei componenti della crosta terrestre, da cui vengono estratti e utilizzati in vari processi industriali. Ed è qui che nascono le complicazioni, perché le piogge dilavano i metalli immessi nell’ambiente dagli scarichi delle fabbriche – ma anche da quelli civili e dei veicoli – determinando un forte inquinamento dell’atmosfera e delle falde acquifere. In più, il fenomeno delle piogge acide peggiora la situazione, solubilizzando queste sostanze e ampliandone ulteriormente la nocività, sia per gli esseri viventi che per l’ambiente.
È soprattutto la concentrazione di questi metalli in grande quantità che diventa pericolosa, visto che il nostro organismo li accumula, assumendoli per lunghi periodi tramite inalazione o attraverso l’ingestione di cibo contaminato. Possono essere infatti presenti negli alimenti come residui di attività umane – agricole e industriali – da gas di scarico delle macchine, o anche per contaminazione verificatasi durante la lavorazione o in fase di conservazione dei cibi (ad esempio possono migrare dalle confezioni che li racchiudono).
Sicuramente i prodotti biologici ne contengono in misura minore, ma non ne sono del tutto esenti, poiché l’ambiente ne è ormai impregnato e di conseguenza anche le colture che seguono metodi ecologici ne subiscono, per forza di cose, gli effetti nefasti.
In quali alimenti si trovano?
Tra tutte le sostanze comprese nella definizione di metalli pesanti quelle che riguardano la contaminazione del cibo sono il cadmio, il piombo, il mercurio, l’arsenico e il nichel.
Vediamoli nel dettaglio:
– Cadmio: deriva soprattutto dalla fusione di altri metalli, dai combustibili fossili, dell’incenerimento dei rifiuti e dai concimi agricoli. Si trova principalmente in cereali e prodotti derivati, verdura e ortaggi, patate, crostacei e molluschi. Crea problemi all’apparato muscolo-scheletrico, a quello gastroenterico e alla psiche.
– Piombo: fortemente presente nell’ambiente fino agli anni Settanta, una volta determinati i suoi effetti deleteri sulla salute, si è provveduto a ridurre le fonti di contaminazione; per cui ad oggi la sua esposizione è molto limitata e desta meno preoccupazione. Si trova in caffè, tè, cereali, ortaggi. Può causare deterioramenti neurologici, difficoltà di apprendimento, danni renali.
– Mercurio: molto più problematico, perché si sedimenta principalmente nei pesci e nella fauna ittica in generale, per via del forte inquinamento dei mari. Particolare attenzione va prestata dalle donne in gravidanza, perché è in grado di passare la placenta e nuocere seriamente al nascituro; può anche danneggiare il DNA.
– Arsenico: può essere presente in diversi alimenti di origine vegetale, tra cui prodotti di nicchia come alcune alghe commestibili, riso e derivati, cereali. A volte può depositarsi in alcune falde acquifere e rendere l’acqua non potabile. È potenzialmente cancerogeno.
– Nichel: le autorità hanno stabilito che la contaminazione da nichel delle filiere alimentari va tenuta sotto controllo per prevenire possibili effetti cronici, specialmente nei soggetti più deboli come bambini e anziani. I cibi che possono essere esposti sono cereali e derivati, dolci, verdure, ortaggi e acqua, in particolare quella del rubinetto che ha avuto una lunga permanenza nelle tubature. Alimenti che vanno quindi attenzionati, specialmente in caso di predisposizione allergica a questo metallo, che di solito si manifesta con una dermatite da contatto con oggetti che lo contengono (ad esempio la bigiotteria). Oltre alle reazioni allergiche, può creare problemi polmonari e respiratori.
Come ridurre le problematiche causate dall’accumulo nell’organismo?
I metalli pesanti sono stati oggetto di numerosi studi scientifici, i quali hanno messo in evidenza che sono alla base di malattie molto serie, come abbiamo accennato prima. Si devono a loro patologie tipo demenza, autismo, vari disturbi cardiaci e neurologici, oltre che problemi alla tiroide. Anche se non ce ne accorgiamo, spesso il nostro organismo si ritrova ad essere letteralmente intossicato da questi elementi, che ingeriamo inconsapevolmente.
Per diagnosticare l’intossicazione da metalli pesanti, tenuto conto dei sintomi, il medico prescrive una serie di esami, tra cui quelli ematici, delle urine, del capello, dei tessuti ed eventuali radiografie. Il trattamento d’elezione per purificare il paziente è la chelazione, in cui viene somministrata una sostanza – chiamata “agente chelante” – per via orale, sottocutanea o endovenosa che agisce circondando e legandosi al metallo presente nei tessuti corporei; si viene quindi a formare un complesso, che viene poi filtrato ed escreto tramite la minzione.
Esistono poi i cosiddetti rimedi “naturali”, ossia alimenti che dovrebbero aiutare il corpo, tramite una sorta di chelazione organica, come le argille, il minerale Zeolite, l’alga Chlorella, spezie come coriandolo e curcuma, cereali quali orzo, farro, quinoa e riso; ma mi preme evidenziare che non vi sono evidenze scientifiche della loro effettiva azione chelante. In più, essendo prodotti che si trovano nell’ambiente, c’è anche il rischio che essi stessi possano essere contaminati (soprattutto i cereali, come abbiamo visto).
La soluzione migliore rimane quella di rivolgersi sempre a professionisti certificati, evitando il “fai da te” o il ricorso a sedicenti “esperti di rimedi naturali”, che non hanno una sufficiente preparazione medica, anatomica, fisiologica e patologica, per poter prescrivere rimedi e paventare “miracolose guarigioni”.
Il corpo umano è molto complesso e ogni paziente va seguito e monitorato scrupolosamente nel suo percorso, onde evitare complicazioni potenzialmente dannose, che solo un medico coscienzioso è in grado di riconoscere ed eventualmente curare.

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