L’arrivo di Trump alla Casa Bianca ha scompigliato le carte e, un po’ alla volta, ci stanno spingendo giù dagli spalti della vita degli altri, obbligandoci ad indossare una maglia e a giocare.
La guerra, quella vera, non ha tifosi, né popcorn e patatine, solo armi da imbracciare e vite da sacrificare.
Occorre una PACE, dicono. Sì, ne occorre una, ma solo se è “giusta”! Non una qualsiasi.
Certo non quella che Trump ha offerto a Zelensky, e che li ha fatti litigare. Ora ce ne vorrà una giusta anche per loro.
Insomma, una pace che Nobel in persona avrebbe voluto premiare, magari sulla fiducia, giusta come quella nelle intenzioni di Obama.
Intanto, se l’America abbandona l’Ucraina, niente paura, lancia in resta e tiriamo giù tutto. Putin è avvisato. Anche Xi Jinping.
Ma siamo sicuri? Mm!
Meglio controllare. Il baro è all’opera e, se non prestiamo attenzione, con un bluff e un giro di carte ci porta via tutto.
Alessandro Piccolomini in “L’amor costante” era molto chiaro: “che si mangi uno moggio di sale prima che si conosca un omo”.
Ursula e company non è che li conosciamo poi così bene, d’altronde quello che fin qui ci hanno dato da mangiare, ad esser gentili era SCIOCCO, come il pane in Toscana.
Satileaks by Gianfranco Colella quotidianoweb.it – 5 marzo 2025 –
