Il Gallo ha smesso di cantare!

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Di Lamberto Colla Parma, 16 marzo 2025 – Una combinazione fortunata, forse per alcuni ma non certamente per Carmine Gallo e i suoi familiari, fatto sta che in molti, probabilmente, tireranno un respiro di sollievo. 

Quando un esperto di spionaggio, per di più legato, anche solo in passato, ai servizi di intelligence viene a mancare poche ore prima della testimonianza, i dubbi si manifestano in modo abbagliante. 

Mi viene subito alla mente la scomparsa di Raul Gardini quando, un sabato mattina alle 9,00 nel pieno centro di Ravenna, davanti al portone della dimora del manager, venne attivato un cantiere con martello pneumatico che, casualmente, coprì lo sparo del suicida. Anch’egli avrebbe dovuto, da lì a poco, fare delle dichiarazioni spontanee al procuratore. Tre giorni prima, Gabriele Cagliari, ex presidente dell’Eni e amico di Gardini, si era tolto la vita in circostanze misteriose. Anche lui coinvolto nell’affare Enimont. Una coincidenza? Una coincidenza fu anche il suicidio anomalo di una altro coinvolto nella medesima indagine Enimont, Sergio Castellari

La nostra storia, più o meno recente e comunque a memoria d’uomo, è lastricata di questi suicidi o morti misteriose. 

Dal “caffè di Sindona, all’impiccagione di Roberto Calvi (il banchiere di Dio) che venne trovato impiccato ad una impalcatura collocata sotto al Ponte dei Frati Neri, sul greto del Tamigi. Altrettanto sospetto fu il suicidio di Alberto Dettori, il maresciallo dell’Aeronautica in servizio al radar di Poggio Ballone (Grosseto) la sera del 27 giugno 1980, quando l’aereo di linea Douglas DC-9-15 dell’Itavia, decollato da Bologna e diretto a Palermo, si squarciò in volo all’improvviso e cadde in mare tra Ustica e Ponza. Il maresciallo Franco Parisi invece venne trovato impiccato ad un albero alla periferia di Lecce il 21 dicembre 1995. Aveva ricevuto delle minacce dopo le dichiarazioni rilasciate durante il primo esame testimoniale sul ritrovamento del Mig libico. Parisi è morto pochi giorni dopo essere stato citato a comparire una seconda volta.

Tanti, troppi i casi sospetti noti e chissà quanti invece non sono venuti a galla. 

Eco quindi che i dubbi sono leciti anche nel caso di Carmine Gallo.

Ripercorriamo un po’ la storia del nostro esperto di sicurezza e la presunta rete di Cyber spie.

Gallo era stato coinvolto nell’indagine della Dda e della Dna secondo cui sarebbe stato il ‘capo’ di una presunta rete di cyber spie che avrebbe condotto un’attività di dossieraggio su larga scala nei confronti di moltissime persone, note e meno note, fino ad arrivare ai politici e alle più alte cariche dello Stato. Avrebbe, il condizionale è d’obbligo, anche retribuito alcuni esponenti delle forze dell’ordine, in modo da riuscire a raccogliere informazioni dalle banche dati riservate in modo da poter poi confezionare dei report “completi” come chiesto dai facoltosi e famosi clienti.

Un’esperienza acquisita sul campo per aver operato per trent’anni in Polizia, prima ispettore e poi dirigente. Carmine Gallo era diventato il “superpoliziotto” messo alle calcagna dei più pericolosi boss calabresi; aveva risolto l’omicidio di Maurizio Gucci e si è occupato del sequestro di Alessandra Sgarella, l’imprenditrice liberata nelle campagne vicino a Locri nel settembre del 1998 dopo nove mesi di prigionia. 

Un “servitore dello Stato”, come lui si è sempre definito, finito però nei guai rimanendo impigliato in un paio di inchieste giudiziarie, fino a qualche mese fa, quando è esplosa la bomba Equalize che lo ha portato agli arresti domiciliari.

Quando venne stroncato da un infarto fulminante, Gallo era in casa, a Garbagnate Milanese con la moglie, in attesa di essere riconvocato dal pm Francesco De Tommasi, titolare del fascicolo assieme al collega Antonio Ardituro, e dell’udienza fissata per il 19 marzo davanti al Tribunale del Riesame per discutere in merito all’appello proposto dalla Procura nei suoi confronti e nei confronti dei suoi coindagati, per chiedere una misura cautelare più grave: per lui e per Nunzio Samuele Calamucci, la mente informatica del gruppo, il carcere. 

Ora i magistrati hanno disposto l’autopsia sul corpo del superpoliziotto.

Certamente, ben presto, sapremo la reale causa della morte! 

Suicida venne etichettato anche l’altro alto dirigente pubblico trovato riverso a terra con la pistola nella cintura, il cane carico e una bottiglia di liquore al fianco senza alcuna impronta.

Sergio Castellari, ex direttore generale al Ministero delle partecipazioni statali all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, compendia tutte le storie dell’Italia di quegli anni.  

L’anomalo suicidio di Castellari è stato catalogato tra le stranezze del caso Enimont, insieme a Gardini e Cagliari.

Quanti Galli hanno smesso di cantare nella storia italica? Carmine, pace all’anima sua, è stato l’ultimo, in ordine cronologico, ma non sarà certamente l’ultimo in assoluto.

 (Vignette di Romolo Buldrini l’Aquila)

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