Di Lamberto Colla Parma, 20 aprile 2025 – Confusione, prepotenza, odio e falsità controllate e persuasive stanno minando l’ordine sociale mondiale.
Il genere umano è ormai stato programmato per ricevere ordini, per adattarsi a fare da cavia per sperimentazioni chimiche e sociali.
Lavori mal retribuiti strategicamente distribuiti per ottenere il controllo sociale. La difficoltà a raggiungere il livello reddituale utile a sopravvivere, obbliga i retti a cercare lavori e lavori col pensiero di non doversi ammalare, mentre i meno retti a cercare le scorciatoie connesse a truffe, spaccio, prostituzione e furti.
In questa strana società convertita al digitale sta crescendo il valore di ogni cosa, anche la più insignificante, come una sneaker alla moda. La vita umana, al contrario, può essere scambiata per un paio di scarpette da ginnastica, come le cronache, quasi quotidianamente, registrano.

Un processo che sembra irreversibile.
Le baby gang da un lato, composte da immigrati di seconda generazione, a scorrazzare in branco intonando canti dei loro idoli trapper, che sfoggiano super car, femmine ammiccanti e mucchi di banconote in ogni angolo e l’immancabile pistola o mitragliatore puntata contro qualcuno. Dall’altro lato invece anziani che muoiono in totale solitudine, che vengono maltrattati nelle RSA e genitori al limite della crisi psichica per l’impossibilità di sostenere la famiglia e di controllare e educare la prole.
Poli contrapposti che con il passare del tempo aumentano l’energia accumulata nel sistema sociale e allargano la fascia sociale su cui si riversa.
La polarizzazione aumenta ancor più di intensità sul piano politico aggravata dal fatto che lo scontro si riassume tra “fascisti”, ormai esauriti da 80 anni, e antifascisti che con i loro comportamenti sono divenuti i fascisti di fatto dell’era digitale.
I valori etici, di natura religiosa o laica, come conoscevamo sono scomparsi sostituiti da invidia e desiderio del possesso di cose, solo per il gusto di averle.
E quello che sta avanzando è il possesso degli umani, delle femmine in quanto oggetto di desiderio usa e getta, e di altri generi invece come lavoratori assunti in stato di quasi indigenza.
Un tempo si chiamavano schiavi.
La differenza è che all’epoca anche lo schiavo poteva sognare di liberarsi e acquisire il titolo di “liberto”, questi ultimi invece, a differenza dei loro antenati, godono dei diritti civili, una concessione offerta al fine di garantire dei voti ai loro magnanimi padroni nelle prossime elezioni.
Non possiamo e non dobbiamo credere a un processo irreversibile.
Dobbiamo al contrario rivendicare i diritti sfoggiando orgogliosamente i doveri. Dobbiamo ribellarci ai detentori di assurde teorie disconnesse dalla natura.
Paradossalmente oggi viene protetto un bruco ricoverato in albero seccato, invece di proteggere l’incolumità dei bimbi del parco che potrebbero venire travolti dall’albero in questione.
E’ questione di forza, determinazione e convinzione per organizzare il ripristino dei valori e dei rapporti sociali imperniati sulle competenze, la conoscenza attraverso una educazione e formazione che passi attraverso famiglie rette e educatori scolastici ai quali venga riassegnata l’autorità in affiancamento a una loro autorevolezza, fattore basilare per assumere il ruolo di docente.
Attendiamo con passione e rinnovata speranza, una nuova resurrezione in ciascuno di noi!
Buona Pasqua!
(Vignette di Romolo Buldrini l’Aquila)







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