Di Lamberto Colla Bologna, 2 agosto 2025 – Non sono stati sufficienti 45 anni, quasi mezzo secolo, per fare chiarezza sulle responsabilità oggettive e politiche del momento più alto della storia dello stragismo italiano.
85 vittime alle quali si aggiungono due nascituri e oltre 200 feriti è il risultato numerico di quel 2 agosto 1980.
Il risultato di una quantità enorme di esplosivo che certamente non si può comprare dal ferramenta o costruire in casa con qualche sacco di fertilizzante.
A orchestrare l’operazione, nonostante le tante certezze sul fatto che sia stata una azione compiuta dal terrorismo nero su mandato della P2, non può non esserci il lavoro di qualche servizio segreto straniero, magari per ripicca per qualche concessione fatta, dal nostro esecutivo, a favore di qualche gruppo antagonista dello Stato che potrebbe essere al comando di quei servizi.
Oggi come ieri e probabilmente come domani, per questa strage, come per quella dell’ITAVIA e tante altre, non si giungerà mai a conoscere la verità, quella vera!
Dovremo accontentarci delle verità costruite a favore di popolo e a favore dei familiari delle vittime che potranno così ricordare il martirio dei loro cari con l’illusione che lo Stato abbia operato perché giustizia venisse fatta.
45 anni fa, chi scrive, doveva essere proprio su quel treno, perso all’ultimo momento, e frequentava l’Università di Bologna respirando l’aria dei fumogeni e il clima caldo del terrorismo.
Il cuore è legatissimo alla città delle torri e vorrebbe, prima di spirare, conoscere la realtà dei fatti e i nomi e cognomi dei responsabili.
Il rischio che “amici” poi non li siano così tanto è alto.
Come recitava un antico e saggio proverbio “ Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”. La storia dei “nostri splendidi alleati” è ricca e lunga.
Immagine copertina AFP / Getty Images
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