Attraverso una norma dedicata inserita nel Decreto Milleproroghe, infatti, l’originaria scadenza del 30 giugno è stata posticipata di sei mesi, consentendo così a chi ha effettuato l’investimento di non perdere il 40 per cento previsto come contributo. La norma è valida per tutti quei beni su cui è stato sottoscritto un contratto d’acquisto ed è stato pagato il 20 per cento di acconto entro fine 2022.
“Ringraziamo il Governo Meloni e, in particolare, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per aver previsto per decreto la proroga da noi fortemente richiesta nelle scorse settimane – dichiara il presidente Andrea Borio di Federacma, la Federazione nazionale dei commercianti macchine agricole – Un doveroso ringraziamento va anche a tutti i deputati, di maggioranza e opposizione, che hanno compreso l’importanza della misura in questo particolare momento e hanno provato ad inserire emendamenti durante la conversione della Legge di Bilancio alla Camera”.
Si tratta di un aiuto importante che non fa ricadere su agricoltori e rivenditori la colpa del ritardo nelle consegne dei beni prenotati, dovuto alle complicazioni legate alla ripartenza post pandemia e al conflitto bellico in Ucraina. “Torneremo a chiedere di poter includere nella proroga i beni prenotati nel 2021 – prosegue Borio –. Seppur interessi un numero limitato di mezzi agricoli avrà un rilevante impatto sugli agricoltori che rischiano di perdere circa 30-40 mila euro ad investimento. Al contempo – aggiunge – chiederemo al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di trovare le risorse necessarie affinché questi investimenti che trainano lo sviluppo agricolo nazionale vengano sostenuti adeguatamente, facendo ritornare anche nel 2023 la percentuale del credito d’imposta dall’attuale 20 al 40 per cento” conclude il presidente di Federacma.