di Mario Boggini e Virgilio – Milano, 11 ottobre 2022 –
L’ incubo continua per la terza o quarta volta. Ciclicamente, il mercato, dopo aver dato segni di ridimensionamento viene sospinto verso l’alto da tensioni geopolitiche. Il rischio della chiusura dei corridoi del Mar Nero aleggia pesantemente già da venerdì 07/10 attanagliando e condizionando le quotazioni.
Con tutta probabilità da qui al 22/11 i corridoi non saranno rinnovati (sempre che si arrivi a quella data con i corridoi sempre aperti) inutile descrivere quali sono e saranno le ricadute per il mercato Europeo e Nazionale.
In tutto questo contesto il caro energia scatenato dalla crisi/guerra sta facendo vittime anche nel nostro settore; ieri sera un oleificio prospettava la possibile interruzione delle produzioni a metà dicembre. Ma i casi di rallentamento o di fermata sono tanti e in vari settori limitrofi o contigui alle filiere nazionali.
Preoccupa molto il mercato, anche il possibile fermo di un importante impianto di spremitura di seme di soya e girasole, le voci ci sono, ma più delle voci contano i prezzi di uscita di questo operatore che indica basse quotazioni sul mercato, per poi comperare.
Tutto ciò preoccupa sia i venditori che i compratori che si traduce in un mercato sempre “Inchiodato”.
Per l’industria dei biodigestori si segnala la presenza sul mercato di matrici fermentescibili ricostituite utilizzando vari sottoprodotti, per il mais tossinato così come per gli altri prodotti OCC è sempre disponibile. Ancora presenti sul mercato, per la prossima decina di giorni, le vinacce umide deraspate.
Oggi vedremo come reagirà il mercato di Milano, ma quello di ieri a Verona lascia intravedere poche speranze di miglioramento.
“Fin che c’è guerra c’è speranza” recitava un vecchio Film di un noto attore italiano, parafrasando possiamo affermare che “Fin che c’è guerra c’è distruzione e confusione” purtroppo nessuno lo può smentire, resta solo da sperare che il buon senso o un qualche evento “sconvolgente o incidente” metta fine ai desideri dei guerrafondai.
Purtroppo, in questa guerra l’unica che ci guadagna è l’economia USA, non certo quella Europea che sta andando a pezzi, e neanche quella Italiana che va a fondo e che verrà cannibalizzata da quegli stati e fondi di investimento che con la guerra e le disgrazie altrui si arricchiscono, del resto con le guerre è sempre stato così: Miseria per tanti, ricchezza per pochi!
INDICI INTERNAZIONALI 11 ottobre 2022
L’indice dei noli B.D.Y. è salito a 1.944 punti, il petrolio wti è salito a circa 91 $ al barile, il cambio gira purtroppo a 0,96856 ore 08.04