Coopservice ha ottenuto la certificazione ISO 14064-1

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Il primo passo per ridurre la Carbon Footprint è la ‘quantificazione’ delle emissioni serra

Nella battaglia planetaria per la riduzione delle emissioni di gas serra (Greenhouse Gas Emissions, GHG) una parte di crescente importanza è assunta dalle certificazioni ‘di buona condotta’ rilasciate alle organizzazioni economiche, in grado di attestare la correttezza delle procedure di rilevazione e l’incidenza delle misure di miglioramento adottate, così come l’effettività delle ‘compensazioni’ assunte per le emissioni che non è possibile ridurre. In ogni caso, il primo passo necessario per una impresa che intende dimostrare la propria operatività per la riduzione della Carbon Footprint di organizzazione è il ricorso a strumenti e metodologie idonee ad una corretta quantificazione e valutazione della situazione.

Una certificazione per garantire l’affidabilità e completezza dei monitoraggi GHG

La certificazione UNI EN ISO 14064-1, appena conseguita da Coopservice, si propone esattamente questo: fornire garanzie e credibilità ai processi di rendicontazione, monitoraggio e miglioramento delle emissioni GHG intrapresi da una organizzazione. In conseguenza della sua attribuzione l’impresa attesta in tal modo di volere volontariamente adempiere, e nel modo migliore, all’imperativo della responsabilità ambientale (a partire dalla Cop 2015 di Parigi si sono identificate le aziende quali attori irrinunciabili per la tutela climatica), comunicando contestualmente all’universo dei propri stakeholder il proprio impegno fattivo per la sostenibilità.

I principi fondamentali di uno standard internazionalmente riconosciuto 

Il primo punto di forza risiede dunque nell’accuratezza della raccolta dei dati: la norma ISO 14064-1 fornisce una guida dettagliata per il calcolo delle emissioni di gas serra prodotte dall’impresa, in virtù della definizione di una metodologia internazionalmente riconosciuta che porta a risultati oggettivi, verificabili e confrontabili. Lo standard si basa infatti su principi fondamentali come la trasparenza, la completezza, la coerenza, la precisione, la tempestività e l’affidabilità dei dati presentati. Non a caso, ad ulteriore garanzia della credibilità del lavoro di monitoraggio, ISO 14064-1 prevede la possibilità di una verifica indipendente dei dati da parte di terze parti qualificate.

Vengono rilevate tutte le tipologie di gas serra indicate nel Protocollo di Kyoto

Ma quali sono concretamente le fonti di emissione prese in considerazione e continuamente monitorate? Occorre considerare in premessa che i gas ad effetto serra considerati dallo standard sono anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo: si tratta cioè di tutte le tipologie di emissione già contenute nel Protocollo di Kyoto le quali, in funzione del proprio diverso GWP (Global Warming Potential), contribuiscono al fenomeno del riscaldamento climatico globale.

ISO 14064-1 come GHG Protocol: le 3 categorie (Scope) di fonti di emissioni serra  

Parallelamente alla vastità del campo emissivo da ‘conteggiare’, la certificazione ISO 14064-1 copre uno spettro molto ampio delle possibili fonti di generazione di gas serra, riferendosi alle emissioni ‘dirette’ e ‘indirette’ derivanti da sorgenti quali energia, trasporti, produzione, riscaldamento e raffreddamento, processi industriali, prodotti utilizzati. Si tratta, del resto, del medesimo approccio metodologico adottato da un altro standard internazionale di riferimento per il carbon assessment, il GHG Protocol, il quale prevede che la contabilità inventariale di GHG venga realizzata nell’ambito di 3 diverse categorie (Scope) di fonti generative di emissioni serra:

  • Scope 1 – emissioni dirette;
  • Scope 2 – emissioni indirette da consumi energetici;
  • Scope 3 – altre emissioni indirette.

Scope 1: le emissioni ‘dirette’ prodotte dall’impresa

Le emissioni dirette comprendono specificamente quelle generate dalle fonti di proprietà o controllate dall’azienda. Nel caso di Coopservice nel calcolo dello ‘scope 1’ rientrano essenzialmente il gas naturale utilizzato per il riscaldamento e i carburanti per la flotta aziendale (gasolio, benzina, metano e GPL), così che i piani per la riduzione delle emissioni Scope 1 sono collegati a progetti quali l’elettrificazione della flotta e la sostituzione delle caldaie a gas con sistemi più efficienti e connessi a fonti di energia rinnovabile, progetti che vedranno una prima implementazione tra il 2023 e il 2024.

Scope 2: le emissioni ‘indirette’ generate nel processo produttivo

Le emissioni Scope 2 fanno riferimento alle generazioni indirette di gas a effetto serra derivanti dall’energia acquistata o acquisita, come l’elettricità, il vapore, il calore o il raffreddamento, generati fuori sede e consumati dall’azienda. L’energia elettrica acquistata da Coopservice è generata fuori sede, quindi è considerata un’emissione indiretta.

Scope 3: le emissioni ‘indirette’ nella catena del valore

Infine, Scope 3 comprende tutte le emissioni indirette che si verificano nella catena del valore dell’azienda, attribuibili cioè all’attività dei fornitori o al ciclo di vita dei prodotti utilizzati lungo la filiera produttiva. Anche se queste emissioni sono fuori dal controllo operativo dell’azienda, possono rappresentare la parte più consistente dell’inventario di emissioni di gas serra, proprio come accade nel caso di Coopservice.

La doppia valenza dell’adozione della norma 14064-1

Per essere conforme allo standard 14064-1 l’azienda aderente è chiamata a predisporre:

• un dettagliato inventario dei GHG;

• una procedura di gestione dei dati raccolti da inserire nel sistema di gestione ambientale aziendale;

• un Report annuale sui GHG destinato alla rendicontazione per i propri stakeholder.

Da ciò si deduce la doppia valenza dell’utilizzo della norma ISO 14064-1: da una parte una rilevanza ‘operativa’ di progressivo miglioramento dei livelli emissivi in ossequio all’esercizio della propria responsabilità ambientale. Dall’altra un valore aggiunto in termini di rendicontazione e comunicazione che costituisce una preziosa occasione di engagement con gli stakeholder, oltre che di incremento significativo della green reputation e della corporate identity.

Il valore aggiunto dello standard ISO 14064-1: carbon management e stakeholder engagement

Entrando più nel dettaglio, a livello operativo la mappatura delle emissioni dell’organizzazione permette di identificare le sorgenti emissive e misurarne l’intensità, al fine di poter impostare politiche e strategie di abbattimento che tendono progressivamente al raggiungimento della carbon neutrality.

A livello comunicativo e di rendicontazione, lo standard 14064-1 consente di coinvolgere gli stakeholder interni ed esterni all’organizzazione nella rendicontazione delle performance ambientali, soprattutto a seguito dell’individuazione delle soluzioni di decarbonizzazione in house e lungo la filiera. Nel caso di Coopservice, inoltre, la rendicontazione e il monitoraggio delle emissioni si pone in piena coerenza con i requisiti della reportistica integrata (prestazioni finanziarie e non finanziarie unite in un unico documento) volontariamente assunti e in ordine ai quali il Report Integrato 2022 ha costituito un ulteriore salto di qualità.

Le principali azioni ‘dirette’ di Coopservice per l’avvicinamento alla carbon neutrality

Coerentememte alla progressiva elettrificazione della flotta aziendale e l’installazione di sistemi di riscaldamento alimentati da fonti di energia rinnovabile (Scope 1) tra i principali progetti di decarbonizzazione assunti, nel breve periodo, direttamente da Coopservice rientra l’installazione di un impianto fotovoltaico di 510 kWh nel grande parcheggio della sede centrale di Reggio Emilia.  La produzione di energia rinnovabile per autoconsumo, oltre ad essere funzionale alla sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore alimentate dall’energia fornita dall’impianto, consentirà a Coopservice un abbattimento annuale di emissioni climalteranti stimato a regime in 31 tonnellate di di Co2 equivalente. L’entrata in funzione dell’impianto è prevista entro l’estate del 2024.

REGGIO EMILIA 22 NOVEMBRE 2023 

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