Europee, il disgustoso teatro degli “alternativi”

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Colpi bassi, rivoltanti esultanze da stadio, democrazia ad orologeria. Questa è la politica degli…li chiameremo “alternativi”, ovvero di coloro che si dichiarano contro il deep state o che si dicono antisistema ma che “bestemmiano” questa definizione, probabilmente nemmeno conoscendone il vero significato e la sua reale radice storica. Eh sì, altrimenti non sproloquierebbero di fascismo o antifascismo, per esempio. Un appellativo diverso, dunque, si rende necessario.

Sono quelli che si accontentano del minestrone di simboli, vedi “Libertà”, perché l’importante è esserci, cercare una poltrona. Sono quelli che oscillano in preda alla confusione tra il patriottismo e l’autonomia, tra chi vanta valori cristiani e chi va verso la new age, sono ex 5stelle e nuove “stelline”, sono quelli che no green pass e si green pass assieme. Basta esserci. Sono quelli che litigano per le dimensioni, ben sapendo, perdonate, che in realtà chi ce l’ha più grosso, il simbolo ovviamente, nel senso di politicamente pesante, viene in tutti modi osteggiato, escluso, silenziato su ogni piattaforma social, attaccato sui media, quando va bene, colpito dalla magistratura compiacente.

Alcuni di questi alternativi-bebè (perchè politicamente nati ieri) si dichiarano anche democratici ma appena viene presa di mira o esclusa ingiustamente da una qualche elezione (vedi le europee di oggi, tanto per citarne una) una forza politica a loro invisa, perché ovviamente una storia e gli attributi magari questa ce li ha, vedi Forza Nuova, non dicono nulla. Oppure esultano quando altre forze alternative coetanee vengono escluse, anch’esse in realtà per nulla solidali o collaborative forse perchè abbagliate da una stella, quella rossa, e da li non si muovono. Vedi “Democrazia sovrana e popolare” di Rizzo e Toscano, che, dopo aver fatto i capricci, andando a “piangere” dal governante di turno in cerca di uno spazio, non ha ottenuto nulla naturalmente, nemmeno una caramella. Di qua e di là si lanciano frecciate o addirittura si lamentano se vengono tirate in ballo altre forze nella corsa elettorale parlando persino di “cambio delle regole elettorali a piacimento” ben sapendo, se sono adeguatamente e politicamente informati, che le regole sono già state cambiate a piacimento, solo pochi giorni prima, per escludere, ancora, Forza Nuova. Ma lì, ancora, nessuna levata di scudi, andava bene. Chiamatela coerenza.

Hanno la bocca piena di democrazia ma la pancia vuota e fanno i salti mortali per presenziare ovunque ci sia una cabina di voto ma quando c’è da andare in piazza tutti insieme, lottare uniti per la sacrosanta causa anti green pass, che dovrebbe aggregare il popolo tutto portandolo alla vittoria, fanno gli schizzinosi e allontanano chi non gli piace. Insomma… democratici e antisistema appunto a orologeria, che non si vergognano di chiedere una mano in segreto ma che ti schifano se non servi alla loro causa, che non esprimono la benchè minima solidarietà a chi si è battuto per il popolo, che a stento ringraziano se, umanamente, li aiuti. Inconsapevoli (o forse consapevoli?) pedine utili al sistema o fotocopie della vecchia politica dell’interesse, di un mondo privo del più elementare concetto di “politica”, figurarsi del suo significato più alto. La verità va detta. La coerenza è merce rara. La battaglia è talmente alta, oggi, che queste scene creano disgusto. Rinsavite.

La parola libertà è sulla bocca di tutti ma pochi possono dire di averla veramente.

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