Italia: Flop auto “alla spina”

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Di Andrea Caldart Cagliari, 6 settembre 22 (Quotidianoweb.it) – L’anno scorso nello stesso periodo invece, la vendita era stata ottima con un valore di 6.476 unità, bene aveva fatto anche la Germania con un +13,16%, ma maglio di tutti fece la Francia con un +70,28%, un valore davvero notevole.

Di tutt’altri valori parliamo quest’anno perché le immatricolazioni in Italia, segnano un brusco calo con il segno meno arrivato al -23,39% con una vendita di 4.961 unità ed anche con gli incentivi del Governo, la quota attuale non arriva al 7%.

Ci sono diversi fattori che pesano per non scegliere l’auto elettrica, ad esempio il fattore infrastrutture per il quale mancano circa 150.000 colonnine di ricarica in Italia.

C’è il fattore legato all’inadeguatezza degli incentivi attraverso la limitazione al canale privato e al prezzo di questi veicoli che, paragonati ai “cugini” endotermici, costano molto di più.

Infine, c’è il fattore più importante l’incertezza economica che stiamo attraversando con un costo dell’energia elettrica sproporzionalmente aumentato e del quale non si vede un segnale di inversione di tendenza.

Leggendo il report di Motus-E la prima associazione che raggruppa gli operatori della filiera automotive e mondo accademico per accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica, scopriamo che l’Italia è davvero in forte ritardo.

In particolare, Motus-E dice: “In Italia, gli incentivi sono ripartiti in ritardo, solo a metà maggio di quest’anno, mentre ancora si discute della bontà dell’elettrificazione. Intanto gli altri Paesi europei hanno ben chiara quale direzione seguire. La loro programmazione delle politiche di supporto sostiene il mercato delle auto elettriche, nonostante le contingenze geopolitiche comuni a tutti gli Stati europei”.

Forse però il vero problema che non è di facile soluzione, sta nell’ecosistema legato al mercato delle auto elettriche ovvero, la produzione di batterie che, in futuro, sarà chiamato a superare la barriera produttiva e quella dello smaltimento.

Evidenziato quindi che il problema principale sono proprio loro, le batterie il vero valore aggiunto del veicolo, l’altro intrinseco è la produzione, con le gigafactory, per lo più posizionate in Asia, le quali anche se oggi coprono il fabbisogno dell’80% del mercato, sono comunque insufficienti.

Insomma, tante sfide nelle sfide soprattutto una, quella di non dipendere dal combustibile fossile, perché altrimenti quale motivo ecologico ci sarebbe nel scegliere un’auto elettrica, se poi per ricaricarla inquini?

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