Ma che voglia di pandemenza…

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di Lamberto Colla Parma 25 agosto 2024 – Nei prossimi mesi se ne sentiranno delle belle. Tra complottasti e pseudo scienziati che prenderanno possesso dei talk show e dei tantissimi spazi informativi in video e in rotativa, pian piano l’informazione si omologherà su una posizione di “sicurezza” e una di “opposizione” ai dubbiosi che saranno emarginati come “novax”, “ignoranti” o rincoglioniti, nonostante un Nobel per la medicina alle spalle, e il pensiero unico prenderà il sopravvento nonostante l’esperienza non ancora appresa.

E per certi versi è un bene perché vuol dire che ancora c’è fiducia verso le istituzioni e verso la scienza.

Purtroppo, di questa fiducia, certi spregiudicati ne approfitteranno per interessi personali, economici o di potere. 

Già qualcuno dei soliti noti medici, divenuti star delle TV nella occasione della pandemia covid-19, si stanno preoccupando di lanciare sottili allarmi, sin dai primi lanci di agenzia OMS. 

Chissà che si alzi nuovamente il sipario del teatrino mediatico e le agende tornino a riempirsi di comparsate televisive.

Nonostante i dati storici evidenzino come l’infezione sia associata principalmente a casi di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, ancora nessuno ha diffuso informazioni utili a attuare quei comportamenti di sana prevenzione come accadde con con l’HIV.

Le precauzioni e la prevenzione non vanno più di moda, molto meglio lasciar diffondere un po’ la malattia e nel frattempo produrre i medicinali, magari sperimentali, da sottoporre alla popolazione, anche quella sana, moltiplicando enormemente i “clienti” e i conseguenti “profitti”.

 D’altronde, le istituzioni sanitarie e le grandi case farmaceutiche si stanno attrezzando per combattere il nuovo prossimo Virus “X” di cui ancora non si conosce nulla ma che all’ultimo Davos è stato al centro delle attenzioni.

Che nostalgia quando la scienza era a disposizione dell’umanità e non esclusivamente degli umanoidi multimiliardari.

Da Wikipedia.org

L’epidemia del 2022-2023

Il 6 maggio 2022 nel Regno Unito è stato confermato il primo caso di vaiolo delle scimmie in un uomo proveniente da un viaggio in Nigeria, che aveva cominciato a svilupparne i sintomi già dal 29 aprile, mentre si trovava ancora nel paese africano.

A partire da metà maggio, iniziano a essere identificati via via sempre più casi nel Regno Unito e in altre nazioni.

Vengono confermati i primi casi anche in Italia tra il 15 maggio e il 25 maggio 2022, con quattro casi accertati nel Lazio (a Roma, Istituto Spallanzani), uno in Toscana (ospedale San Donato di Arezzo) e uno in Lombardia. Studiati e accertati dall’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e dall’Ospedale Luigi Sacco di Milano.

Secondo l’OMS e l’ECDC sono 219 i casi confermati in Paesi in cui questa malattia non è endemica, distribuiti in 19 Stati ubicati in tre regioni del globo, la maggior parte dei quali in Europa.

A fine maggio, il gruppo britannico Human Animal Infections and Risk Surveillance (HAIRS) ha avvertito che il virus potrebbe raggiungere la fauna selvatica e quindi diventare endemico.

Il 22 luglio 2022, quando l’infezione aveva già colpito quasi 17 000 individui in 74 paesi, il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Ghebreyesus ha definito il vaiolo delle scimmie una emergenza sanitaria globale, portando l’allerta verso questa infezione al livello massimo: nonostante il comitato scientifico preposto non avesse trovato un consenso in merito a tale dichiarazione,[26][28] Ghebreyesus avrebbe preso tale decisione allo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale e a spingerla a prendere adeguati provvedimenti.
La raccolta dati ha evidenziato come l’infezione sia associata principalmente a casi di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.

L’11 maggio 2023, l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara ufficialmente la fine dell’emergenza sanitaria globale.

L’epidemia del 2024

Il 15 agosto 2024 l’OMS dichiara una seconda emergenza sanitaria globale, a seguito dei casi registrati nel Congo e in una dozzina di Paesi africani. Il giorno dopo viene registrato anche il primo caso europeo, in Svezia. Il 19 agosto viene registrato il primo caso in Pakistan


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