Di Lamberto Colla Parma, 3 settembre 2023 – Già si sapeva delle continue macchinazioni consumate ai danni dell’Italia da parte dei suoi splendidi alleati, ma ora abbiamo registrato la sublime confessione di Nicolas Sarkozy avvenuta attraverso il suo libro, uscito poco dopo la morte di Silvio Berlusconi.
Nel libro, l’ex presidente francese, racconta che Il 3 novembre 2011, quando la crisi finanziaria mondiale stava raggiungendo un livello preoccupante anche per l’Italia, insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel incontrò Silvio Berlusconi a margine di un vertice del G20 a Cannes per convincerlo ad abbandonare il campo.
“Una caricatura di sé stesso” l’ha definito Sarkozy e perciò, insieme alla “portinaia del condominio d’europa” provò a convincerlo a lasciare la guida del governo, convinti che “il problema dell’Italia fosse lui” e il suo “atteggiamento patetico”.
E così fu, il 12 novembre, le dimissioni arrivarono aprendo la strada al “loden sgualcito” di Mario Monti.
Ma il tutto accadde grazie alla mostruosa operazione della Bundesbank che nella primavera – estate di quell’anno mise sul mercato diversi miliardi di BTP Italiani, scatenando una tempesta finanziaria tale da far schizzare lo spread a valori stellari e le agenzie di rating, alfieri della finanza giustizialista, declassarono giorno dopo giorno il rating tricolore contribuendo a allargare la forbice dello spread.
“L’ora era grave. – conclude Sarkozy – Abbiamo dovuto sacrificare Papandreu e Berlusconi per tentare di contenere lo tsunami”. I mercati finanziari “hanno capito che noi auspicavamo le dimissioni di Berlusconi. È stato crudele, ma necessario“.
“Gli insulti gratuiti che il condannato per corruzione Sarkozy rivolge nel suo libro al presidente Berlusconi lasciano davvero il tempo che trovano. Sarkozy non è nulla, non ha lasciato nessun segno nella storia del suo Paese, né è stato capace di far sopravvivere il suo partito. La storia ha dato ragione alle idee anche in materia di economia di Berlusconi che, pur nella crisi congiunturale di quegli anni, aveva visto giusto” è il commento il capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello.
L’operazione franco tedesca è stata anche oggetto di indagine da parte della Procura di Trani nel 2016 per manipolazione di mercato contro Deutsche Bank e l’ex management. L’inchiesta, che prende le mosse da una denuncia dell’Adusbef, riguardava appunto la vendita di titoli di Stato italiani per sette miliardi da parte dell’istituto di credito tedesco nel 2011.
Ma il “galletto” transalpino già fece uno sgambetto all’Italia andando a bombardare i libici con l’ausilio della RAF pur senza l’autorizzazione dell’ONU che arrivò a posteriori.
“Uccidete Gheddafi” potrebbe essere l’ordine perentorio che si presume arrivò da Parigi nell’ottobre del 2011. Non vi è certezza che l’ordine fosse stato dato realmente ma certamente non ci si allontana dalla verità posto che di motivi per far fuori il regime di Tripoli la Francia ne aveva almeno due.
- L’intenzione del Rais di utilizzare le grandi riserve d’oro e d’argento per stampare il dinaro, come nuova moneta pan-africana che soppiantasse il Franco francese Cfa;
- il rapporto privilegiato con il governo italiano e la conseguente massiccia presenza dell’Eni nel Paese Nordafricano, per l’Eliseo erano argomenti più che sufficienti.
Sarkozy, Holland, Macron, cambiano le posizioni politiche ma non sono mai mutati gli atteggiamenti ostili verso l’Italia.
Val la pena ricordare simpaticamente l’ex moglie di Hollande, che da ministro dell’ambiente” se la prese persino con la Ferrero e la sua Nutella, per poi scusarsi anche in forza dell’intervento di Green Peace a favore della multinazionale di Alba; il che è tutto dire.
E che dire dei Cantieri navali STX, d’improvviso nazionalizzati da parte della Francia per impedire di farli passare sotto il controllo di Fincantieri, ad accordi già sottoscritti.
Aggiungiamo anche i sospetti che ad abbattere l’aereo di Ustica fosse stato un missile francese, nel tentativo, ancora una volta di far fuori Gheddafi, come torna a suggerire l’onorevole Amato, risultato: 81 morti civili.
Se i sorrisini tra Merkel e Sarkozy, all’indirizzo dell’ex premier Berlusconi, fossero stati immediatamente “frantumati” da una reazione italiana, anziché trovare consenso da parte di traditori incalliti, forse non si sarebbe giunti a questo isolamento. Ma all’epoca, la stampa del regime, tutta pro opposizione, anch’essa sorrideva come i due premier europei. Così come nessuno si indignò allorquando, per indicare i Paesi in difficoltà, venne utilizzato quell’elegante acronimo PIGS che stava a indicare Portogallo, Italia, Grecia e Spagna.
Chissà che un giorno non possano cadere in disgrazia contemporaneamente Francia, Irlanda, Germania e Austriae allora ci sforzeremo di trovare un acronimo, altrettanto divertente e rispettoso.
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