Noceto (PR), 22 giugno 2021 – Lo sport a tutti i livelli, offre sicuramente dei benefici, ma quando diventa saltuario, ad esempio praticato solo 1 giorno a settimana ad alta intensità oppure costante, ma praticato con eccessiva intensità può essere causa di danni all’organismo, soprattutto con l’avanzare dell’età. Questi danni sono infatti da collegare a quella che viene chiamata inflammaging (Infiammazione cronica di basso grado) e allo stress ossidativo cellulare, un’attività silente che si traduce in abbassamento delle difese immunitarie, nel deterioramento dei tessuti e di conseguenza nel calo delle prestazioni fisiche.
Come agisce lo stress ossidativo?
Il rapporto tra sport e Stress Ossidativo è proporzionale all’intensità dell’attività fisica svolta. Più l’esercizio fisico è intenso dal punto di vista muscolare, a maggior ragione se aerobico, più genera la produzione di ROS, ovvero di radicali liberi che sappiamo essere causa dell’invecchiamento precoce. Il nostro organismo, in condizioni di una normale produzione di stress ossidativo (quindi considerando chi svolge un’attività fisica moderata), gestisce in autonomia la situazione con i propri sistemi antiossidanti. Se però la produzione di ROS è eccessiva, l’organismo si trova in difficoltà e per rispondere a questa situazione di estrema infiammazione, ha la necessità di produrre elevati livelli di cortisolo.
Il cortisolo, anche noto come ormone dello stress, è come un pompiere che prova a spegnere l’infiammazione, ma non riesce a farlo perché la legna su cui è divampato l’incendio continua a produrre fumo senza spegnersi mai. Il fumo è infatti l’infiammazione, che come in circolo vizioso continua ad alimentarsi e nel tempo non fa che complicare il quadro infiammatorio cronico di basso grado, causando danni muscolari, articolari e deregolazione del sistema immunitario. Questo si traduce con il calo della propria performance, ma anche aumento della probabilità di generare alla lunga patologie.
Performance e condizione di salute dell’atleta sono correlate.
Tutti gli atleti, a qualsiasi livello, si allenano per migliorare le proprie prestazioni. La performance sportiva però va di pari passo con la propria condizione di salute, che deve essere ottimale per evitare défaillance. È necessario proteggere l’organismo dai danni causati dall’infiammazione cronica di basso grado, una prerogativa non solo degli atleti master che si preparano ad una gara con allenamenti massicci e ravvicinati, ma anche di chi svolge regolarmente attività fitness ad alta intensità per rimanere in forma, come spinning, cross fit, ecc. Migliorare la propria prestazione sportiva dipende infatti dalla condizioni di salute ed è per questo che è possibile chiedere aiuto all’integrazione alimentare.
Un aiuto naturale contro l’infiammazione cronica di basso grado
Tra le piante più rinomate per la loro azione di contrasto all’infiammazione ci sono curcuma, boswellia e zenzero. Questo trio naturale supporta lo sportivo nell’attività di allenamento, soprattutto con l’avanzare dell’età perché aiuta a ridurre i fenomeni ossidativi e più in generale i fenomeni infiammatori, responsabili di invecchiamento precoce. Ci sono anche altre piante che sono state studiate per il loro potere antinfiammatorio e antiossidante, come il The verde, che grazie alle catechine, è in grado di rafforzare le difese antiossidanti e quindi ridurre il danno a carico delle cellule, con ricadute positive su tutti i tessuti. Anche il Reishi (Ganoderma lucidum) può essere di grande aiuto, si tratta di un fungo medicinale noto per la ricchezza di polifenoli e triterpeni, potenti sostanze antiossidanti, contenute in generale nella frutta e nella verdura, alimenti che devono essere sempre presenti e in abbondanza nell’alimentazione in generale e i particolare in quella degli sportivi ad alta intensità e degli atleti master.
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