Tar Sardegna ferma l’abbattimento dei bovini nel Nuorese: udienza di merito il 3 settembre

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Di Andrea Caldart (Quotidianoweb.it) Cagliari, 12 agosto 2025 – Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, arriva oggi un nuovo stop alla decisione di abbattere tutti i bovini di un’azienda del Nuorese ad Orotelli, individuata come focolaio di dermatite nodulare bovina (Lumpy skin disease – Lsd). Il Tar Sardegna con Sentenza N. 233/2025 dell’11 luglio 2025 ha infatti accolto l’istanza di sospensione cautelare, bloccando – almeno per ora – l’esecuzione della misura.

Il tribunale amministrativo ha anche fissato per il 3 settembre 2025 l’udienza di merito, in cui verrà presa la decisione definitiva sugli abbattimenti.

Come QuotidianoWeb, abbiamo più volte contattato direttori ed Enti competenti per ottenere chiarimenti sul protocollo sanitario in corso, ma dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna non è arrivata alcuna risposta. In particolare, abbiamo chiesto di sapere:

·       per quanto tempo, in caso di vaccinazione, vada sospeso l’uso del latte e dei prodotti derivati;

·       quale scheda tecnica del farmaco somministrato agli animali sia stata autorizzata e da chi.

Ad oggi, l’unica risposta è il silenzio delle istituzioni e degli organi preposti.

La forza dell’unità

Al di là della battaglia legale, la vicenda sta mostrando un aspetto che va oltre le aule di giustizia: il grande coraggio di tanti cittadini sardi che hanno scelto di non piegarsi alla prepotenza di una narrazione dominante, spesso più interessata a imporre procedure standardizzate che a valutare alternative concrete.

Questi gruppi di sardi, provenienti da ogni parte della Sardegna, come quelli dell’Associazione: “Is Pipius no si Tocant” e “Coordinamento Gallura contro la speculazione fotovoltaica” uniti da un forte senso di appartenenza e amore per la propria terra, si sono schierati fianco a fianco con gli allevatori, sostenuti da legali di altissima professionalità. Non si tratta solo di difendere un’azienda o qualche centinaio di capi di bestiame, ma di preservare un patrimonio vivo e irripetibile, frutto di generazioni di lavoro, sacrificio e cura.

È una sfida che mette il cittadino di fronte a un potere politico-scientista che, anziché ascoltare, tende a schiacciare, scegliendo la via più drastica e meno dialogata. Eppure, la Sardegna sta dimostrando che la voce delle comunità locali può farsi sentire, anche quando le istituzioni tacciono o si trincerano dietro procedure.

In attesa della decisione di settembre, il futuro dell’azienda e dei suoi animali resta incerto. Ma per ora, una certezza c’è: nessun abbattimento fino alla prossima sentenza, e una comunità che non ha intenzione di arrendersi.

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