Un viaggio nell’Italia che produce, resiste e incanta al Mercato dei Vini FIVI 2025

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Di Mario Vacca Bologna, 22 novembre 2025 – Quando si chiudono i cancelli di un grande evento, ciò che resta non sono soltanto i numeri: sono i volti, le voci, le mani che hanno sostato per tre giorni in quei padiglioni trasformandoli in un brulicare di storie, territori e passioni.
La 14ª edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI si è conclusa così, come un lungo respiro collettivo di un’Italia che nel vino riconosce identità, lavoro, cultura.

E quei 40mila metri quadrati di BolognaFiere, pulsanti dal 15 al 17 novembre, hanno raccontato molto più di una manifestazione: hanno messo in scena l’anima economica e sociale di un settore che muove turismo, filiere, comunità.

Mille vignaioli e vignaiole, oltre 8.000 vini artigianali e di territorio, un esercito di produttori provenienti da tutte le regioni italiane e da tre Paesi europei  sono numeri che indicano grandezza, ma non spiegano la magia che Bologna ha vissuto e di come li ha abbracciati.
Nei corridoi dei padiglioni 29 e 30 si respirava una vitalità rara: carrelli carichi di bottiglie, degustazioni gremite, racconti agricoli sussurrati con l’orgoglio di chi la terra la vive davvero, io stesso avanzavo con il carrello degli acquisti.

L’affluenza – ben oltre l’edizione record del 2024 – ha confermato ciò che il Presidente di BolognaFiere, Gianpiero Calzolari, ha sintetizzato perfettamente: «Questo appuntamento è ormai fondamentale per il territorio e per l’intero settore: crea comunità, entusiasmo, valore.»

E valore, infatti, ne è stato generato molto.

Per l’Emilia-Romagna, il Mercato FIVI significa:

  • turismo enogastronomico immediato, con hotel, ristoranti ed enoteche letteralmente pieni;
  • indotto economico diffuso, dalla logistica alla vendita diretta;
  • posizionamento internazionale per una regione che sempre più si accredita come capitale dell’enoturismo italiano.

Ne è esempio la “Notte Bianca della Ristorazione”, che ha visto oltre sessanta locali restare aperti fino a mezzanotte, trasformando Bologna in un grande salotto del vino artigianale.

Passeggiando tra i banchi, il Mercato dei Vini diventa un viaggio.
Un viaggio vero, fatto di assaggi e incontri, che quest’anno ci ha portati da nord a sud attraverso sei  tappe memorabili.


La prima emozione arriva in Oltrepò Pavese,  da Cà del Gè e Cantine Lozza: vini sinceri, eleganti, figli di colline che profumano di erba tagliata e tradizione. Una terra che produce con discrezione, ma che conquista ad ogni sorso.

Poi il Gavi, quello vero un prodotto di Molinetto  il Gavi Docg Metodo Classico, prezioso, vibrante, e l’inaspettato Orange, sorprendente nella sua struttura: calici che raccontano una viticoltura che unisce coraggio e storia. Una delle degustazioni più raffinate dell’intero percorso.

La tappa in Alto Adige presente con una moltitudine di produttori, ci porta da Pardellerof, ove Anita ed Erwin ci accolgono con la tipica Ospitalità altoatesina, la stessa utilizzata nel maso a Marlengo per intrattenere clienti ed ospiti degli appartamenti. Non posso trattenermi dal degustare l’eccellente  Pratellum, Lagrain Riserva, per il quale è superflua ogni descrizione.

Il viaggio prosegue verso le colline patrimonio UNESCO di Valdobiadena, per un saluto agli amici di Miotto ed una degustazione indimenticabile con Rive del Bacio. Un Prosecco che non cerca la moda, ma la verità del territorio: teso, minerale, autentico.

La tappa Campania ci porta a Tufo, presso il più antico produttore della Campania, Cantine di Marzo in un  brindisi con Ferrante di Somma, degno erede del fondatore. Il Greco di Tufo Metodo Classico “1930” è emozionante e rende l’idea di quanto quest’uva si presti a tante diverse esperienze.

L’ultima tappa è una scoperta, in Toscana a Fosdinovo, La Quinta Terra propone un Barbera che emoziona. Un Barbera toscano, sì, quasi un ossimoro, ma che convince per profondità e carattere. Un vino che rimane nel ricordo.

Un fermata non prevista ci ha portato nello spazio dedicato alla Federazione Italiana Olivicoltori Indipendenti (FIOI) ed al produttore Francesco Pepe con il suo pregiatissimo olio Radice. L’azienda si trova a Luogosano, un piccolo borgo irpino di appena 1164 abitanti; la denominazione dell’impresa è proprio un omaggio alle radici della famiglia; da Francesco padre di Fiorentino, a suo nipote Francesco, a sancire il ciclo della vita e dell’unione familiare; l’olivo non poteva che essere il simbolo di questo ciclo, di rigenerazione e rinascita che con la sua tenacia accompagna gli uomini nel loro cammino.

Le masterclass – tutte sold out – hanno unito cultura e tecnica, attraversando vitigni simbolo dell’enologia italiana e storie familiari che sono il cuore della viticoltura indipendente.

L’Emilia-Romagna, presente con un grande spazio istituzionale, ha celebrato le proprie eccellenze DOP e IGP attraverso degustazioni guidate e incontri dedicati all’aceto balsamico e ai cambiamenti climatici in vigna.

E non è mancata la riflessione politica sul futuro del settore, con il convegno dedicato alle nuove sfide della PAC, alla presenza di figure di primo piano italiane ed europee.

Il Mercato è stato anche il palcoscenico dei premi FIVI:

  • Enrico Brizzi, scrittore, è il nuovo “Vignaiolo come noi”;
  • Paolo De Marchi, leggenda del vino piemontese, ha ricevuto il “Leonildo Pieropan”.

Due riconoscimenti che legano il mondo della cultura e quello del vino sotto un’unica idea: l’amore per le cose fatte bene.

Alla fine, lo ha detto meglio di tutti Rita Babini, Presidente FIVI:
«C’era il sole sui volti delle Vignaiole e dei Vignaioli… tre giorni di festa che fanno guardare al futuro con ottimismo.»

E il sole, in effetti, c’era.
Sui volti, nei calici, nelle storie raccontate.

Il Mercato dei Vini 2025 lascia Bologna con una certezza: non è solo un evento.
È un viaggio nell’Italia che produce, che custodisce la terra, che sa ancora emozionare.

È la dimostrazione che il vino non è una bevanda:
è cultura.
È lavoro.
È un modo bellissimo di stare al mondo.

La Bussola d’Impresa – Mario Vacca

“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.

Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.

Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di “start-up”, M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.

Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti. 

Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.

Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell’innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.

La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a  scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.

La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati  alla carità ed alla fratellanza anche attraverso  club ed associazioni locali. 

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.

Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”

Contatto Personale: mvacca@capri.it

Profilo Professionale: https://www.gazzettadellemilia.it/economia/itemlist/user/981-la-bussola-soluzioni-d-impresa.html

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