Charlie Kirk, Chi era costui?

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Di Lamberto Colla Parma, 28 settembre 2025 – Non era di sinistra o DEM, non era di colore e allora la sua morte per mano di un assassino, viene derubricata con “se la era cercata” quando i commenti sono umani, altrimenti gioia incontrollabile e i vari conteggi di tipo “-1”, magari accompagnati da una immagine che lo ritrae impiccato a testa in giù.

Morto per il coraggio delle sue idee e per averle portate al confronto con chi la pensava diversamente con tentativo di convincerlo, con garbo e con la forza della idea e non con l’idea di usare la forza.

Certamente migliori onori vennero riservati a Martin Luther King (Din colore) o a John Fitzgerald Kennedy (DEM) e addirittura George Floyd, quel ragazzo di colore che morì soffocato durante il fermo della polizia statunitense e che ebbe gli onori di un sentito e lungo discorso di commemorazione del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e dalla stessa Presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen, mentre per Charlie Kirk la presidente attuale non autorizzò nemmeno il minuto di silenzio.

https://www.instagram.com/reel/DOdZjPBDNGl

“Vorrei esprimere a nome mio e del parlamento europeo le più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici di George Floyd. La sua morte ha suscitato sia negli Usa che in Europa molte proteste che dimostrano che il rispetto dei valori democratici e dei diritti umani è un compito fondamentale, quotidiano, impegnativo e necessario”.  Così il presidente David Sassoli aprendo la plenaria a Bruxelles. “Possiamo riposare quando il sogno di Martin Luther King diventerà realtà e le persone non saranno mai giudicate dal colore della loro pelle ma dal contenuto del loro carattere”, ha aggiunto Sassoli chiedendo poi un minuto di silenzio da parte della plenaria in memoria delle vittime del razzismo, della violenza e della discriminazione.  Ursula von der Leyen per Floyd:  “Nella Ue non c’è posto per il razzismo” Il “razzismo” e la discriminazione “resistono” nelle società europee, ma “se c’è la volontà politica” è possibile cambiare le cose, favorendo una maggiore diversità, che può portare benefici nelle organizzazioni pubbliche e private, e anche nelle forze armate.” “Le persone che manifestano in strada dalle due parti dell’Atlantico – continua la Von Der Leyen – levano le loro voci, desiderose di farsi sentire. E’ ora di fare di più che ascoltare e condannare: è tempo di parlare onestamente e apertamente di razzismo. Come società dobbiamo fronteggiare la realtà: dobbiamo unire le nostre forze e costruire un’Europa che sia più equa”. – (http://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/Parlamento-Ue-un-minuto-di-silenzio-contro-il-razzismo-562631b2-b6a6-4c76-b279-8af562fea92b.html )

Un doppiopesismo ignobile e inqualificabile che non può che alimentare l’ira o addirittura l’odio.

Ma la cosa che più sconvolge è che sino alla sua morte nessuno sapeva chi fosse Charlie Kirk, almeno qui in Italia.

Però già il giorno seguente al suo assassinio fu un’esplosione di insulti e denigrazioni. “Omofobo”, “Razzista”, “estremista di destra”, “Anti abortista”, (come fosse un fattore negativo e non un legittimo pensiero d’opinione).

E così in men che non si dica l’opinione pubblica si è convinta che quel giovane era un esaltato estremista pericoloso per la stabilità della società.

Ma per comprendere come fossero i suoi interventi e discorsi bastava ascoltarne alcuni.

Chi si scontrava con lui, viso a viso, perché lui andava a incontrare i giovani direttamente nei campus universitari, lasciava la conversazione in imbarazzo, magari non si era convinto del contrario ma certamente non era riuscito a difendere le sue stesse idee politically correct o woke o entrambi.

E’ per questo che quel giovane uomo era pericoloso.

Era pericoloso perché parlava direttamente cercando il contraddittorio con coloro che non la pensavano come lui. Una sotta di percorso di evangelizzazione del pensiero indipendente.

Un pensiero indipendente che l’ha ucciso.

Poche le voci a favore di Charlie Kirk e solo da parte della “destra” ed è perciò che voglio onorare questo ragazzo con le parole di Antonio Padellaro che è riuscito a sorprendere onorando una vita giovane e coraggiosa portandolo addirittura a esempio da seguire.

“Noi abbiamo conosciuto non solo l’attivista, il trumpiano, l’uomo che aveva avuto un ruolo fondamentale nella vittoria, probabilmente un ruolo essenziale nella battaglia di Trump, ma anche un giovane uomo che aveva promosso un metodo molto interessante, cioè il metodo dell’andare ad ascoltare le ragioni degli altri e controbattere con le proprie ragioni. Cioè, questo esercizio critico, anche rischioso, gli è costata la vita. Dovrebbe essere un po’ un insegnamento per tutti, destra, sinistra, non è importante. Questo valore dell’ascoltare, ma anche del tentare di convincerti con le mie idee, ascoltando le tue, dovrebbe essere la stella polare per difendere la libertà di critica, ma anche la libertà d’informazione.

Charlie Kirk Riposi In Pace!

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Per video Charlie kirk

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https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2020-0173_IT.pdf

Negazione minuto silenzio per KIRK:

https://www.instagram.com/reel/DOdZjPBDNGl

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Antonio Padellaro: https://www.facebook.com/share/v/1B2QLFpN33/?mibextid=wwXIfr

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