Di Lamberto Colla Parma, 13 marzo 2022 5° giorno dell’anno 3 dell’era COVID-19 – domenica
Putin ha certamente perso la “guerra social”, sconfitto sul campo dal bombardamento delle immagini degli eroi che resistono, piuttosto che dei bambini che piangono e dei civili che cercano una strada per la salvezza.
Un tamburellare di informazioni a senso unico provenienti dalla parte dell’aggredito.
Dall’altra parte il silenzio quasi totale. Qualche commento politico di Putin o del suo Ministro degli esteri e poco altro.
Così facendo, sin dai primi giorni, Putin da statista viene etichettato come criminale, piuttosto che da pazzo con reale necessità di una perizia psichiatrica.
L’aggressore è un “criminale” !
Ma non è una equazione sempre valida. Non eravamo aggressori quando siamo andati a bombardare Belgrado. 1.110 missioni aeree partite dall’Italia, con caccia anche di nazionalità italiana, non lo erano aggressori quelli che hanno operato in Kuwait nella prima guerra del Golfo (1990) dove gli americani per non affrontare a terra l’esercito iracheno, che peraltro era stato battuto perfino dai curdi, bombardarono per tre mesi Baghdad e Bassora uccidendo più di 160.000 civili fra cui 32.195 bambini. E che dire della seconda guerra del Golfo (2003), scatenata sulla base di un “falso criminale”. Secondo l’intelligence statunitense Saddam Hussein era in possesso di armi di “distruzione di massa” giustificando un feroce attacco che cosò tra 650 e i 750 mila morti civili.
E che dire invece dell’ignobile assalto a uno stato sovrano, come era la Libia, da parte della coalizione anglo-franco-statinitense, poi ampliata a 19 nazioni tra le quali l’Italia, senza avere alcuna autorizzazione e tantomeno giustificazioni di sorta, scatenando un inferno ancora vivo. “Un’aggressione che, – scriveva Massimo Fini il 26 febbraio 2022 sul “Fatto Quotidiano” – come quelle precedenti alla Serbia per il Kosovo del 1999 e all’Iraq del 2003, venne perpetrata non solo senza l’avallo dell’Onu, ma contro la volontà dell’Onu e soprattutto senza alcun valido motivo. I pruriti terroristici di Gheddafi erano spenti da tempo.”
Quest’oggi non tireremo in ballo il colorato Barak Obama che pur partecipando a 7 guerre, stabilendo il record tra i presidente americani, venne premiato con il Nobel per la Pace.
Tra tutti questi capi di Stato Occidentali nessuno venne accusato di essere “criminale”, i beni suoi e degli amici mai sequestrati e tantomeno sanzionate le nazioni che guidavano.
No niente di tutto ciò.
E infatti molto diverse erano anche le immagini che ci tenevano incollati al televisore all’epoca delle guerre del Golfo.
Inviati di fama, come la Lilli Gruber, Franco di Mare o la Giovanna Botteri, erano sempre ben inquadrate in un rettangolo del video con il sottofondo notturno illuminato dalle luci dei bombardamenti più somiglianti a simpatici fuochi d’artificio.
Immagini spersonalizzate dove la guerra non pareva fare vittime civili, rassicurati dal fatto che i missili erano intelligenti.
La bella e affascinante Lilli Gruber venne anche ripresa, oltre a sfoggiare un gran campionario di foulard “glamour”, anche a rifarsi il trucco.
Ogni sera i nostri inviati raccontavano quello che i dispacci degli invasori trasmettevano.
Poco o niente da parte degli aggrediti. Cattivi o addirittura terroristi gli afgani.
Mentre sono buoni e eroici partigiani gli ucraini, difesi da noi occidentali contro l’aggressione dei cattivi russi, nemici storici degli americani.
Diverse le immagini che provengono dai fronti. Delle guerre del golfo “lampi” impersonali con inviati “cool”, mentre dall’Ucraina, immagini di sfollati, bimbi, madri in fuga e edifici diroccati dai cannoneggiamenti.
Inviati sul campo con tanto di giubbotto antiproiettile, elmetto e scorta, accompagnati in “press tour” come lo definì Fausto Biloslavo (un esperto inviato di guerra) da Kiev durante la prima settimana di combattimenti.
Servizi che ci fanno vedere uomini che si addestrano alla resistenza, che invocano la riconquista della Crimea e del Donbass e sostengono di non appartenere all’esercito regolare ma di essere i responsabili di quella area della città, che controllano sotto tutti i punti di vista.
La verità dov’è? E proprio vero che la prima vittima delle guerre è la VERITA’.
E’ proprio di pochi giorni fa la notizia del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol.
Un ospedale che i Russi dicono fosse stato già da tempo liberato e trasformato nella centrale della Brigata AZOV.
Un ipotesi avvallata dalla dichiarazione che, già dal 6 marzo, gli stesi russi trasmisero al Consiglio di Sicurezza dell’ONU le prove di quanto affermano.
Infine, hanno iniziato a circolare informative circa delle vere e proprie messe in scena con l’ausilio di una blogger ucraina (realmente incinta) e ben truccata da scampata al bombardamento e uno stimato fotografo che l’ha ritratta al momento giusto.
“Secondo l’ambasciata russa in Gran Bretagna, – fonte ANSA – invece, è falsa la foto che ritrae una donna con il volto insanguinato mentre fugge dall’ospedale con le coperte addosso. “E’ la beauty blogger Marianna Podgurskaya. In realtà ha interpretato i ruoli di entrambe le donne incinte nelle foto”, scrive sul suo profilo Twitter la sede diplomatica, sottolineando che gli scatti sono del fotografo “propagandista” Evgeniy Maloletka e non di soccorritori e testimoni. Dà manforte l’ambasciata russa in Italia, che definisce la “presunta distruzione” dell’ospedale “il massimo del cinismo e della campagna di menzogne”.
Non sapremo, forse mai, come sono andate le cose. Ma quel che è certo è che molti civili, donne, bambini, soldati, di entrambi i fronti, moriranno. Moriranno, alcuni senza sapere perché, altri da martiri, altri in modo innocente.
Sulla questione dell’ospedale è intervenuta anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che vuole vederci chiaro e ha chiesto “un’indagine completa” su un bombardamento “disumano” che ha tutte le caratteristiche di un “crimine di guerra”.
Per chiudere propongo alcuni passi
di Voltaire tratti da Dictionnaire
philosophique, ” “Guerre”.
“La Guerra […] ci viene per solito dalla fantasia di tre o quattrocento persone diffuse sulla superficie del globo terracqueo, sotto il nome di prìncipi e governanti. […] Il più spinto degli adulatori dovrà ammettere che la guerra porta sempre al suo seguito fame e malattie […].
È senza dubbio una bellissima arte, questa che devasta i campi, distrugge le case, e fa morire in media, ogni anno, quarantamila uomini su centomila.
[…]
E in tutti i paesi si pagano un certo numero di oratori per celebrare queste sanguinose giornate. […] Miserabili medici delle anime, che gridate per un’ora e un quarto su qualche puntura di spillo, e non trovate una parola per una malattia che ci strazia e distrugge! Filosofi moralisti, bruciate tutti i vostri libri! Fino a che il capriccio di pochi uomini spingerà milioni di nostri fratelli a scannarsi lealmente fra di loro, quella parte del genere umano che si fa dell’eroismo un mestiere sarà la cosa più mostruosa di tutto il creato.
Che cosa diventano e che m’importano la carità cristiana, la beneficenza, la modestia, la temperanza, la mitezza, la saggezza, la fede, quando una mezza libra di piombo tirata da mille passi mi fracassa il corpo, e io muoio a vent’anni fra tormenti orribili, in mezzo a cinque o seimila moribondi, mentre i miei occhi aprendosi per l’ultima volta vedono la città dove son nato distrutta dal ferro e dal fuoco, e gli ultimi suoni che odono le orecchie sono i gemiti delle donne e dei bambini che spirano sotto le rovine: tutti per i pretesi interessi di un uomo che non ho mai visto né conosciuto?”
Voltaire, Dictionnaire philosophique, “Guerre”.
Link suggeriti
Lilli Gruber Fuori Onda Bagdad Affari Italiani– https://www.youtube.com/watch?v=wIuSOGMenYg
Cristina Botteri Bagdad – https://www.youtube.com/watch?v=GybM7Gh7YJc
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