Hartman Donà “l’uomo che sussurra alle viti”

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Lana ha una storia che risale a molti secoli fa. Il suo nome è attestato come “Lóina” nel 1034. La cittadina è nota per essere un importante centro di frutticoltura, con una particolare specializzazione nella coltivazione delle mele. Vi si trova anche il museo sudtirolese della Frutticoltura (Südtiroler Obstbaumuseum): istituito nel 1990, riguarda lo sviluppo delle tecniche colturali in Alto Adige e racconta tutto sulla mela della regione.  E’  interessante anche per i bambini, poiché offre aree separate proprio per loro, si trova all’interno della Residenza Larchgut, ed è costituito su una superficie di circa 2000 metri quadrati.

A Lana si trova la sede dell’associazione culturale Bücherwürmer, fondata nel 1980 e che dal 1993 intrattiene l’Archiv für Poesie (“Archivio della Poesia”), un istituto di raccolta sistematica di produzione letteraria internazionale della poesia.

Raggiungo Hartman in tarda mattinata e dopo una veloce presentazione entriamo nel suo regno.  Percepisco subito che  si distingue per un approccio pragmatico e funzionale, privo di sfarzi superflui. Qui, l’efficienza e la sostanza sono al centro dell’attività riflettendo la filosofia del fondatore, che privilegia la qualità e l’autenticità dei suoi vini rispetto all’apparenza. La struttura, pur essendo collocata in un contesto industriale, è pensata per supportare al meglio il processo produttivo, garantendo condizioni ottimali per la vinificazione e l’affinamento. Questo ambiente essenziale permette di concentrare l’attenzione sulla cura delle uve e sulla precisione delle tecniche enologiche, elementi fondamentali per la creazione di vini che esprimono al meglio le caratteristiche del terroir altoatesino.

Nel corso dell’intervista Hartman rappresenta una panoramica della storia enologica altoatesina degli ultimi 40 anni partendo da tempi lontani,  quando  il 70% delle uve veniva conferito alle cooperative o ai grandi produttori, per giungere  sino alla costituzione, nell’intero territorio, di oltre cento piccole cantine. Cresciuto tra le vigne di proprietà della famiglia, dopo gli studi in Germania ed il diploma di perito agrario ha lavorato come consulente per produttori in Italia ed in Europa ed anche come enologo in una grande cooperativa Altoatesina  prima di dedicarsi pienamente alla sua cantina fondata negli anni 2000, fiero di rientrare nel gruppo degli oltre 100 piccoli produttori della regione.

Un confronto tra grandi e piccole realtà che ha chiuso in una bella analogia con il mondo dell’arte, e della pittura in particolare, mostrando come le   potenzialità dei grandi produttori tratteggino il quadro complessivo iniziando con  le abbondanti pennellate, completate e rifinite dai piccoli vignaioli. Mi piace ascoltare Hartman che riflette molto sul lavoro svolto nel modo vinicolo con  la “parcellizzazione” del terroir dal quale sono nate etichette divenute veri e propri “gioielli” dell’enologia italiana,  attività che a suo dire  potrebbero adattarsi  anche ad altre colture;  prosegue ponendo l’attenzione sul  cambio generazionale che sta avvenendo nelle cantine con giovani motivati, istruiti  e carichi di entusiasmo, e come, l’Alto Adige potrebbe divenire un ponte tra le culture tedesche ed italiane.

Le 35000 etichette imbottigliate provengono dalle uve raccolte dai terreni propri e di terzi collaboratori con i quali Hartman condivide valori e visioni, per un totale di poco meno di 7 ettari.

La mia forza sta nel comprendere i tre fattori terreno, vitigni, clima, nell’interpretarli e nel lavorare con essi. In questo modo nascono prodotti originali e unici. Con quelle lievi differenze da un’annata all’altra che caratterizza solo i prodotti autentici della natura

In totale controtendenza, l’azienda è partita con le riserve, il Donà Noir è il pinot nero prodotto dalle uve dei terreni di proprietà, Donà Blanc, Donà Rouge schiava riserva, ed anche qui Hartman è in controtendenza; alcuni produttori hanno iniziato ad abbandonare la schiava, un’uva semplice ma proprio per questa soggetta alle  muffe ed ai  funghi che negli anni dell’instabilità climatica aumentano notevolmente, mentre Hartman ne fa un “cavallo di battaglia”, esamina le differenti qualità dell’uva secondo i terreni di provenienza,  studio che gli ha permesso di realizzare la linea Liquid Stone, 4 etichette (Dolomit, Granit, Phyllit e Vulkanit) per una schiava Igt ciascuna proveniente da terreni con caratteristiche differenti che danno il nome all’etichetta stessa. Nel suo mondo non poteva non vinificare la schiava anche con il metodo classico, realizzando lo spumante Blanc de Rouge.

La continua sperimentazione che gli permette di migliorare incessantemente i suoi vini passa anche attraverso la selezione di botti in legno di diversi produttori,  di differenti qualità ed anche insolite dimensioni. Ho visto per la prima volta in uso le pyramitt realizzate da un produttore altoatesino, botti da 460 litri composte da doghe più spesse la cui caratteristica forma permette di  far maturare il vino contenuto più lentamente.

“Mi considero uno spirito libero dell’enologia. Il tempo è il mio attento e fedele compagno. Considero il tempo come energia pulsante o forza vibrante, ma anche come spazio di meditazione e paziente maestro che approva il mio lavoro solo quando è davvero concluso. Il tempo è la mia storia. Questa storia.”

Con due righe dedicate al tempo, Hartmann si avvicina alle esigenze moderne che vedono l’intermediario, il  ristoratore o l’appassionato non più “a far cantina” ma a prediligere un immediato consumo del prodotto  acquistato, un’evidenza che lo ha indotto a far maturare il vino in bottiglia per il tempo necessario ad offrire un prodotto eccelso.

Dalla visione imprenditoriale di Hartman è nata  una seconda unità di business  dedicata alla vinificazione conto terzi, con il motto “bottiglia chiave in mano”; l’attività  non solo gli consente di migliorare l’efficienza degli investimenti in attrezzature e dell’intera infrastruttura, ma gli permette di trarre esperienza dalla lavorazione di altri uvaggi spesso coltivati oltre i 1000 metri di altitudine, da agricoltori, piccoli vignaioli e ristoratori.

In sintesi, la cantina Hartmann Donà rappresenta un esempio di come l’efficienza e la dedizione possano tradursi in prodotti di eccellenza, senza necessità di elementi decorativi o strutture appariscenti. È un luogo dove la passione per il vino si manifesta attraverso la concretezza e l’impegno quotidiano.

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La Bussola d’Impresa – Mario Vacca

“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.

Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.

Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.

Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di “start-up”, M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.

Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti. 

Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.

Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell’innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.

La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a  scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.

La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati  alla carità ed alla fratellanza anche attraverso  club ed associazioni locali. 

Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.

Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”

Contatto Personale: mvacca@capri.it

Profilo Professionale: https://www.gazzettadellemilia.it/economia/itemlist/user/981-la-bussola-soluzioni-d-impresa.html

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