Il Parmigiano Reggiano come non lo avete mai visto

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Di Redazione Reggio Emilia, 6 novembre 2024 – La qualità sopra tutto. Come ha dichiarato il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, la Qualità è il vero e unico fattore distintivo per vincere la guerra dei mercati internazionali. “Il Parmigiano Reggiano – ha dichiarato Nicola Bertinelli, deve diventare una Iconica Marca a Livello Globale.”

Ed è proprio orientato alla qualità il progetto di realizzazione del prototipo d’analisi preventivo del Parmigiano Reggiano. Un innovativo strumento per il controllo delle forme già a partire dalle prime settimane di stagionatura.

Un progetto complesso che ha visto la collaborazione tra diverse strutture tecniche, di ricerca e di servizi al settore lattiero caseario che hanno creato una “struttura” in grado di meglio utilizzare le risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Emilia Romagna.

A aprire il convegno, organizzato nella sede del Consorzio del Parmigiano Reggiano a Reggio Emilia, è stato il presidente del Consorzio Produttori Burro e Formaggio e Prodotti Tipici Tradizionali, Luca Cotti, il Consorzio che è riuscito a raccogliere le esigenze della parte produttiva e a stimolare l’ipotesi progettuale che ha visto la collaborazione stretta tra Università di Parma, il CLCA, Confcooperative di Parma, l’azienda Ing. Ferretti con il partner specializzato in tomografia assiale computerizzata, Imaginalis.

Il racconto dell’evoluzione e della messa a terra del progetto è stato dettagliato dal professor Andrea Summer, Direttore del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie dell’Università di Parma e Responsabile scientifico del Progetto.  

“Grazie al sostegno economico della Regione Emilia Romagna si è potuto realizzare un progetto così complesso che, i soli privati non sarebbero riusciti a completare.” Una complessità che doveva superare alcuni importanti fattori: la sicurezza, la trasportabilità e la semplicità interpretativa, oltre alla rapidità d’analisi.

La sicurezza  è al primo posto – ha sottolineato il professor Summer – perché comunque parliamo di una TAC di ridotte dimensioni”.

Con questa tecnologia, ha proseguito il ricercatore, “andiamo alla ricerca dei difetti nei primissimi periodi di stagionatura, senza la rottura della forma e al più presto, dando valore alla alta precocità, al fine di poter intervenire con i correttivi tempestivamente.”

CheeseGO è quindi un dispositivo di immagine che permette l’indagine e lo studio di forme di Parmigiano Reggiano per un fine di controllo qualità.

Il dispositivo è in grado di fornire sia immagini radiografiche, sia ricostruzioni volumetriche tridimensionali. La tecnologia sfrutta la proprietà di penetrazione dei raggi X e l’elaborazione computerizzata delle proiezioni radiografiche, permettendo in questo modo di ricostruire immagini dettagliate che rappresentano sezioni dell’oggetto scansionato.

A seguire, Sandro Bettini, Presidente di Ing. Ferretti e Cosimo Lorenzetto, ingegnere di Imaginalis, hanno illustrato gli aspetti tecnologici e le difficoltà realizzative.

Dovevamo realizzare un macchinario, riferiscono Sandro Bettini e Cosimo Lorenzetto che utilizzasse tecnologia mai impiegata nel settore alimentare ed offrire qualcosa in più rispetto ad un semplice macchinario X Ray. Le relazioni di Ing. Ferretti, con la soc. Imaginalis, società Americana con sede a Firenze, già impegnata nella realizzazione di impianti di Tomografia Assiale Computerizzata ad uso veterinario poteva generare questa sfida.
Siamo sempre attenti prosegue Sandro Bettini, alle problematiche ed alle necessità dei nostri clienti, è dalle necessità, dai bisogni, che possiamo sviluppare nuove idee che consentano un salto tecnologico ed un conseguente miglioramento qualitativo del prodotto e del lavoro umano.
Uno dei nostri obbiettivi è quello di migliorarsi continuamente, nell’incrementare l’efficienza dei sistemi produttivi di questo settore nel rispetto della tradizione casearia; solo così possiamo creare valore e qualità.

E’ stato il direttore del CLCA, Alessandro Raffaini, a illustrare la tecnologia che i loro tecnici hanno contribuito a sperimentare e a analizzare i dati. Il direttore ha esposto le dimensioni della macchina, il cui peso di 800 kg e le sue dimensioni, consente di essere trasportata con un mezzo attrezzato al sollevamento e un semplice adeguamento dei caseifici che necessitano di presa industriale a 5 poli e un assorbimento massimo di 32 Ampere.

La tecnologia, conclude Raffaini, è un supporto alla diagnostica, realizzata a campione, per evidenziare precocemente i difetti a campione sui lotti di produzione, al fine di andare a ragionare sui potenziali fattori di base scatenanti (dalla Produzione del latte alla trasformazione ndr)”.

In occasione dei 90 anni del Consorzio – interviene Nicola Bertinelli –, che abbiamo celebrato al Teatro Regio solo pochi giorni fa, abbiamo coniato il fil rouge: “lavorare insieme” per raggiungere il successo. E anche in questo caso, il “lavorare insieme” tra CLCA, Università, Consorzio Produttori Burro e Formaggio e Consorzio del Parmigiano Reggiano e la Regione Emilia Romagna alla quale va un enorme grazie è orientato al successo. Obiettivo è massimizzare la qualità e tutti devono contribuire a realizzarla. Il Parmigiano Reggiano deve diventare una ICONICA MARCA A LIVELLO GLOBALE”.

Il presidente Bertinelli, ha quindi proseguito illustrando i tanti sforzi per il miglioramento della qualità a tutti i livelli. “Nel 2021-2022-2023 – conclude il presidente – abbiamo investito 12 milioni di euro a favore delle imprese zootecniche per il miglioramento del “Benessere Animale” oltre ai livelli legali”.

Infine è stato l’Assessore regionale alla Agricoltura e Pesca, Alessio Mammi, a portare le conclusioni sottolineando come l’Emilia Romagna abbia saputo perfettamente coniugare la produzione con la trasformazione. La “Regione, anticipa l’Assessore, metterà ancora 8 milioni di euro per la ricerca con i prossimi stanziamenti PNRR” e conclude “L’incrocio tra Innovazione e Tradizione è la sfida dei nostri tempi”.

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