C.V.D.  Biden alimenta il fuoco e l’UE ci mette la benzina

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Di Lamberto Colla Parma, 13 febbraio 2022 338° giorno dell’anno 2 dell’era  COVID-19 – domenica

Otto anni dopo, ecco invece tornare di moda l’Ucraina. Fatto salvo il mandato del “pericoloso Donald Trump” che cercò di ammansire Putin in occasione del G7 del maggio 2017 di Taormina, ecco che con Joseph Robinette Biden Jr., meglio noto come Joe Biden, i grilletti delle “Colt” si armano nuovamente e chissà che l’arzillo, o quasi, Presidente USA riesca almeno a affiancarsi al record di conflitti bellici che il primo Presidente afro americano statunitense e Premio Nobel per la Pace, detiene saldamente. Quel Barak Obama che nel 2014 espulse la Russia dal G8 e obbligò l’Europa a sanzionarla, con gravissimi danni economici per il nostro Paese e molto meno del più ampio stato al mondo.

Mentre sta scemando l’interesse per la pandemia, un po’ perché la gente non ne può più, un po’ perché chi doveva trarne profitto l’ha fatto per di più ipotecando i vaccini di richiamo annualmente in tutto il mondo, almeno quello  che potrà permetterselo, ecco che dopo le aziende farmaceutiche, sono quelle delle armi a dover trovar sostegno. Un’escalation di dichiarazioni sempre più allarmanti, nonostante Putin non stia modificando alcunché rispetto la sua posizione iniziale, ultima delle quali lanciate da Joe Biden che venerdi scorso ordinava a tutti gli americani a lasciare l’Ucraina per il rischio imminente di una invasione russa e il conseguente rischio, nientemeno, di una “Guerra Mondiale”.

Così, non passa giorno e edizione di telegiornale che qualcuno, Biden in testa, non manifesti grandi preoccupazioni per le esercitazioni militari russe in Bielorussia e l’accerchiamento dell’Ucraina da parte delle truppe di Putin.

Persino il nostro Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini,  intervenendo davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato a proposito della crisi Russia-Ucraina, ha dichiarato la necessità di «insistere sulle possibilità di dialogo» ma, al tempo stesso, trasmettere «un messaggio inequivocabile alla Russia: qualsiasi aggressione contro Kiev avrebbe gravi conseguenze».

C’è da immaginare quindi, che dallo scorso 8 febbraio, Putin dorma sonni agitati dopo una tale minaccia italiana.

epa06184418 Russian President Vladimir Putin listens to a speech during the ‘Dialogue of Emerging Market and Developing Countries’ on the sideline of the 2017 BRICS Summit in Xiamen, Fujian province, China, 05 September 2017. The ninth BRICS (Brazil, Russia, India, China and South Africa) Summit in Xiamen runs from 03 to 05 September. EPA/MARK SCHIEFELBEIN / POOL

Insomma il refrain è sempre il medesimo. Tutti a cercare di convincere Putin a “fare il bravo ragazzo”  e nessuno a tirare per le orecchie a Biden, prima a Obama, e agli strateghi della NATO, per le ingerenze esagerate verso questioni che non ci riguardano e che hanno preso origine a causa dello scioglimento unilaterale (NATO) dell’accordo che prevedeva la tenuta a distanza delle forze NATO da Mosca. Forze militari dell’Alleanza Atlantica le cui origini erano per la difesa delle nazioni aderenti e non certo per l’espansione delle influenze politico militari. Così che la difesa dell’Ucraina risulta alquanto velleitaria posto che è Paese non ancora all’interno del Patto Atlantico.

E’ infatti con la caduta del Muro di Berlino che le mire “espansionistiche” della Nato si fecero sempre più imprudenti nel tentativo, peraltro riuscito, di attrarre a sé i Paesi che erano della ex URSS sino a quando non arrivò a infastidire troppo lo “zar” Putin con l’annessione dell’Ucraina (La NATO era tropo vicina ia confini russi) e la conseguente reazione nei confronti dell’Ucraina stessa per la restituzione della Crimea alla Russia.

E così, mentre  Putin  ha sopportato l’avanzata dell’occidente,  non altrettanto ha fatto l’occidente per curare la bulimia della NATO e ora si pretenderebbe di scaricare la responsabilità sullo stesso leader russo.

Bisogna quindi riconoscere che buona parte della responsabilità della crisi Ucraina / Russia la si deve alla NATO e alla sua ingorda velleità espansiva verso est. Una minaccia per la Russia che Putin non ha più potuto tollerare a causa della estrema riduzione della zona franca di sicurezza a “difesa” di Mosca. Una situazione di tensione internazionale alla quale si aggiunse la questione tutta interna che vedeva la Crimea (regione ucraina dal 1954) opporsi alla scelta di passare nel blocco occidentale avanzata dai vertici ucraini.

Una posizione antica, tant’è che la decisione del leader sovietico Nikita Chruščёv del 1954 è stata permanentemente osteggiata da gran parte della popolazione di origine russa.

Da qui la guerra civile ucraina e le sanzioni verso la Russia volute e mantenute dalla NATO ma i cui riflessi economici negativi ricadono prevalentemente sull’Unione Europea.

Sanzioni contro la Federazione Russa – come commentava Matteo Impagnatiello – costituiscono un doppio vulnus, che ha compromesso le relazioni diplomatiche tra Mosca e l’Occidente e gravemente danneggiato il nostro sistema Paese. Un madornale errore di politica estera del Presidente statunitense Barack Obama che, a seguito dell’annessione della Crimea, espulse nell’aprile 2014 la Russia dal G8, oltre a decretare le misure restrittive di carattere economico-finanziario.

Un atto che ha pericolosamente spinto l’orso russo nelle fauci del dragone cinese. Malgrado l’apertura del nuovo inquilino della Casa Bianca Donald Trump al G7 di Taormina del maggio 2017, la situazione non è cambiata. Proprio l’Italia, nel solco dello spirito dell’accordo di Pratica di Mare del maggio 2002 “Nato & Russia”, deve impegnarsi a livello internazionale, affinché le sanzioni siano eliminate e venga ricucito lo strappo con Putin.

Invece, al contrario,  il Ministro della Difesa Guerini punta il dito su Putin  lasciando solo una porta socchiusa al negoziato.

Comunque, giusto per ripercorrere ancora un po’ di storia,  nessuno del mondo occidentale si sdegnò quando, nel 1995, le forze speciali ucraine (SBU) e le forze armate ucraine (ZSU) sbarcarono in Crimea, a Sebastopoli, per ristabilire «la legge e l’ordine dell’Ucraina» prendendo con la forza la sede del Consiglio Supremo della Repubblica, nel quale si trovava il quartier generale del Presidente in carica della Crimea, Yuriy Meshkov, e chiesero che gli venisse consegnato.

A mio parere tutto è distonico e oggi sulla questione dell’Ucraina e ieri sulla questione dei vaccini, il mondo dell’informazione suona la stessa identica e ridondante nenia, tralasciando volutamente importanti informazioni per generare una coscienza collettiva allineata, a non si sa quale interesse. Non certamente ai nostri di cittadini europei, asiatici, africani, latini, orientali e via di seguito tutte le etnie esistenti.

A tal proposito consiglio la lettura dell’articolo “PRENDETEVI DIECI MINUTI PER RIFLETTERE ” di Giorgio Bianchi – Photojournalist and Documentarist, giusto per ascoltare anche qualche altra voce dissonante, ma non necessariamente rivoluzionaria, solo equilibrata e di buon senso.

(per restare informati clicca  QUI)

Link suggeriti

ANSA 10feb2022 Gli americani devono lasciare l’ucraina subito https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/02/11/ucraina-biden-americani-devono-partire-ora_3e71753e-f3bb-4da5-b1b4-98f9f6993701.html

CRIMEA Daniele Trabuccohttps://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/35707-sul-referendum-del-2014-di-annessione-della-crimea-alla-federazione-russa-una-questione-ancora-attuale%20.html

Saddam Hussein: https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwiDqNWX9vb1AhWDt6QKHZ4oB2sQFnoECAYQAQ&url=https%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FSaddam_Hussein&usg=AOvVaw20WDz1TlJ0O0sVQB2tju1K

Una riflessione profonda sulla quale meditare: https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/blog/prendetevi-dieci-minuti-per-riflettere/?fbclid=IwAR2MTdAnXYEOJsHJo2AYjl79y0p0rXL1COFLrAP_nLsbVY0c_yr0HIrPW6s

NATO: https://www.nato.int/cps/en/natohq/nato_countries.htm 

La Russia all’epoca di Vladimir Putin, descritta nel libro di Mara Morini.

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