Di Andrea Caldart 10 gennaio 2024 (Quotidianoweb.it) – In realtà è solo il primo tassello del grande reset alimentare che sta iniziando, e in Germania gli agricoltori cavalcando i loro potenti trattori, hanno invaso le autostrade e sono arrivati a Berlino per difendere il loro lavoro e anche l’ignavia di tanti loro colleghi europei.
Decine di migliaia di agricoltori e allevatori, si sono riversati nella capitale tedesca, davanti allo storico monumento della Porta di Brandeburgo, per protestare contro le riforme agricole europee che minacciano la fonte di reddito di centinaia di migliaia di persone.
La scintilla che ha fatto scoppiare le proteste è stata la decisione del governo tedesco di abolire i sussidi sul carburante, provvedimento che presto intaccherà altri comparti della logistica e dell’industria alimentare.
Ma il cancelliere Scholz sta continuando a difendere il suo operato e in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro del Lussemburgo, Luc Frieden, Scholz ha affermato: “Voglio dirlo in modo chiaro, che è necessario prendere delle decisioni. E ciò significa anche rimuovere i sussidi, che sono stati criticati per molti, molti anni, come parte di una revisione vagliata con molta attenzione. Questo è ciò che il governo federale ha appena proposto”.
L’ostinazione di Scholz nasconde in realtà il vero motivo della mobilitazione degli agricoltori tedeschi che è quello di contrastare il programma europeo: “Farm to Fork”, che prevede l’abbandono del 10% dei terreni agricoli, la conversione a biologico di un quarto della superficie coltivabile, l’abbattimento dei concimi e dei fitofarmaci oltre alla rotazione forzata dei cereali.
Si tratta di misure che rischiano di mettere del tutto in pericolo l’agricoltura europea a fronte di una presunta, a detta loro, “equità del mangiare sano” che ci vuole propinare Ursula ricavandola da prodotti sintetici, costruiti nelle fabbriche dei suoi potenti amici miliardari filantropi di Davos nelle quali hanno già investito, con l’obiettivo di distruggere il faticoso lavoro dell’agricoltore nella sua fattoria.
Il ritornello di Bruxelles è sempre lo stesso, abbattere le emissioni di anidride carbonica prodotta dalle emissioni di ossidi di azoto e dalle flatulenze degli animali presenti negli allevamenti.
Peccato però che ad oggi, sul nostro pianeta, non esiste uno studio indipendente che scientificamente, accerti la correlazione tra le puzzette delle vacche e l’aumento delle emissioni.
L’Europa della Von der Leyen e dei suoi “amici” vuole colpire la sacralità del rapporto tra l’agricoltore e la sua terra, per avviare quella fase che mira a resettare il sistema alimentare internazionale, secondo l’agenda 2030 di Davos.
Favorire gli interessi della speculazione alimentare delle grosse aziende multinazionali, contro i piccoli allevatori e produttori agricoli per continuare quel progetto di ingegneria sociale finalizzato al controllo dei diritti dei singoli cittadini attandolo attraverso un’economia di decrescita e obbligando a comportamenti tecnologici a favore di un’attività finanziaria speculativa di pochissimi.
Da Di Caprio che finanzia la carne sintetica di Mosa Meat e Aleph Farms al latte artificioso con la proteina “ProFerm” della Perfect Day di Bill Gates, tutto è già stato preparato da tempo con il solo e unico scopo di assoggettare le persone ad un cambiamento coercitivo del proprio stile di vita, soprattutto riducendole alla “fame sintetica”.
I Video proposti da “Giubbe Rosse”: https://youtu.be/LO0oKTSqF3U
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