I 100 GIORNI DELLA VENDEMMIA SICILIANA 2022

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Di L’Equilibrista @lequilibrista27 Reggio Emilia, 30 novembre 2022 – Iniziata nella parte occidentale dell’Isola, tra la fine di luglio e prima decade di agosto, si è conclusa a fine ottobre nei vigneti dell’Etna e in alcune zone collinari in provincia di Palermo.
Le premesse per ricordare in Sicilia l’annata 2022 come un’“annata eccellente” ci sono tutte: uve sane dal punto di vista fitosanitario e in perfetto equilibrio acido-zuccherino, ottime sensazioni organolettiche, grande qualità, con bianchi freschi ed equilibrati e rossi che lasciano presagire strutture e complessità importanti.
La congiuntura climatica in Sicilia si è rivelata favorevole per l’intero ciclo vegetativo e determinante per la qualità delle uve: un autunno piovoso poi e seguito da un inverno con minori precipitazioni ed una fredda primavera, sono state alternate da alte temperature e la siccità dell’estate siciliana che hanno sensibilmente inibito la diffusione delle malattie della vite ed inciso, solo in alcuni areali, sul calo della produzione per circa il 5-10%.


Parlare di vendemmia in Sicilia è come parlare dei massimi sistemi essendo la regione molto vasta, con condizioni climatiche diverse e varietà molto diverse- commenta l’enologo Emiliano Falsini.
Nella zona meridionale di Noto e Vittoria ci sono ottimi riscontri sul Frappato e Grillo mentre il favorevole andamento climatico nella zona di Caltanissetta, con vini a base Grillo e Nero D’Avola, ci regalerà vini molto buoni per complessità, struttura e freschezza. A Lipari, ci aspettiamo grandi risultati soprattutto dal Nero D’Avola e dalle varietà bianche. Sull’Etna sarà un’ottima annata– conclude Falsini, perché le uve sono molto sane e in perfetto equilibrio”.


Per quanto riguarda l’azienda agricola Rallo, fiore all’occhiello della enologia siciliana, con vigneti a Marsala, Alcamo e Pantelleria, quella che si è appena conclusa è stata “una vendemmia soddisfacente dal punto di vista della qualità, lasciando presagire un prodotto eccellente”.
A Butera, in provincia di Caltanissetta, nel cuore dell’Isola, “l’annata si presenta di qualità elevata con bianchi equilibrati e rossi che daranno vita a strutture e complessità importanti”- commenta Antonio Paolo Froio, direttore della Tenuta Principi di Butera.


Buona la qualità delle uve di questa vendemmia 2022 anche per l’azienda Castellucci Miano, che a Valledolmo, tra 700 e 1050 metri, pratica viticoltura di montagna.
Uve sane e di indiscusso valore qualitativo, con un +5% per tutte le varietà coltivate in azienda”, aggiunge Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto, in Val di Noto.


Qualitativamente credo si possa dire che questo 2022 ci darà grandi soddisfazioni. È un’annata che promette bene, le uve erano veramente perfette con un piccolo aumenta sulla quantità per alcuni vitigni”, commenta l’amico e presidente del consorzio Achille Alessi di Terre di Giurfo.


Ottime le premesse anche sull’Etna. Sul versante nord dell’Etna, a Castiglione di Sicilia, Francesco Cambria dell’azienda Cottanera e Nicola Gumina, enologo di Palmento Costanzo, entrambi sostengono una “quantità delle uve prodotte superiore alla precedente annata e una qualità eccelsa, con uve perfettamente sane da un profilo sanitario ed a piena maturazione aromatica ed organolettica”.


Chiudono le isole a nord di Milazzo, dove a Lipari, nelle isole Eolie, dopo un inizio meteorologico incerto, la vendemmia si è chiusa con grandi risultati. Sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo che sarà una vendemmia di vini importanti che sapranno di sole, di mare e di vento come le nostre splendide Isole Eolie”. Questo è stato l’intervento di Massimo Lentsch di Tenute di Castellaro.


Di grande impatto, è stato poi l’intervento di Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, per il quale : “I cambiamenti climatici non sembrano pregiudicare l’eccellente qualità delle uve siciliane perché la regione dimostra, ancora una volta, la straordinaria capacità di fronteggiare le conseguenze del climate change con successo, grazie alla varietà del suo patrimonio vinicolo, in massima parte autoctono, e con grande biodiversità, e agli straordinari microclimi presenti nei diversi areali”.

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