Di Lambert “Daemon” Glue – Ducatus Parmae 16 luglio 2032 – Era il 1969 quando, a Sanremo, la quindicenne Nada cantava, in accoppiata ai Rocks, “Ma che freddo fa”. Nonostante avessi solo 11 anni, ricordo benissimo che all’epoca non si parlava di glaciazioni determinate dai cambiamenti climatici e El Niño ancora non riempiva i giornali allarmando le popolazioni prossime a arrostire e a congelare nell’inverno successivo a causa della Niña.
Chi viveva in pianura padana sapeva di vivere in un clima temperato, con inverni rigidissimi (ricordo un anno con -27 gradi) e estati caldissime, umide e, salvo la zanzara tigre, fastidiosi e innumerevoli “elicotteri pungenti” animavano le serate casalinghe a finestre spalancate per fare “aria corrente”, mentre i climatizzatori e il loro gas triclorofluorurati ancora non avevano iniziato a provare il buco dell’ozono. Camicie bagnate e bozzoli su tutto il corpo ma nessuno pensava che la causa fosse della nostra insensibilità all’ambiente e le frottole moderne sulla CO2 ancora non alimentavano le preoccupazioni di giovani e anziani che per trovare un po’ di ristoro si radunavano alle innumerevoli feste dell’unità (PCI) o dell’Amicizia (DC) organizzate in ogni villaggio italico.
Oggigiorno invece, assistiamo all’incessante avviso emergenziale.
Dalla siccità estrema e irreversibile in aprile per poi passare a maggio con le riserve idriche si sono ripristinate ma nel frattempo, all’alluvione che ha sommerso un terzo della regione Emilia Romagna, ovviamente a causa dei cambiamenti climatici, non già per l’incuria umana dei torrenti, piuttosto che le strutture difensive programmate e finanziate e mai realizzate da quegli amministratori locali invece efficaci e puntuali a punire con qualche centinaia di euro chi si fosse permesso di liberare l’alveo del fiume dai tronchi d’albero.
No, la colpa unica ed esclusiva va assegnata ai cambiamenti climatici dovuti alla CO2, ai gas serra, e via così…
Sino a arrivare a vedere abbrustolire chi ha optato per i “cappotti” così ben finanziati dal PNRR o dalle auto elettriche che, una volta incendiate, non è più possibile spegnere e tantomeno avvicinarsi a causa del voltaggio che può rivestire la carrozzeria, in grado di stendere il soccorritore in meno di un secondo.
Ma che bella la modernità, il progresso a ritroso verso l’ignoranza e la persuasione di incapaci di intendere e di volere!
Dalla pandemia alla guerra, per passare dalla siccità alle alluvioni e poi ancora il pericolo derivante dal vaiolo delle scimmie, piuttosto che il virus killer dall’Africa, la nuova minaccia derivante dalla febbre emorragica. Come puntualmente comunicato dall’OMS “una nuova pandemia minaccia il mondo”, questa volta sarebbe l’aviaria, non trascorre giorno che non venga comunicata una nuova catastrofe incombente.
Insomma e’ imperativo spaventare, per governare o meglio per comandare.
Una volta, invece, arrivava il 1° di ottobre, dopo 90 giorni di “villeggiatura”, e il primo tema in classe era: “Parla delle tue vacanze”.
Quelle vacanze iniziate coi solleoni di luglio, incolonnati sulle autostrade ingolfate di 500, 600, 850, Prinz NSU, 1.100 D, Giulietta o Giulia per i più sportivi e facoltosi.
Non esistevano le “partenze intelligenti” e l’unica musica che si sentiva in auto era quel rimbombo dell’aria che entrava da tutti e 4 i finestrini aperti, nel vano tentativo di godere di un rinfrescamento dell’ambiente.
Finalmente si arrivava alla meta, a incontrare gli amici e le prime “cotte” che non si erano lasciati 365 giorni prima. Giocare, giocare, ascoltare il Juke Box e fare i compiti delle vacanze era il refrain quotidiano per quei 90 giorni di spensieratezza. L’afa era una cosa normale e il caldo soffocante idem.
Nessuno era spaventato per quello, poi sarebbe arrivato l’autunno mite, a seguire il freddo e la nebbia, quindi il buio anticipato e infine da gennaio le giornate tornavano a allungarsi e si ricominciava a pensare alla estate afosa e felice successiva.
Tutto era normale, semplice e piacevole.
In televisione “Rischiatutto” era un gioco di sapienza non un invito a giocare in “borsa” per far arricchire chi già è ricco sfondato.
Torneranno i felici e semplici anni 60-70-80 senza dover necessariamente ripassare per ’15-’18 e il ventennio?
I “corsi e ricorsi storici” un po’ mi spaventano.
Il mio timore è che qualcuno stia lavorando per fare arretrare il tempo di 100 anni!
Vigiliamo tutti affinché ciò non accada!
LINK:
https://www.gazzettadellemilia.it/politica
Nada 1969 Sanremo “Ma che freddo fa”… https://youtu.be/DJs-9BnJRPA
Immagine dell’attentato di Sarajevo. Di Achille Beltrame – Cropped version of Copertina della Domenica del Corriere Anno XVI n. 27 del 5-12.7.1914 illustrata da Achille Beltrame. File:Beltrame Sarajevo.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=29686990
“L’assassinio a Sarajevo dell’Arciduca Francesco Ferdinando erede al trono d’Austria, e di sua moglie.”