Di Lamberto Colla Parma, 3 marzo 2024 – Indubbiamente le elezioni sarde hanno aperto una crepa nella nell’inossidabile fronte del centro destra e in particolare, l’Invencible Armada FDI ha mostrato un fianco di debolezza.
Quanto accaduto in Sardegna richiama l’immagine di un assalto piratesco che ha avuto la meglio sulla potente organizzazione “militare”.
E’ infatti singolare che la coalizione guidata da Giorgia Meloni abbia guadagnato voti rispetto alla precedente tornata elettorale (48,8%) mentre all’inverso, il raggruppamento di sinistra ha nel complesso perso punti percentuali scendendo al 42,6%.
Osservando i valori assoluti, in totale, il centrosinistra ha ottenuto 290.318 voti, pari al 42,6%, mentre il centrodestra 333.050, che equivale al 48,8%.
A fare la differenza è stato perciò il voto disgiunto che ha “punito” il candidato presidente Paolo Truzzu (FdI), che con 327.695 voti ha raggiunto solo, si fa per dire, il 45%.
Al di là di ogni analisi a posteriori dei flussi migratori dei voti, che in effetti hanno premiato la Todde, raccogliendo il voto disgiunto sia dal “carroccio” (significativo è il caso di Cagliari dove Truzzu era sindaco e 1/3 dei voti ha preso il volo), ma anche dalla lista di Renato Soru e altre liste di sinistra.
Non solo la candidata grillina, sostenuta dal Campo Largo allestito dal PD, ha intercettato la quasi totalità degli elettori ‘senza partito’, cioè che non hanno espresso voto di lista, ma è stata l’unica su cui si sono riversati trasversalmente i voti provenienti da elettori delle liste di altre liste.
Il dato più significativo, che a Roma non dovrebbero mai dimenticare, è che l’elezione dei governi locali hanno dinamiche che non rispondono agli intrallazzamenti condivisi nell’Urbe.
Così Alessandra Todde è diventata il catalizzatore dei voti sardi; molto probabilmente per il suo buon impegno politico e imprenditoriale, mentre al contrario Paolo Truzzu, non avendo soddisfatto i cagliaritani, ha raccolto quanto seminato e la sua caduta ha coinvolto FDI e la stessa Giorgia Meloni che l’aveva imposto, invece dell’uscente governatore, Christian Solinas esponente legista.
Una vittoria pesantemente in mano alla Todde, così certa della sua influenza, da non aver voluto i due leader, Conte e Schlein, nella giornata di chiusura della campagna elettorale.
Hanno comunque ben ragione di ridere i vincitori. Anche loro hanno eguagliato il primato femminile, portando per la prima volta una donna al Governo della Sardegna, e riportato la sinistra alla vittoria, dopo le tante batoste subite.
Ma se il Centro Sinistra non ha la possibilità di vivere troppo a lungo sugli allori della vittoria sarda, altrettanto il Centro Destra non può che far tesoro della sconfitta per riallineare gli obiettivi condivisi dalle tre forze che lo compongono.
Dovrebbe inoltre aggiungere agli interrogativi cui dar risposta, anche la posizione politica assunta a livello internazionale con l’infatuazione “atlantista” e il sostegno a una guerra, quella in Ucraina che non era da fare e il cui appoggio ha portato alla morte migliaia di giovani ucraini, pur nella consapevolezza che la vittoria non sarebbe mai giunta.
Non sempre Davide vince Golia.
Tant’è che recenti sondaggi indicano come ben il 70% degli intervistati è contrario all’invio di armi all’Ucraina.
Se inoltre aggiungiamo che il “ducetto di Kiev” ha lanciato un’anatema rivolto agli italiani che esprimono dissenso verso la politica filo ucraina, ecco che si potrebbe cogliere la palla al balzo per prendere tre piccioni con una fava: riallinearsi al popolo italico, sfilarsi da un conflitto oneroso e senza sbocco, riprendere in mano il fulcro di negoziati di pace e la politica del mediterraneo.
Le lezioni europee sono alle porte e nel 2025 ci saranno altre importanti regioni alle elezioni, ad esempio l’Emilia Romagna: val la pena prendere in considerazione qualche “aggiustamento”.
Chissà che questa sconfitta non faccia bene al centrodestra, ma anche al centro sinistra convincendolo a fare finalmente una opposizione seria e non più demagogica e di contrapposizione totale arrivando a sfidare le polizie con i centri sociali e gli anarchici sempre pronti a menare.
Vedremo…
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