Il suo approccio si basa sulla separazione tra cibi a digestione veloce e lenta, un principio che ha rivoluzionato la comprensione della nutrizione e del benessere.
Come naturopata certificata al Metodo Adamski, ho avuto il privilegio di apprendere direttamente da Frank durante il corso che ho seguito con lui. Questa esperienza ha arricchito la mia pratica quotidiana e mi ha permesso di approfondire le dinamiche tra alimentazione, digestione e salute. In questa intervista, esploreremo insieme a Frank i principi fondamentali del suo metodo, le sue applicazioni pratiche e i benefici che può apportare alla nostra vita quotidiana.
Frank, ci racconti come è nato il Metodo Adamski e cosa lo distingue da altri approcci alimentari?
Il Metodo Adamski è nato dalla mia osservazione diretta dei processi digestivi e dalla consapevolezza che molti disturbi fisici derivano da un intestino non in equilibrio. La separazione tra cibi a digestione veloce e lenta non è una dieta, ma un’educazione alimentare che mira a rispettare i tempi fisiologici del nostro corpo. Ciò che distingue il nostro approccio è la semplicità e l’efficacia: non demonizziamo alcun alimento, ma insegniamo a combinarli correttamente per favorire una digestione ottimale e prevenire accumuli tossici.
Nel suo libro La Rivoluzione Alimentare parla del “secondo cervello” nell’intestino. Può spiegare meglio questo concetto?
Sì, l’intestino è spesso definito il nostro “secondo cervello” perché contiene una rete neurale complessa che regola molte funzioni corporee, tra cui il sistema immunitario. Un intestino sano è fondamentale per il benessere generale, mentre un intestino compromesso può essere alla base di numerosi disturbi, come mal di schiena, insonnia, gonfiore addominale e problemi circolatori. Il nostro metodo si concentra sulla purificazione e sul corretto funzionamento di questo organo essenziale.
La separazione tra cibi veloci e lenti è il cuore del Metodo Adamski. Come funziona nella pratica quotidiana?
In pratica, significa evitare di combinare alimenti che richiedono tempi di digestione differenti. Ad esempio, non è consigliabile mangiare frutta (veloce) insieme a pasta o carne (lenti). Questa separazione permette al sistema digestivo di lavorare in modo efficiente, riducendo la fermentazione e l’accumulo di scorie, e favorendo una digestione completa e rapida.
Oltre all’alimentazione, quali altre tecniche consiglia per migliorare la salute digestiva?
Oltre alla corretta alimentazione, il Metodo Adamski include tecniche manuali come il trattamento riequilibrante dell’addome, l’aromaterapia e l’esercizio fisico mirato. Queste pratiche aiutano a stimolare la circolazione sanguigna, rilassare la muscolatura addominale e migliorare il transito intestinale. Inoltre, l’uso di oli essenziali specifici può supportare la disintossicazione e il benessere digestivo.
Un elemento spesso trascurato ma fondamentale per la salute è anche l’acqua che beviamo.
Non basta mangiare bene: la qualità dell’acqua è essenziale per aiutare il corpo a digerire, eliminare tossine e mantenere alti livelli di energia. È importante scegliere un’acqua con residuo fisso molto basso, idealmente inferiore ai 40 mg/l, per non sovraccaricare i reni e facilitare il processo di detossinazione. Negli ultimi anni ho anche approfondito l’uso dell’idrogeno molecolare disciolto in acqua: si tratta di una frontiera promettente per la sua potente azione antiossidante, che aiuta a combattere lo stress ossidativo e sostiene il metabolismo cellulare. Un’acqua leggera, pulita e arricchita in questo modo può diventare un alleato prezioso nel nostro percorso di benessere, in sinergia con l’alimentazione secondo il Metodo Adamski.
Quali sono i benefici più evidenti che le persone riscontrano seguendo il Metodo Adamski?
I benefici più evidenti includono una maggiore energia, una digestione più regolare, una riduzione del gonfiore addominale e una pelle più sana. Molti notano anche un miglioramento del sonno e una maggiore vitalità generale. Inoltre, la separazione dei cibi aiuta a mantenere un peso corporeo sano senza dover seguire rigide restrizioni caloriche.
Come consiglia di iniziare ad applicare il Metodo Adamski nella vita quotidiana?
Il mio consiglio è di partire con gradualità, senza stravolgimenti, ma con consapevolezza. Il primo passo è imparare a riconoscere i cibi a digestione veloce e quelli a digestione lenta, per poi evitare di combinarli nello stesso pasto. Questa semplice accortezza permette al sistema digerente di lavorare in modo più efficiente, riducendo fermentazioni, gonfiori e rallentamenti intestinali.
È fondamentale ascoltare il proprio corpo: ogni organismo reagisce in modo diverso, e osservare come ci si sente dopo i pasti è un ottimo strumento di auto-valutazione. Un’altra abitudine importante è prendersi del tempo per mangiare con calma, masticare bene e non mangiare sotto stress.
Per potenziare gli effetti benefici del metodo, suggerisco anche di integrare esercizi fisici leggeri – come camminate quotidiane o movimenti dolci per l’addome – e semplici tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda o la meditazione.
I benefici si manifestano spesso già nei primi giorni: l’intestino comincia a funzionare meglio, ci si sente meno gonfi, più leggeri e con una maggiore energia. È un cambiamento tangibile che motiva naturalmente a proseguire.
Come vede l’evoluzione del Metodo Adamski nel futuro della naturopatia e della salute olistica?
Credo che il Metodo Adamski possa diventare sempre più centrale nel panorama della salute olistica e della naturopatia. Stiamo vivendo un’epoca in cui le persone sentono il bisogno di tornare a un rapporto più autentico con il proprio corpo, e il nostro metodo risponde esattamente a questa esigenza: non impone restrizioni, ma offre conoscenza, ascolto e libertà.
Nel futuro vedo un’espansione del Metodo Adamski non solo come pratica individuale, ma anche come base per programmi educativi nelle scuole, nelle famiglie e nelle aziende. È un linguaggio semplice, ma estremamente potente: tutti possono comprenderlo e metterlo in pratica.
Inoltre, l’integrazione con le nuove conoscenze sul microbiota intestinale, sulla neurogastroenterologia e sull’interconnessione tra emozioni e apparato digerente conferma ciò che osserviamo da decenni nella pratica quotidiana: l’intestino non è solo un organo, è un sistema di intelligenza profonda.
L’evoluzione del metodo sarà sempre nel segno della semplicità, dell’autonomia e dell’auto-osservazione. Non si tratta di “seguire una moda”, ma di riscoprire una saggezza antica, riadattata ai tempi moderni. Il mio desiderio è che sempre più professionisti naturopati, medici e operatori del benessere integrino questo approccio nella loro visione della salute. Il futuro è nella prevenzione intelligente e consapevole.
Concludo questa intervista con profonda gratitudine verso Frank Laporte-Adamski, non solo per il tempo che ci ha dedicato, ma per la generosità con cui continua a trasmettere il suo sapere e per la visione olistica che ha saputo offrire a tutti noi, professionisti del benessere e persone in cammino verso la salute.
Il Metodo Adamski è molto più di una linea guida alimentare: è un invito all’ascolto, al rispetto dei ritmi biologici e alla responsabilità individuale nella cura di sé. Ogni volta che applico questi principi nella mia attività professionale, vedo risultati concreti, miglioramenti reali e persone che tornano a vivere con leggerezza, non solo fisica ma anche emotiva.
Invito ogni lettore, ogni curioso o appassionato del benessere, a non fermarsi qui. Se questo articolo ha suscitato in te delle domande, dei dubbi o anche solo una sana curiosità, ti invito a scrivermi. Sarò felice di rispondere alle tue domande, ascoltare la tua storia e, se lo vorrai, accompagnarti in un percorso personalizzato secondo i principi del Metodo Adamski.
Ogni domanda è un primo passo verso la consapevolezza. La naturopatia, come il Metodo Adamski, nasce dal dialogo con la natura e tu sei parte di essa.
Giovanna Cappeller – Naturopata



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