Di Lamberto Colla 20 giugno 2021 103° giorno dell’anno 2 dell’era COVID-19 – domenica-
– Un ricatto bello e buono. Dopo un assalto di pirateria in alto mare, il sequestro ingiustificato di militari ed ecco la “coerente” conclusione con il ricatto di Stato e il pagamento di un “riscatto” da parte della parte lesa.
Premesso che pur di salvare delle vite umane si debba provarle tutte, ma quello che stato concesso a uno Stato sovrano come l’India nel caso dei Marò è sinceramente troppo.
Da un lato osserviamo la lealtà e dignità dei nostri militari, che dopo avere ottenuto il “permesso” di trascorrere le festività natalizie in Italia, si sono riconsegnati alle prigioni indiane (3 gennaio 2013) , dall’altro le furberie di giudici indiani che prima tergiversano per mesi e mesi, mettono in gattabuia due militari arrestati nell’esercizio delle proprie funzioni anti-pirateria, svolte in acque internazionali ovviamente, ingiustamente accusati e infine, solo lo scorso anno, scagionati dal tribunale internazionale dell’Aja, ne pretendono il risarcimento che viene accordato.
Non si comprende quindi il motivo di questo pagamento.
Ai militari non è concesso di parlare e di partecipare a programmi pubblici e una sorta di segreto di Stato è quindi stato apposto alla vicenda.
Ma, oggettivamente, non essendo stata una operazione di guerra, non si comprendono le motivazioni di tanta riservatezza e non si comprende perché a essere risarciti non sono i due marò, ingiustamente detenuti e oltretutto con fierezza hanno onorato la divisa militare, anche nelle più anguste prigioni indiane.
Fierezza, dignità e senso di responsabilità che dovrebbero divenire oggetto di studio e di divulgazione nell’ambito scolastico.
Due giovani sottratti per anni alla vita civile, alla vita militare, che era la loro missione e il loro lavoro, alla vita familiare e ai loro affetti più cari.
Due giovani che non possono avere interiorizzato un’atroce dolore e la feroce rabbia determinata dall’impotenza, ancor più frustrante per uomini d’azione come i due marò.
Forse oggi, che la frittata, anzi le innumerevoli frittate sono state fatte, varrebbe la pena di ricompensare i due militari e le loro famiglie.
“Se innocenti cosa ha pagato l’Italia all’India?”
E’ la legittima domanda che si pone anche il legale di Latorre in una dichiarazione rilasciata a ADNKRONOS.
“Finalmente presto Massimiliano Latorre varcherà la porta della Procura di Roma per raccontare i fatti davanti ai magistrati romani, nei quali abbiamo piena fiducia. Lì almeno non ci sarà il segreto militare”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Fabio Anselmo, difensore del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre.
“Comprendo lo sfogo amaro della moglie Paola, perché si è parlato tanto dei marò, di responsabilità per fatti gravissimi, senza che siano stati fatti accertamenti e senza che lui potesse difendersi pubblicamente – sottolinea Anselmo – Avevamo chiesto l’autorizzazione a poter fare dichiarazioni ma ci è stata negata. E’ grottesco che lui non possa parlare perché altrimenti perderebbe il posto”.
“Adesso l’inchiesta italiana – conclude il legale – stabilirà se Girone e Latorre sono innocenti o colpevoli. Però, mi chiedo, se non dovessero emergere prove e i due marò risulteranno innocenti, cosa ha pagato l’Italia all’India, un ‘riscatto’?”.
Soddisfatto, ovviamente, Di Maio che dichiara: ”Messo un punto a questa vicenda”.
“Chiusi tutti i procedimenti – ha sottolineato il Ministro degli esteri – giudiziari in India nei confronti dei nostri due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Grazie a chi ha lavorato con costanza al caso, grazie al nostro infaticabile corpo diplomatico.”
“Meglio tardi che mai” ha commentato Giorgia Meloni a latere di una manifestazione veronese
“La vicenda dimostra che anche qui, sin dall’inizio, Fdi aveva ragione. La questione è stata gestita molto male, in particolare, dall’allora governo Monti. Non abbiamo dato una grande prova di noi, ma sono contenta che la vicenda si sia chiusa”.
Per Emma Bonino “Finalmente si chiude questa tragedia o commedia. Penso anche che il ricorso al Tribunale dell’Aja, come proponevo, è stata un ottima scelta. Così finalmente si conclude questa tragedia o commedia che dir si voglia dopo tanti anni. Sono contenta per noi e per loro”. Così all’Adnkronos la senatrice di +Europa.
Sulla politica estera, tra Monti a Di Maio, non saprei chi scegliere. Ci fosse ancora un Andreotti o un leader carismatico e decisionista come era Craxi.
Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Caso_dell%27Enrica_Lexie
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