CLAL Modena, 30 dicembre 2021 – L’impennata dei costi di materie prime ed energia ha creato forti pressioni sulle aziende agricole, inizialmente non bilanciate da aumenti nei prezzi del latte alla stalla. Molti produttori di latte hanno risposto riducendo la mandria e, quindi, le produzioni di latte. Ne è risultato un calo dell’offerta a livello mondiale, in alcuni Paesi sostenuto anche da più stringenti vincoli ambientali.
Consegne di latte ridotte si sono verificate anche in Francia, Germania e Paesi Bassi, che hanno diminuito le produzioni rispettivamente di 1,3%, 1,7% e 2,6% nel 2021 rispetto al 2020.
Le riduzioni nei principali produttori Europei sono state compensate dall’aumento in altri Paesi che storicamente producevano meno. Tra questi spicca l’Italia, con produzioni in crescita (+3,3% nel periodo Gennaio-Ottobre 2021) che hanno portato la sua autosufficienza al 95% nel terzo trimestre 2021.
Complessivamente, nel periodo Gennaio – Ottobre 2021, l’Unione Europea ha prodotto meno latte (-0,1%) rispetto al 2020. La minore offerta ha esercitato pressioni rialziste sul prezzo del latte dell’UE-27, la cui media è aumentata di 3,40 €/100 kg rispetto ad Ottobre 2020 e mantiene una tendenza di crescita.
Nelle ultime settimane si sta assistendo ad un recupero delle produzioni in Oceania. Infatti, i prezzi sostenuti hanno incoraggiato gli allevatori a ridurre le macellazioni e produrre di più. Nonostante questo, l’offerta per ora rimane inferiore rispetto all’anno scorso.
Nei prossimi mesi, sono possibili ulteriori miglioramenti di produzione a livello mondiale. I settori primario e lattiero caseario, però, dovranno far fronte ai maggiori costi di materie prime (Mais e Soia), energetici, trasporti, imballaggi…, che, insieme alla difficoltà nel quantificare le polveri di latte stoccate nei magazzini cinesi, rendono arduo stimare l’andamento del mercato lattiero-caseario nel prossimo futuro.
Mirco De Vincenzi | Information Technology Analyst
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