Di Lamberto Colla Parma, 9 aprile 2023 – Trascrivo il passaggio significativo, tratto da “Il Papa: il sacerdote non è uomo di lamenti e giudizi ma dell’armonia di Dio”, sul quale vorrei che tutti meditassero.
“Alla Messa crismale del Giovedì Santo in San Pietro, Francesco parla della vocazione sacerdotale e delle prove che essa può subire: è necessario abbandonarsi allo Spirito e lasciare che la propria vita profumi della sua presenza, senza lasciarsi andare alla mediocrità e ai compromessi”
Attenzione alla doppiezza della vita
Il Papa sintetizza in una frase il senso di questo rinnovamento della vita sacerdotale quando non si vuole cucire su di sè delle toppe, ma ci si lascia guidare dallo Spirito. Afferma: “il nostro sacerdozio non cresce per rammendo, ma per traboccamento”. E mette in guardia dalla tentazione del compromesso tra falsità e luce cedendo alla mediocrità:
È vero, ogni doppiezza che si insinua è pericolosa: non va tollerata, ma portata alla luce dello Spirito. Perché se “niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce”, lo Spirito Santo, Lui solo, ci guarisce dalle infedeltà. È per noi una lotta irrinunciabile: è infatti indispensabile, come scrisse San Gregorio Magno, che “chi annuncia la parola di Dio, prima si dedichi al proprio modo di vivere, perché poi, attingendo dalla propria vita, impari cosa e come dirlo.[…] Nessuno presuma di dire fuori ciò che prima non ha ascoltato dentro” .
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