Specogna quando il vino non è un lavora ma Passione

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Il senso del viaggio è pura passione, unico motore che spinge veramente chi lavora e fa della sua vocazione, un impegno quotidiano e duraturo. 

L’Azienda nasce nel marzo 1963 quando il nonno Leonardo, originario delle Valli del Natisone, dopo alcuni anni trascorsi da emigrante per lavoro in Svizzera torna in Friuli Venezia Giulia e acquista, su queste colline, il primo piccolo appezzamento di terra. 

Attualmente l’azienda vanta venticinque ettari vitati, di cui sette a Rosazzo proprio vicino alla famosa Abbazia, nei colli orientali andando a formare un anfiteatro naturale di stupendo fascino che nel tempo ha permesso a Graziano Specogna e alla terza generazione che dopo lo studio nella scuola agraria hanno fatto il grande passo e affiancato il padre in cantina, puntano sul piantare lo stesso vitigno in zone diverse e con esposizione diverse.

Lo storico simbolo aziendale

Alla sua guida ci sono ora Cristian e Michele Specogna e la moglie di Cristian Violetta su una delle zone più esalanti dei colli orientali, la Rocca Bernarda.

Il clima gioca un ruolo fondamentale qui, perché gli influssi mitigatori risalgono dai quadranti sud garantendo una maturazione ottimale dell’uva, mentre di notte, la valle e colpita da correnti più fresche provenienti da nord, dagli altipiani sloveni e soprattutto dalla bora di Trieste che evita la formazione di umidità in vigna. 

Tutto questo e un supporto indispensabile per chi come loro predilige il lavoro in biologico e nel rispetto dell’ambiente.

Il terreno e unico e concede un drenaggio continuo, permettendo di estrare tutti quei minerali che costruiranno i profumi e sapori del vino. Ed è qui che entra in gioco la Ponka, uno strato di terreno formato da arenarie e marne di origine geologica chiamate Flysch che permette di avere vini tesi nelle acidità e longevi nel tempo.

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Cristian Specogna e sua moglie Violetta Babina

La terza generazione formata da Cristian e Michele ha puntato molto sul progetto di zonazione delle vigne, un cammino verso la vera sostenibilità che, versante su versante, vigna per vigna individua i dati climatici, geologici ed agronomici. Da questa sensibilità, la nascita del recente progetto che ha portato allo sviluppo di vini da parcelle mappali selezionate da uve Friulano, Malvasia Istriana e Merlot.

In cantina maturano nella bottaia che contiene legni di varie dimensioni e di diversa natura come acacia, gelso, rovere e ciliegio utilizzati sia per barrique da 225 a 228 litri, sia per tonneaux dai 500 ai 700 litri, che per le botti più grandi da 1500 litri; infine alcune anfore dove, per alcuni vini, si eseguono le prime fasi di affinamento o addirittura già le prime macerazioni. 

(FT 2)

Cristian e il fratello Michele

Friuli Colli Orientali Pinot Grigio Ramato Riserva 2018 

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L’azienda Specogna è il pioniere che più a creduto in questa tipologia di produzione (lo hanno sempre fatto ramato), realizzando da anni un vero e proprio metodo solera di più annate con passaggio sulle bucce nobili, il processo dura dai 7 a 12 giorni sia in legno che acciaio. Una prima vendemmia nel 1973, con lo lo scopo e la scelta precisa di andare verso un metodo solera (più annate insieme) perfezionata nel tempo allo scopo di evidenziare le grandi qualità di questo vino e di questo sistema. 

Vigne poste sui dai 58 ai 190 m.s.l.m con esposizioni nord-est e bassa collina, età delle vigne 30-50 anni.

Vino figlio di nessuna fretta e tanta pazienza dal colore ramato e sfumatura rossiccia per un vino versatile che si presta al gioco degli abbinamenti, avvolto dalle mille sensazioni che spaziano dalle note di rabarbaro e melograno alla coulis di amarene, fino ai profumi di erbe mentolate e tè nero. Al sorso grande tensione acido tannico di grande personalità e accelerazione.

Abbinamento con scampi gratinati su letto di avocado e olio di liquirizia.

Friuli Colli Orientali Rosso Oltre 2018 (60% Refosco dal peduncolo rosso, 20% Pignolo e 20% Schioppettino)

(FT 4)

Vigne poste tra i 50 e 180 m.s.l.m per un taglio dei tre vitigni autoctoni locali che insieme creano un equilibrio tra la ricchezza tannica da uve Pignolo, la freschezza e sentori papati dello Schioppettino fino alla morbidezza del Refosco dal peduncolo rosso (uno dei cloni nella numerosa famiglia di Refosci). Vino elegante e di personalità che parte dalle note speziate passando al caffe, cuoio e frutta densa come mirtillo e ribes.

Abbinamento con coniglio in umido alle erbe di montagna e patate parigine.

Friuli Colli Orientali Malvasia Particella Mappale 366 Riserva 2016 (100% Malvasia Istriana)

(FT 5)

Il 366 perchè in riferimento alla Latitudine 46° 1’ 15’’ N, Longitudine 13° 26’ 1’’ E, vino prodotto in edizione limitata per un numero di bottiglie pari a 850. 

Ottenuto dalle uve dei vigneti aziendali più pregiati e figlio della zonazione effettuata negli anni e soprattutto da un vitigno la Malvasia Istriana che troppo spesso e stata sottovalutata ma e il grande tesoro della ragione.

Piantata con sistema di coltivazione ad Alberello e successiva macerazione di quindici giorni sulle bucce per lasciare esprimere al meglio l’ identità varietale ad un vino dal colore oro antico, al naso sentori di frutta candita spaziando ai profumi floreali che si fondono alla dolcezza del miele, al tiglio, a un sottofondo di fine pasta di mandorla. Scorre fluido in un sorso secco, elegante, sorretto dalla tensione acido-minerale che lo rende persistente e succoso.

Abbinamento con triglia al vapore su fonduta di caciocavallo e melanzana ripiena alla scapece.

da L’Equilibrista @lequilibrista27

Andre Senoner 

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