Di Lamberto Colla Parma, 2 novembre 2025 – “Dolcetto o Scherzetto”?. Difficile immaginare che in piena maturità di quell’allucinante woke culture che fa del politically correct la summa fede, sia il motto più amato e diffuso di questo fine di ottobre.
Ma come possiamo immaginare che nell’epoca dell’(*) sostitutivo del genere, nell’epoca del l’inclusione e del buonismo estremo si possa lasciare che i bambini crescano nell’educazione del ricatto? Da “Dolcetto o Scherzetto” a “O la Borsa o la Vita” è un attimo.
Una tradizione celtica, fatta propria dagli statunitensi, da alcuni anni è divenuta di moda anche in Italia, in modo avulso e scollegato dalle nostre tradizioni.

Le feste degli Ognissanti sono sempre state all’insegna del “raccoglimento” e orientale alle origini della famiglia, ripercorrendo l’albero genealogico e onorando i nostri cari che dall’aldilà ci osservano e proteggono, o almeno vogliamo crederlo profondamente. Un momento di ricordi, piacevoli e dolorosi di un passato che non tornerà ma che potremmo riaffermare per il prossimo futuro, nella speranza che i nostri discendenti possano ricordarsi di noi come noi stiamo facendo ora e i nostri ascendenti facevano a loro volta.
Il legame alle origini della famiglia sono i legami alle nostre tradizioni che infine sono lo specchio del Paese per il quale alcuni, o tanti, hanno dato la vita e altri hanno sacrificato i loro rapporti affettivi espatriando, per donare tempi migliori ai propri familiari che in patria gli hanno tenuto un posticino al caldo. Molti erano partiti per il Belgio, l’Argentina, l’Inghilterra e l’Australia in cerca di fortuna. Alcuni sono tornati avviliti, altri si sono integrati nella nuova patria pur costituendo associazioni di emigranti italiani, altri sono tornati per reinvestire in Italia i risparmi accumulati all’estero.
Tutti, indistintamente, anche a migliaia di chilometri, hanno mantenuto forti i legami alla propria terra e alle tradizioni del paesello d’origine, della regione e della Patria. Tradizioni che di fatto sono stati i fattori di rafforzamento personale per resistere e superare i problemi quasi insormontabili, a partire dalla lingua.
Forse le inflessioni linguistiche si sono mescolate con la nuova lingua ma quello che mai si è annebbiato è il piacere dell’appartenenza la Paese d’origine. Un ricordo che rafforza lo spirito, che a sua volta aiuta a superare i frequenti momenti di difficoltà e di solitudine in un paese che li ospita ma non li accoglie completamente, anche perché, senza dover necessariamente responsabilizzare il paese ospitante, è oggettivamente difficoltoso adeguarsi a una cultura diversa dalle nostre origini.
Ed ora non si comprende come quelle tradizioni, che non ci appartengono, abbiano preso il sopravvento e si insinuino e sovrappongano proprio alla festività più intima dell’anno, dove i cimiteri prendono vita. Un via vai di persone che corrono con fiori freschi o secchi, con secchielli e spugne, che si incontrano con altri nelle medesime condizioni e si raccontano la storia dei loro cari, che per un attimo sembrano tornare in vita partecipando alla conversazione.
Il cimitero perde la sua austerità e diventa una piazza, meglio di quelle che oggi sono frequentate da baby gang più che da anziani giocatori di briscola o da “nerd” rampanti piuttosto che da “fighetti” in ascesa sociale.
Il cimitero prende la rivincita sociale proprio a cavallo tra ottobre e novembre per tornare al centro del mondo e il fulcro delle famiglie.
Famiglie che, nonostante si voglia cancellare, nella stragrande maggioranza dei casi affonda le radici nel cattolicesimo, ben lontano da queste tradizioni, per così dire celtiche, dove il paganesimo si è convertito al satanismo, che tanto presa ha sui nostri giovani.
Già, perché Halloween non appartiene alla tradizione cattolica. Anzi è agli antipodi.

La festa di Halloween mette in contatto la festa di Ognissanti a quella della Commemorazione dei defunti.
Con la secolarizzazione la festa è divenuta una grande operazione commerciale e un momento in cui si esalta o si provoca paura, si evocano spiriti violenti, la stregoneria, persino il satanismo. In tal modo è stato capovolto il senso della festa cristiana per esaltare solo spiriti cattivi.
Ecco perché anche Papa Francesco metteva in guardia riguardo questa ricorrenza.
Padre Francesco Bamonte, Vicepresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti, lo scorso 28 ottobre scriveva che “Pochi sanno che dal 22 settembre di ogni anno i gruppi e movimenti della neo-stregoneria Wicca e del satanismo iniziano una “quaresima” blasfema che va avanti per quaranta giorni, caratterizzata da azioni e rituali sempre più turpi per giungere al loro culmine nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, che essi chiamano la notte di Halloween, ma che per i cattolici di tutto il mondo è invece la bellissima luminosa notte della Festa di Tutti i Santi. A differenza della Festa di Tutti i Santi, Halloween propone temi oscuri quali la violenza omicida, l’irrisione della morte o la sua esaltazione disperante, il macabro, l’orrore, l’occulto, la stregoneria, il demoniaco. I personaggi di Halloween, che ispirano il travestimento di minori e adulti, sono mostri, vampiri, fantasmi, scheletri, licantropi, zombie, streghe, diavoli.” (Per completare la lettura collegarsi al link).

Una conferma del detto che il “Denaro è lo sterco del Diavolo”. … e Halloween si è infatti introdotta nelle nostre ricorrenze in quota commerciale e strizzando l’occhio al malvagio.
Dolcetto o scherzetto?

(Vignetta di Copertina a cura di Romolo Buldrini L’Aquila)
Altre immagini vignette sono realizzate con AI











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