Di Lambert “Daemon” Glue – Ducatus Parmae 29 Ottobre 2032 – L’Italia, grazie alla sua innata creatività affiancata da una adeguata e innovativa tecnologia, a distanza di 25 anni dal Decreto Ronchi è divenuta leader europea del riciclo.
“Nel 1997 l’80% dei rifiuti urbani finiva in discarica.- scrive Circular Economy Network – La raccolta differenziata non raggiungeva il 10%. Allo stesso tempo, solo il 21% dei rifiuti industriali veniva riciclato e il 33% finiva in discarica. Nel 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è arrivata al 63% e lo smaltimento in discarica è sceso al 20%, mentre il riciclo dei rifiuti industriali ha superato il 70% e lo smaltimento in discarica è sceso al 6%.
Questi dati stanno lì a dirci che l’industria italiana del riciclo è diventata un comparto rilevante e strategico del sistema produttivo nazionale. Parliamo di 4.800 imprese e 236 mila occupati. Vale 10,5 miliardi, un valore che tra il 2010 e il 2020 è aumentato del 31%.”
Una leadership che equivale a un intero comparto economico con filiere sempre in espansione, perché come si può ben immaginare, al crescere dei soggetti e delle competenze cresce, in via più che proporzionale, anche la creatività e la capacità di trasformazione dei prodotti primari di scarto.
La commissione per l’ambiente del Parlamento Ue ha, nei giorni scorsi, espresso la sua posizione su una proposta di regolamento che stabilisce i requisiti per l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, dalle materie prime allo smaltimento finale, con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni.
La differenza tra Riciclo e riuso
Come si può leggere su un qualsiasi dizionario, riciclare vuol dire “utilizzare nuovamente materiali di scarto o di rifiuto di precedenti processi produttivi”. Spiegato in parole povere significa trasformare materiali di scarto e rifiuti recuperati grazie alla raccolta differenziata in nuovi beni – le cosiddette materie prime seconde – dando loro una seconda vita.
Così prodotti in PET, come sono le bottiglie di plastica, trovano nuova vita nei cruscotti delle auto, nelle scocche degli scooter, in strutture di design domestico e o ambientale e così via.
Ma oggi sta prepotentemente guadagnando consensi, all’interno della sempre verde UE, la teoria del Riuso.
Quando parliamo di riuso, invece, ci riferiamo alla possibilità di riutilizzare oggetti che non sono ancora diventati scarti o rifiuti: riutilizzando qualcosa abbiamo la possibilità di non far terminare il ciclo della sua vita e, allo stesso tempo, evitare che finisca in discarica. Anche in questo caso la finalità dell’oggetto di partenza può rimanere la stessa o cambiare ed evolvere in qualcosa di completamente diverso: nella seconda ipotesi possiamo parlare, ad esempio, di riciclo/riuso creativo.
Tra i prodotti da riutilizzare rientrato anche le bottiglie di plastica, suggerisce l’UE, ma occorre ben evidenziare che in questo caso sia necessario fare un gran sforzo creativo per NON riproporla nel circuito alimentare.
Ma attenzione che il riuso potrebbe risultare, almeno in ambito domestico e alimentare, dannoso o pericoloso.
Infatti, la plastica delle bottiglie, soprattutto se lasciata al sole rilascia, nel liquido che contiene, molecole di sostanze chimiche altamente tossiche e il loro riuso, nonostante la indicazione della Commissione Ambiente Europea, non può assolutamente essere consigliato.
Tanto è che, “Uno studio condotto da scienziati all’Arizona State University nel 2008 analizzò come il calore accelera il rilascio di antimonio nelle bottiglie in PET. L’antimonio è utilizzato nella produzione della plastica e può essere tossico a dosi elevate, riferisce l’NIH (National Institutes of Health). In un clima mite a circa 20-21 gradi, i ricercatori hanno misurato i livelli sicuri della sostanza chimica nelle bottiglie d’acqua. Ma più calda era la giornata, più velocemente veniva contaminata l’acqua.
Una macchina lasciata al sole può raggiungere una temperatura di oltre 65 gradi in estate. Negli esperimenti condotti ci sono voluti 38 giorni perché le bottiglie d’acqua riscaldate a quella temperatura in laboratorio mostrassero livelli di antimonio superiori alle raccomandazioni di sicurezza.”
Una condizione di tale insicurezza sanitaria e di tali dimensioni (consideriamo una bottiglia la giorno per ogni abitante?) che, immaginare come riutilizzare le 1.300 bottiglie di plastica utilizzate in famiglia nel corso dell’anno, occorrere non solo una altissima dote creativa ma addirittura un gran tasso di genialità, per individuare nuove destinazioni d’uso delle bottiglie dopo il loro ciclo primario.
Il Riuso Creativo.
Passiamo ora a parlare del riuso creativo. Quando ne sentiamo parlare solitamente si fa riferimento alla pratica, sempre più diffusa fra le persone, di riutilizzare in modo differente rispetto allo scopo per cui sono nati, materiali o oggetti prima di gettarli.
Per le bottiglie di plastica, oltre a essere adattate come irrigatori a “goccia” per le nostre piante da balcone e qualche forma geometrica che possa essere “modellata” con il calore, per le altre 1.200 bottiglie accumulate nel corso dell’anno, è difficile immaginare come farle risorgere a nuova vita. Sicuramente qualche “video tutorial” verranno a sostegno, ma nel frattempo sarà meglio affittare un garage per ricoverare le bottiglie in eccesso perché, dal terzo anno saranno almeno 3.6000 i “vuoti a non disperdere”.
A parte gli scherzi, non si trova giustificazione a questa ostinata e ennesima “incomprensibile” e “integralista” scelta della Commissione Ambiente Europea. E’ forse un regalino ai “verdi” europei in forza delle elezioni del 2024?
Intanto a rischio è tutto il modello italiano del riciclo
«Il voto in Commissione Ambiente del Parlamento Europeo sul regolamento imballaggi conferma le nostre preoccupazioni: si continua ad andare verso un sistema che non valorizza il modello vincente italiano, ma che lo mette a rischio. Continueremo la nostra battaglia in tutte le sedi comunitarie per difendere le ragioni di una filiera innovativa, che supera i target Ue con diversi anni di anticipo, che dà lavoro tutelando l’ambiente e affermando i più avanzati principi dell’economia circolare», ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto.
Link:
https://www.gazzettadellemilia.it/politica
.
.