Di LGC Parma, 2 dicembre 2023 – A fare gli onori di casa è stata Franziska Elstner, Presidente del Sindacato d’Azione, che ha accolto i partecipanti sottolineando le motivazioni del convegno, soprattutto ha inteso rassicurare che assolutamente “non si vuole negare il cambiamento climatico” ma l’emergenza celebrata sembra essere una modalità di “compressione delle libertà individuali”.
A moderare il convegno è chiamato l’avvocato Stefano Tosi il quale ha illustrato i curriculum dei tre relatori.
Il Professor Franco Prodi che tratterà “i cambiamenti climatici fra cause naturali e antropiche”, il prof. Daniele Trabucco chiamato a illustrare la legge costituzionale 1/2022 e le nuove prospettive del costituzionalismo ambientale e per finire il funzionario ACI Parma, P.I. Cesare Lorenzani, che esporrà le ricadute sui settori auto, immobiliare, alimentare e produttivo.
Introducendo gli obiettivi del convegno, il moderatore ha sottolineato “la cornice nella quale si collocano gli eventi organizzati e nello specifico questo dal titolo “Rivoluzione Green destino ineluttabile o progetto avventato”, al fine di ricomporre le varie tematiche e opinioni, anche quelle messe all’angolo dal “pensiero unico”, capace di negare la parola a chi non è allineato.
“Mi chiedo – sottolinea Stefano Tosi, se questa ideologia abbia a che fare con i presupposti di liberal democrazia o se seguono i presupposti di Socrate” che metteva il “dubbio” al centro dei pensieri. La verità, insegnava Socrate, si può raggiungere coltivando il ragionevole dubbio. “Intendiamo restare dalla parte dello spirito critico” ha chiosato l’avvocato Tosi.
E’ stata una vera e propria lezione accademica quella esposta dal professor Franco Prodi, fisico di fama mondiale e uno dei primi e più qualificati climatologi italiani. E’ stato categorico nell’affermare che il “clima non può non cambiare” illustrandone le cause, molte e complesse, a partire dall’irraggiamento solare per concludere con l’inclinazione dell’asse terrestre e i suoi frequenti spostamenti che pongono “la terra in un movimento paragonabile a una trottola”, passando dalla stratificazione delle nubi, che fungono da filtri per i fotoni risalenti dalla terra, ma anche dal rapporto tra i movimenti delle maree e della atmosfera.
Supportato da slide, formule matematiche e chimiche con il sussidio di grafici e iconografie ha narrato dei cambiamenti climatici retrocedendo sino a 4,5 miliardi di anni, realizzati con metodi induttivi salvo gli ultimi circa 150 anni da quando sono stati messi in attività delle vere e proprie reti di rilevamento.
Uno spazio il professore l’ha dedicato anche all’inquinamento e alla CO2, sottolineando quando questo componente sia indispensabile per la vita ma soprattutto “non ha le responsabilità che le vengono attribuite. Tant’è, che dai carotaggi dei ghiacci dell’Antartide si è osservato che il riscaldamento globale è stato registrato in tempi molto antecedenti all’aumento della CO2 da parte dell’uomo”.
Infine il professore ha posto l’attenzione sulla attendibilità delle previsioni climatiche oltre i 10-12 giorni. Non esistono infatti – sostiene il fisico – modelli in grado di essere attendibili oltre tale periodo e assegnare il “futuro dell’umanità alle previsioni climatiche è sbagliatissimo così come è sbagliatissimo assegnare per il 98% la responsabilità del riscaldamento alla CO2”.
(Video intervista professor Franco Prodi)
L’ambiente, già presente in modo diffuso nella nostra Costituzione, è entrata ancor più prepotentemente con l’introduzione della legge costituzionale 1/2022, che ha modificato gli articoli 9 e 41. Una approvazione a larghissima maggioranza poiché nella seconda deliberazione, quindi nel secondo passaggio parlamentare, ha raccolto i due terzi dei voti e perciò direttamente promulgata dal Presidente della Repubblica, escludendo quindi la consultazione referendaria.
Quali le possibili conseguenze di questa introduzione sono state oggetto dell’intervento del professor Daniele Trabucco, costituzionalista. “Una svolta green della nostra costituzione per certi versi inutile ma secondo altre visioni addirittura pericolosa. Va considerato il fatto che dal 1948 mai sono stati modificati articoli dei principi supremi (dal 1 al 12 ndr) ” . La discussione giuridica osserva che le modifiche agli articoli costituzionali indicati come “supremi” per essere modificati occorre che le introduzioni siano migliorative. “In quest’ultimo caso, la modifica all’articolo 9, osserva Trabucco, è teoricamente neutra”, ma può modificarsi in ragione della applicazione del diritto da parte del governo statale o regionale. E’ pure necessario che, sostiene il costituzionalista, per il fatto di avere specificato tre elementi distinti, ovvero, ambiente, ecologia e biodiversità, si ricorra a una dettagliata illustrazione “definitoria”.
“Il rischio, sostiene Trabucco, è che da una visone antropocentrica della costituzione, si passi a una visone biocentrica, dove la presenza dell’uomo potrebbe risultare un problema”.
Infine, l’articolo 9 così modificato si innerva con la modifica dell’art. 41 che determina la libera iniziativa imprenditoriale, pur con determinati limiti, ai quali con le novità introdotte si aggiungono quelli di natura “ambientale” e “sanitaria”.
A concludere la sequenza degli interventi è il funzionario dell’ACI di Parma, Cesare Lorenzani, che ha illustrato le ricadute dei cambiamenti di stile dettati dal tema ambientale, soprattutto riscontrabili sulle generazioni ultime, quelle identificabili come “generazione Z – ndr” . Una mobilità che si è notevolmente mutata arrivando all’elettrificazione attraverso il car sharing e all’intermodalità (piedi, bici, tram, bus, metrò, treni).
Sostenuto anch’egli da slide e grafici, Lorenzani, ha approfondito l’argomento della mobilità, concludendo sul terribile dato dei costi in termini sociali ed economici, per il fatto che ben 9 persone al giorno perdono la vita sulle strade italiane.