Di Mario Vacca Parma, 1 dicembre 2023 Il Mercato dei Vini è prima di tutto il principale appuntamento associativo della FIVI, che in questo contesto organizza l’Assemblea annuale dei soci, quest’anno ancora più partecipata degli anni scorsi con la presenza di tantissimi Vignaioli. Avanzate le proposte sul rapporto tra agricoltura e manutenzione del territorio, di cui il Vignaiolo Indipendente è il primo custode. La manutenzione del territorio e l’importante azione portata avanti dai Vignaioli che in questo senso sono stati al centro di un dossier presentato proprio durante l’Assemblea svolta la mattina del terzo giorno di Mercato. Puntuali le richieste alla classe politica, che si concentrano sul disegno di legge attualmente in esame presso la XIII Commissione Agricoltura della Camera “Disposizioni per il riconoscimento della figura dell’agricoltore custode dell’ambiente del territorio e per l’istituzione della Giornata nazionale dell’agricoltura”.
L’Assemblea si è conclusa con la consegna del Premio “Leonildo Pieropan” 2023 a Emidio Pepe, Vignaiolo in Abruzzo e storico socio FIVI, mentre al taglio del nastro era stato consegnato al musicista Stefano Belisari in arte Elio il nuovo premio “Vignaiolo come noi”.
Per quanto concerne il mercato, premiate dal pubblico le aspettative degli organizzatori con oltre 26 mila ingressi totali su tre giorni nei nuovi spazi fieristici di BolognaFiere che, hanno permesso di disporre gli stand dei Vignaioli in un contesto ampio e gradevole, luminoso e poco rumoroso nonostante il grande afflusso di pubblico, favorendo così gli incontri ai banchi, gli assaggi e anche gli spostamenti dei visitatori tra i corridoi. Un vero clima di festa.
“Buona la prima – dichiara Lorenzo Cesconi, Presidente FIVI – verrebbe da dire, non fosse la dodicesima edizione di questo nostro Mercato dei vini. Ma è la prima volta qui a Bologna, con risultati che ci rendono davvero molto soddisfatti: abbiamo dimostrato ancora una volta che il cuore di questa manifestazione sono le Vignaiole e i Vignaioli, con i loro vini, a raccontare tanti tasselli del grande puzzle dell’Italia del vino. E non è una questione di numeri: come per i nostri vini, è una questione di autenticità e qualità, gli elementi fondanti di questo evento, ormai uno dei più importanti in Italia. Ci sono ancora molte cose da mettere a punto, non c’è dubbio: ma siamo nelle condizioni ideali per fare meglio, grazie alla forza dei contenuti che mettiamo sul tavolo e alla positiva collaborazione con BolognaFiere”.
In piena filosofia FIVI, l’assegnazione della posizione nei padiglioni è frutto – dai più piccoli ai più grandi, dalle aziende con decenni di storia a quelle alle prime vendemmie – di un sorteggio casuale che ha permesso l’esaltazione della qualità, sincera e senza fronzoli, trasmessa al pubblico dai Vignaioli e dalle Vignaiole attraverso i loro vini, in un ambiente dall’allestimento che resta essenziale.
985 Vignaioli partecipanti, 2 associazioni di Vignaioli stranieri e 29 olivicoltori della FIOI, difficile vederli tutti, assaggiare le oltre duemila etichette presenti ma importante salutare quelli conosciuti, quanti incontrati per la prima volta, portatori di novità o di tradizioni. In giro per il mercato e tra i banchi dei produttori incontro Alex Belingheri dell’Agricola Vallecamonica che ha vigne tra i 250 e gli 800 metri sul livello del mare che non solo ha lavorato sodo per recuperare vecchi vitigni ma si è inventato un metodo tutto suo per affinarli in bottiglia, “semplicemente” immergendoli. Il suo Nautilus CruStorico, spumante metodo classico è prodotto con “affinamento lacustre”, nelle profondità del lago D’Iseo a -40 metri per 60 mesi. Non contento della prima sfida, il Zero Estremo è affinato nelle profondità del lago d’Aviolo, a 1930 metri s.l.m., una cantina alpina, naturale e sostenibile con la prerogativa di mantenere il vino a pressione costante dovuta alla combinazione tra altitudine ed immersione.
Parlando di altitudini la famiglia Marandell gestisce la cantina Lieselehof dal 1993 a Caldaro. I vigneti del Lieselehof si estendono dai 250 metri di altitudine sulle rive mediterranee del lago di Caldaro ai 1250 metri delle Dolomiti. Due generazioni e quattro membri della famiglia con l’obiettivo di creare vini per l’eternità. Le uve migliori vengono raccolte a mano, una resa molto bassa ed un eccellente lavoro in vigna garantiscono qualità in bottiglia che raramente si trovano. Ogni vino prodotto è un’opera d’arte con tre componenti: eleganza, potenza e visione. Dei Vini, pluripremiati anche al Merano Wine Festival, assaggio il “Vino del Passo” Solaris, Piwi qualità hyperbio prodotto a 1250 m.s.l.m. ove il terreno è composto da argilla ferrosa e calcarea di colore rosso, leggermente disseminata di ghiaia che permette di ottenere aromi complessi di limone, ananas, pesca ed erbe selvatiche, profumo pepato e di moscato. Il loro spumante, il Lieselehof Brut, è prodotto con Souvignier gris, Piwi qualità hyperbio. Da oltre 20 anni, Werner Morandell raccoglie i vitigni più famosi del mondo e li pianta direttamente al Lieselehof. Qui, sotto il sole dell’Alto Adige, prosperano viti provenienti da oltre 30 Paesi e da agosto a ottobre, per i visitatori è possibile esaminare i diversi grappoli maturi di tutte le viti ed assaggiare un acino o due.
Parlando dell’Alto Adige incontro la simpaticissima Helga al banco della tenuta Unterhofer e degusto il Reitl Weiss, un’interessante combinazione di Chardonnay e Sauvignon, che dà vita a un’armonia di aromi fruttati dal tocco esotico, ma anche un Kerner con aromi di albicocca e pesca.
Non poteva mancare un festeggiamento, per l’azienda Montevetrano di San Cipriano Picentino (SA) ricorre nel 2023 il 30° anno dalla fondazione: “all’inizio era un blend di pochi amici, ma come tutti i vini anche le amicizie maturano, si evolvono, si affinano”.
Torniamo in infine in Emilia, un excursus nel Piacentino con l’assaggio dei vini prodotti dall’Agricola Le Torricelle nelle tenute del Castello di Agazzano allorquando nel 2003 dal desiderio di Gian Lodovico Gonzaga si recupera un vecchio vigneto adiacente al castello, un territorio di grande bellezza, ricco di antiche tradizioni vinicole. Degusto un ottimo Bargello 2016.
Ad un certo punto un indaffaratissimo bimbo dietro un banchetto attira la mia attenzione, è il figlio di Leonardo Guglielmetti, titolare dell’agricola il Ghizzo sito in provincia di Piacenza, nel cuore della Val Nure, una delle valli centrali della provincia che offre paesaggi meravigliosi da ammirare in escursioni a piedi, in bicicletta o in moto. La vallata prende il nome dal fiume Nure che la percorre in lunghezza ed è intervallata da splendidi borghi quali il celebre borgo di Grazzano Visconti, ideato e realizzato nel 1900 dal duca Giuseppe Visconti di Modrone con l’obiettivo di recuperare la prestigiosa tradizione artigianale locale e tramandarla di generazione in generazione. La storia dell’azienda il Ghizzo ha inizio nel 1950quando si piantano i primi vignetiai quali si aggiungeranno nel tempo ulteriori superfici vitate, 7 ettari per 7 vitigni, per la produzione di vini DOC Colli Piacentini, rimanendo fedeli alla tradizione pur innovando processi e metodi di lavorazione. La proprietà ha fortemente a cuore la cura dei suoli, la salvaguardia dell’ambiente e la salute dei clienti ed è per questi motivi hanno aderito alla Misura 214 UE Azione 1 “Qualità e sicurezza in Agricoltura” per l’utilizzo di fitofarmaci non nocivi all’uomo ed all’ambiente nella coltivazione della vite, intraprendendo nel contempo il percorso per la certificazione biologica dei vigneti. Ultimo nato in cantina è il Giorgio, ortrugo, imbottigliato lo scorso febbraio dalla vendemmia 2022, un vino che ha tutto il potenziale per diventare una delle etichette più blasonate della zona.
E’ di questi produttori che abbiamo bisogno in Italia, di persone che sanno innovare e distinguersi, che possono dare un’arma in più anche alla ristorazione per offrire sempre qualcosa di innovativo e diverso.
La Bussola d’Impresa – Mario Vacca
Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Queste capacità mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari dei miei clienti.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Queste esperienze estere hanno apportato conoscenze legate al Family Business, alla protezione patrimoniale tanto per le imprese quanto per i singoli imprenditori ed all’attenzione per l’armonizzazione fiscale tra le diverse realtà ed al rischio d’impresa.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo ma, con etica, lealtà ed armonia.
Contatto Personale: mvacca@capri.it
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